Orsomarso (Cs) :: Cinghiali invadono Orsomarso.
ORSOMARSO :: 26/06/2008 :: Nella parte occidentale del Parco del Pollino, gruppi di Cinghiali hanno invaso le zone rurali del comune come le contrade Bonangelo, Mercurio, Molina, e Bonicose, territori dove persiste da secoli anche la coltivazione di olivi e dei vigneti della denominazione controllata del marchio Verbicaro. Sono diversi i residenti della c.da Bonangelo che da mesi lamentano una presenza massiccia dell’animale selvatico e gridano i danni subiti alle coltivazioni agricole del luogo.
A rischio anche l’incolumità delle persone: dalle tracce di scavo rinvenute da alcuni agricoltori nella c.da Bonicose, nella parte bassa del fiume Lao, attualmente sembra che una femmina di cinghiale del genere “sus scrofa meridionalis”, avvistata da più persone anche nella strada di collegamento fra Scalea e Orsomarso, girovaga nei campi coltivati con otto piccoli cinghiali di nidiata. E’ noto che la femmina di cinghiale è particolarmente aggressiva e sensibile quando sente minacciato il nucleo familiare e la zona di frequenza, in particolare di questo animale, è praticata dagli uomini. Non è escluso che la scrofa ha costruito la tana fra la c.da Mercurio e la c.da Bonicose, a soli tre chilometri dal centro montano abitato e a 10 da Scalea, ma diverse sono le testimonianze, in genere, di cittadini di Orsomarso che evidenziano la presenza massiccia dell’animale, anche nel centro urbano. Il disagio delle zone agricole rurali che, fra l’altro, rientrano nell’area protetta del Parco Nazionale del Pollino, si è accentuato per via del sovrappopolamento eccessivo del cinghiale. L’ente Parco, già da due anni, in collaborazione con le istituzioni locali come la regione Calabria e l’amministrazione provinciale, ha avviato una serie di battute di caccia controllate e istituito un fondo per risarcire dai danni i coltivatori che hanno subito eventuali perdite di prodotto agricolo e materiale; ma l’azione di recupero del fenomeno di sovrappopolamento nel comune di Orsomarso, non solo non ha dato nessun frutto, ma ci sono numerosi cittadini che esprimono il nulla di fatto. Dalle voci sembra che il territorio in questione sia escluso dall’intervento concertato dell’Ente con le associazioni venatorie. Inoltre, i territori della c.da Bonangelo, zona con forte presenza antropica, nell’attuale perimetro del Parco è considerata zona 1, cioè ad alta protezione ambientale ed è proprio per i danni da cinghiale che la polemica per la riperimetrazione del Parco Nazionale del Pollino, nel territorio, si è fatta più aspra. Alcuni cittadini di Orsomarso, visto il disinteresse delle autorità locali sulla questione, hanno dovuto organizzarsi di ingegno per difendere il coltivato. In particolare, il sig. Franco Campagna di Orsomarso, ha dovuto collegare a parte della recinzione, nella sua proprietà agricola in c.da Mercurio, un impianto di illuminazione a basso consumo energetico, un temporeggiatore e una radio per allontanare gli animali affamati dalla sua terra e pare che l’effetto di questa ingegnosità per il momento funzioni. Difatti, sembra che i cinghiali non hanno ostacoli e barriere quando si tratta di cereali, uva e frutti d’albero e anche una buona palizzata a rete viene abbattuta dalla morsa delle zanne. In sostanza il cinghiale dei monti di Orsomarso si è accresciuto in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni e la macchia mediterranea mista a latifoglie che si affaccia sul tirreno cosentino, partendo da Belvedere Marittimo a Tortora, non riesce più a contenere questo sovrappopolamento.
Antonio Pappaterra