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Praia a Mare (Cs) :: Condannato l'ex Sindaco di Praia, Pratic??.

PRAIA A MARE :: 12/12/2007 :: Una condanna che risuona come una vittoria per Antonio Praticò e Giovanni Antonio Argirò arrivata ieri sera intorno alle ore 20.00 nelle aule del tribunale di Scalea: sei mesi di interdizione dai pubblici uffici, sei mesi di incapacità di  contrarre con la pubblica amministrazione, il pagamento delle spese processuali, e sei mesi di reclusione e 200 euro di multa per il reato di turbativa d’asta in luogo dei  quattro anni di reclusione e 2 mila euro di ammenda richiesti dal pm Fiordalisi.

Una condanna quella combinata all’allora responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Praia Argirò, e ad Antonio Praticò già sindaco e presidente del consiglio comunale del paese tirrenico, che in ogni caso conferma il tentativo di favorire, mediante collusione e artifizi, la ditta Mediterranea s.p.a. di Emilio Polillo nell’aggiudicazione della gara per la costruzione del mastodontico complesso alberghiero. Per Polillo, responsabile unico della Mediterranea s.p.s, difeso dagli avvocati Franco Sammarco e Marcello Manna, era stata richiesta la reclusione ad un anno e sei mesi, l’ammenda di 50 mila euro nonché il ripristino dei luoghi, ovvero l’abbattimento dello stabile. E’ arrivata invece l’assoluzione da parte del giudice penale Giovanni Spinosa che cancella la denominazione di ecomostro per l’albergo costruito in zona Fiuzzi a Praia a Mare, perché non esiste di fatto una norma che sanzioni la mancanza della valutazione di impatto ambientale. Come dire che il fatto non è più previsto dalla legge come reato. La cosidetta VIA, ha precisato la difesa, non costituisce un’autorizzazione all’edificazione, anzi, l’articolo 181 del decreto legislativo numero 42 del 2004 specifica che non è vietato costruire in zone di particolare interesse paesaggistico, purché esistano tutte le autorizzazioni tesi fortemente sostenuta dalla difesa. Il grande albergo dunque resterà al suo posto come nel disegno del Praticò sindaco che aveva individuato nell’area antistante l’Isola di Dino un punto strategico per la realizzazione di un importante struttura turistica. Le tesi difensive hanno puntato essenzialmente a semplificare il quadro della vicenda e a rivalutare la figura del Praticò amministratore pubblico sottolineando a più riprese la legittimità degli atti amministrativi posti in essere dall’allora sindaco e dal dirigente dell’ufficio tecnico Argirò. Il progetto rientrava in un’idea più generale di sviluppo del territorio tanto da far incassare immediatamente al comune 3 miliardi delle vecchie lire derivanti dal pagamento anticipato del canone annuo del diritto di superficie di 516 euro moltiplicato per 99 anni che sarebbero stati poi destinati alla costruzione della cittadella sportiva in zona Santo Stefano. La spesa, sostenuta a monte dalla ditta Mediterranea andrebbe a sommarsi, secondo quanto dichiarato dagli avvocati difensori di Polillo, ad un danno di circa 5 milioni di euro derivante dal blocco dei lavori. Altro ruolo controverso nella vicenda è stato quello assunto dalla Regione Calabria. L’ente dapprima approvò la variante al piano regolatore nell’ottobre del 2003 che presupponeva la costruzione di una struttura alberghiera in zona Fiuzzi e che individuava la stessa zona come centro urbano, poi promulgò giudizio favorevole alla conferenza dei servizi per costituirsi, infine, parte civile nel processo. La posizione non è stata tenuta in considerazione dal giudice che non ha previsto nessun tipo di risarcimento per la Regione Calabria così come per le altre parti civili costituitesi e cioè , il WWF e i VAS.

Gaetano Bruno