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‘Ndrangheta: sciopero fame Pittelli, fino estreme conseguenze.

Ex parlamentare scrive a direttore del "Riformista", Sansonetti.

CATANZARO :: 14/01/2022 :: Ha iniziato lo sciopero della fame Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia e avvocato, imputato per associazione mafiosa nel processo “Rinascita Scott” in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme contro le cosche di ‘ndrangheta del vibonese.

Pittelli ha informato della sua iniziativa il direttore de “il Riformista”, Piero Sansonetti, che ha pubblicato sul sito del quotidiano il testo della comunicazione inviatagli dall’ex parlamentare. “Ieri pomeriggio – scrive Sansonetti – ci è arrivato un telegramma dal carcere di massima sicurezza di Melfi firmato da Giancarlo Pittelli, avvocato, ex parlamentare, arrestato su richiesta della Procura di Catanzaro con accuse molto gravi che si sono via via sgretolate. Messo ai domiciliari dopo un anno di carcere duro e poi di nuovo arrestato per aver commesso il terribile delitto di aver scritto una lettera a Mara Carfagna”.

“Il telegramma che ci ha mandato Pittelli – aggiunge Sansonetti – dice testualmente così: ‘Caro Piero, porterò lo sciopero della fame fino alle estreme conseguenze contro un’ingiustizia mostruosa. Grazie di tutto”. Giancarlo Pittelli, arrestato il 19 dicembre del 2019 nell’ambito dell’operazione “Rinascita Scott” condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia su direttive della Dda di Catanzaro, aveva ottenuto successivamente il beneficio della detenzione domiciliare. Nell’ottobre del 2021 l’ex parlamentare era stato nuovamente arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria su un presunto traffico di rifiuti gestito dalla cosca Piromalli della ‘ndrangheta. Anche in questo caso, a distanza di un mese, Pittelli aveva ottenuto gli arresti domiciliari.

Beneficio che gli era stato però revocato a dicembre per violazione degli obblighi impostigli dall’autorità giudiziaria dopo che si é scoperto che aveva inviato una lettera alla segreteria del ministro per il Sud, Mara Carfagna, chiedendole di aiutarlo e fornendole il numero di cellulare della moglie per eventuali comunicazioni. La segreteria del ministro aveva poi inviato la missiva di Pittelli all’Ispettorato di Palazzo Chigi che, a sua volta, l’aveva trasmessa alla Squadra mobile di Catanzaro e, da qui, era arrivata alla Procura della Repubblica di Catanzaro.

“Pittelli, perseguitato dalla giustizia (come è successo in questi anni a tanti personaggi politici, ultimi casi noti quelli di Mannino, di Lombardo e di Cateno de Luca) – scrive ancora Sansonetti – ha deciso di sfidare la morte per denunciare la furia che si è abbattuta su di lui”.