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Cosenza :: Dichiarazione di Francesco Cirillo imputato del sud ribelle ed assolto.

COSENZA :: 25/04/2008 :: 25 aprile festeggiamo non solo la Liberazione dai nazi fascisti, ma anche la liberazione di una lunga attesa durata sei anni e fatta di un arresto durato 18 giorni, e trascorsi in isolamento nei carceri speciali di Trani e Palmi, di controlli sulle nostre utenze telefoniche, di pedinamenti e microspie messe nella mia auto e nella mia casa. Sei lunghi anni che ci hanno fatto conoscere una grande solidarietà proveniente da vasti settori del movimento che ha sfilato subito dopo il nostro arresto in centomila a Cosenza, che ha poi manifestato in più occasione ed ultimamente il 2 febbraio scorso.

Una solidarietà che ci è servita tantissimo e che ci ha incoraggiato nel seguire le lunghe udienze negli ultimi tre anni. Come ho detto sin dall'inizio dell'inchiesta, tale processo è stato costruito ad arte per tentare di bloccare l'azione politica che decine di militanti del sud svolgevano in tutti i territori del sud contro gli inceneritori, le discariche, le varie mafie fuori e dentro in partiti, la corruzione politica, le ingiustizie sociali fatte da senza casa, da immigrati , da senza lavoro e da lavoratori al nero ai quali siamo sempre stati vicini. Battaglie contro le morti sul lavoro nella Marlane di Praia a Mare, cementificazioni  su tutte le coste calabresi. Azioni che si sono sempre svolte alla luce del sole e che naturalmente davano fastidio a chi serve miseramente i vari poteri politici, militari , giudiziari. Un inchiesta quindi basata sul nulla, su alcuna prova, su nessuna foto, nè video che inquadrassero gli imputati e me  stesso. Un inchiesta che è costata ai contribuenti italiani due miliardi di vecchie e lire ed auspico che qualche associazione di consumatori, riunendo cittadini in class action possano chiedere i danni allo stato così come faremo tutti noi per ottenere un risarcimento adeguato alle nostre sofferenze, alle nostre spese, al nostro lavoro che non abbiamo potuto svolgere con tranquillità e serenità. pensiamo che con la nostra assoluzione sia stata sconfitta una linea repressiva sulla quale si sono buttati a pesce chi voleva fare carriera a tutti i costi. Sarebbe giusto che ora questa gente si dimetta o venga trasferita in luoghi dove non possano nuocere più a nessun cittadino italiano che svolge una normale attività politica così come la svolgevamo noi tutti.