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Amantea (Cs) :: La punta spuntata dell’iceberg

AMANTEA :: 04/01/2008 :: Sono stati tutti riconfermati gli arresti dell'operazione Nepetia, segno che l'inchiesta ha una sua ossatura e che finalmente si è andati al cuore della ‘ndrangheta piuttosto che agli aspetti più periferici del fenomeno . Ma quello che colpisce più di ogni altra cosa nel tirreno cosentino è il silenzio della politica. Qualche piccolo comunicato a livello regionale si è sentito, ma oltre non si è visto niente. Eppure l'inchiesta e gli arresti hanno attraversato i partiti, le istituzioni, le strutture turistiche.

Eppure l'inchiesta parla della vita quotidiana degli ultimi dieci anni. Parla di cose su cui si è dibattuto e si dibatte da tempo. La gestione delle cose pubbliche, dei porti così come delle agenzie di trasporto marittimo, degli appalti e di come finiscono sempre nelle stesse mani, dei piccoli comuni che vengono infiltrati facilmente dalla mafia attraverso l'elezione di persone colluse con la mafia ma che riescono a riciclarsi con totale tranquillità nelle istituzioni, così come la ndrangheta riesce ad infiltrarsi nelle forze dell'ordine , nel caso dell'Operazione Nepetia si parla di guardia di finanza, carabinieri e  capitaneria di porto . Elementi quindi che danno un quadro allarmante su quanto avviene nel tirreno cosentino. Un luogo oramai che è stato scelto dalla ‘ndrangheta come luogo di riciclaggio del danaro sporco, attraverso l'acquisto di case vacanze, di alberghi, di strutture comunque legate all'industria turistica. Un luogo di pace e di pacificazione dopo la mattanza degli anni 80 che ha portato nel tirreno ad un centinaio di morti ammazzati quasi tutti nell'ambito del regolamento di conti, ma anche di figure istituzionali come Giannino Losardo o di cittadini che avevano avuto il coraggio di ribellarsi ai diktat ndranghetisti.  Una spiegazione dopo tanti anni, come mai nel tirreno cosentino tutto viene legalizzato. Non c'è bisogno di costruire abusivamente qui nel tirreno. Ville sulle scogliere, alberghi in aree sic, porti  che poi si insabbiano, strade di penetrazione nel parco del pollino, megacentri commerciali su Calanchi, non hanno bisogno di essere costruiti abusivamente. Hanno tutti i permessi necessari dalle soprintendenze, dai geni civili fluviali e marittimi, dagli uffici tecnici dei comuni, dagli uffici della provincia e della regione. Nonostante gli ambientalisti denuncino tutto questo alla Procura di Paola, tutto finisce in un enorme buco nero. Si guardino, per esempio le denunce che il WWF di Belmonte Calabro fece a suo tempo contro il porto di Amantea . Nella denuncia si parlava di inutilità della struttura, dell'insabbiamento alla quale sarebbe stata sottoposta, dello spreco di danaro pubblico. Perché questa denuncia non venne presa in considerazione già allora prima che il porto fosse costruito ?  Questo quadro viene individuato bene da Rifondazione Comunista del Tirreno cosentino che in un comunicato stampa  a nome del responsabile di zona Mauro di Marco dichiara come " Ancora una volta la cronaca giudiziaria registra quello che è già sotto gli occhi di tutti. La stretta connessione sul territorio calabrese tra politica, malavita organizzata e distruzione di risorse. Ad Amantea lo stretto legame tra politica e ‘ndrangheta ha portato oggi all'arresto di amministratori, politici, funzionari e mafiosi ed al sequestro del porto, attorno alle cui attività si erano concentrati gli appetiti peggiori. Alla luce di questi fatti i cittadini sono invitati a riflettere su quanto avviene sul territorio del Tirreno Cosentino. In ogni comune si aspira alla realizzazione di un porto o di una megastruttura sia essa commerciale o falsamente produttiva o industriale. Attorno alla grande distribuzione ed alle megaopere si concentrano le attività di riciclaggio di denaro sporco e di controllo delle attività illecite. Controllo che in una Regione come la nostra è controllo del futuro stesso dei nostri figli. ". Intanto il Partito regionale però appoggia ancora dall'esterno questa fallimentare giunta che niente ha fatto praticamente contro il fenomeno ndranghetista in modo massiccio se non convegni e parole, tante parole. Bloccando ,per esempio, trasversalmente l'unico articolo di  legge , quello nelle linee guida sull'urbanistica che avrebbe realmente bloccato tutti gli interessi cementificatori della ndrangheta. Insomma nel tirreno cosentino non si avverte quella sommossa di dignità, di prese di posizione del mondo intellettuale, della scuola, delle parrocchie, che è stato tipico della Sicilia dopo la morte di Falcone e Borsellino. Eppure il procuratore Lombardo ha parlato espressamente di "punta di iceberg". Ed ‘ vero. Noi che viviamo sul territorio sappiamo che è vero e che si scava davvero comune per comune, commercio per commercio, albergo per albergo, investimento per investimento, appalto per appalto, verrebbe fuori tutto il marciume che esiste da anni e che si è ben sedimentato e spalmato su tutto il territorio. Ma forse qualcuno come al solito, vuole fermarsi alla facciata, alla semplice inchiesta giudiziaria, all'apparizione sulle prime pagine dei giornali, senza rovinare troppo la festa a chi comunque fa affari sul turismo, sui porti, sugli appalti. Lo show deve continuare e l'estate prossima è già vicina.

Francesco Cirillo