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Catanzaro :: Distretti Rurali: ritardi nella costituzione anche dopo l'approvazione della legge.

CATANZARO :: 11/10/2009 :: Nei giorni scorsi si è aperto, a cura del presidente di Confagricoltura Regionale e del  presidente dell’Ordine degli Agronomi di Cosenza, un dibattito circa l’ attuazione di alcune misure del PSR regionale. Condividendo in toto le loro perplessità, vorrei sottolineare ed aggiungere il ritardo relativamente alla costituzione e/o riconoscimento dei distretti rurali in Calabria, nonostante l’approvazione della nuova legge regionale n. 6 del 2009 che colma la lacuna normativa nella disciplina attuativa dei distretti calabresi.

All’emanazione della legge suddetta si è approdati dopo un iter durato ben quattro anni: solo nel settembre del 2008, infatti, la Giunta regionale rompeva gli indugi depositando presso la Commissione Agricoltura del Consiglio una proposta di legge in merito alla modifica della Legge regionale n. 21/2004,  approvata in via definitiva dal Consiglio regionale nel marzo 2009 (L.R. n. 6/2009).

 

La nuova legge si pone l’obiettivo di superare le criticità della precedente normativa – più concentrata, a parere dello stesso legislatore, sui distretti agroalimentari di qualità a discapito dei distretti rurali – integrando la norma precedente con una più precisa determinazione degli aspetti.

 

La Regione Calabria, quindi,  non ha più motivo di ritardare un processo virtuoso sui Distretti Rurali: se non bastasse la nuova legge regionale, vi sono, ora, anche le definitive  norme approvate per le agevolazioni ad hoc per i distretti. Lo scorso 9 luglio, infatti, con il voto al Senato in seconda lettura, si è arrivati all'approvazione definitiva del provvedimento relativo a “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese,nonché in materia di energia.“

 

La nuova legge nazionale  contiene le ultime modifiche di alcuni punti dello specifico articolo 3) su distretti e reti d’imprese, già contenuti nella L.33/2009, approvata ad aprile, all’interno del discusso decreto “omnibus”.

 

Il quadro delle agevolazioni stabilite dallo Stato è da ritenersi, quindi, completo  per quanto riguarda i distretti rurali:  tutte le aree già intere
ssate da questo tipo di modello aggregativo e tutte quelle che hanno intenzione di adottarlo, non possono più rinviare un chiarimento con le proprie Regioni di appartenenza. Queste infatti, se hanno già una legge specifica (es. Calabria) devono dare in tempi rapidi il riconoscimento giuridico a ciascun distretto che presenti un’istanza adeguatamente costruita e supportata.

 

Segnali in tal senso arrivano anche dall’Europa:  con la decisione del 10 Dicembre 2008, la Commissione UE ha assentito alla concessione degli Aiuti di Stato per l’attuazione dei contratti “di filiera” e “di distretto” (con riferimento al Decreto 2850 del 21/4/2008) aprendo finalmente concrete prospettive all’utilizzazione di strumenti innovativi per l’ammodernamento dell’agricoltura e lo sviluppo dei territori rurali, anche in relazione alle acclarate trasformazioni del settore ed agli emergenti orientamenti delle politiche. Si tratta, in effetti, di un riconoscimento indiretto dei distretti a livello europeo sicuramente destinato a imprimere un’accelerazione alla progettualità a livello locale e di comparti produttivi. Ma si  tratta soprattutto di un provvedimento che libera circa 800 milioni di euro di contributi, risorse importanti per i distretti rurali e agroalimentari di qualità e per tutte le aree rurali che possono dotarsi di questi strumenti.

 

In questo scenario, e soprattutto in previsione del post 2013 già in discussione a Bruxelles, si conferma un crescente interesse per la “territorializzazione” delle politiche comunitarie come risposta efficiente alla sempre maggiore competizione sui mercati e a fronte di altre emergenze ambientali e climatiche, com’è stato evidenziato in occasione sia della Conferenza di Treviso, organizzata dal MIPAAF, “Le nuove sfide dello sviluppo rurale in Italia: tra Health Check e riforma del bilancio UE”, che della successiva Conferenza europea sullo sviluppo rurale svoltasi a Cipro “Le aree rurali dell’Europa in azione: di fronte ai cambiamenti di domani”. Proprio in questa fase favorevole per dare concretezza alla formazione di distretti, appare importante ricordare che le zone montane, sicuramente collocabili nelle aree rurali intermedie e in quelle con problemi complessivi di sviluppo, secondo la zonizzazione delle aree rurali italiane prevista dal Piano Strategico Nazionale, sono più interessate ai Distretti rurali che ai distretti agroalimentari di qualità, per una serie di considerazioni e le aree rurali Calabrese non fanno eccezione.

 

Il Distretto rurale, abbraccia infatti l’intera economia rurale del territorio. Per il Distretto rurale la dimensione produttiva del singolo prodotto diviene molto sfumata, mentre assume centralità la dimensione territoriale e d’interrelazioni tra i diversi attori locali e la possibilità di organizzare l’offerta di un paniere di beni e servizi identificabili per la peculiare identità del territorio racchiuso nel distretto.

La composita esperienza italiana che stiamo studiando – come gruppo di lavoro dell’ ANDRI – www.ambienterurale.it/andri-, consente di dire che il valore di un distretto rurale come strumento di governance sia molto appropriato per le aree rurali della  Calabria.

 

La Regione Calabria farebbe bene,quindi, che avviasse un processo virtuoso in questa direzione ricordando che tra le candidature avanzate per la costituzione di un distretto rurale, vi è quella del “Distretto Rurale Montano del Pollino Occidentale Calabro”, i cui confini interessano l’area a nord della provincia di Cosenza, al confine con la Basilicata. La richiesta di candidatura è stata presentata nel 2006 attraverso un progetto di legge di iniziativa popolare. Tale proposta è stata, in seguito, dichiarata ammissibile dall’Ente Regione (in data 26.06.2006 con atto deliberativo del Consiglio Regionale, successivamente pubblicato sul B.U.R. Calabria del 16.10.2006, la proposta è stata dichiarata ricevibile ed ammissibile) ed è stata assegnata alla commissione competente per la valutazione dei requisiti presentati dal comitato promotore del distretto.

 

Adolfo Rossi – esperto in sviluppo rurale