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Scalea (Cs) :: Consorzio Valle Lao: un pozzo senza “fondo”

SCALEA :: 17/07/2007 :: Si aggirano intorno ai 2.500.000(due milioni e mezzo) di Euro i debiti del Consorzio di Bonifica Valle Lao.  Da una relazione datata 27/12/2006 di un noto sindacato di Scalea, solo per i pignoramenti dovuti alle azioni giudiziarie intraprese dai lavoratori irrigui per il mancato riconoscimento dei diritti salariali, le somma pignorata all’ente Consortile è superiore a 1.500.000 Euro.

Nel 2006 sono state oltre 250 le delibere di presa d’atto per i pignoramenti riconosciuti dal giudice del lavoro a carico dell’amministrazione dell’Ente, con l’aggravio delle spese processuali e questo è solo un tratto dell’empasse che ormai  è diventata normale routine. La storia di questo percorso all’indietro parte nel 2000, quando il Consorzio di Bonifica Valle Lao Venne commissariato per motivi di ingerenza politica. La giunta regionale di Centrodestra con a capo Chiaravalloti, trovò l’appiglio per determinare la fine della presidenza consortile formata dalla lungimirante e trentennale esperienza del Avv. Agostino Fortunato. Il noto avvocato di Praia a Mare venne silurato perché dava fastidio al progetto di occupazione delle poltrone da parte di quella politica che se ne frega della “Questione Morale”. Al suo posto vennero nominati addirittura  due commissari, Franco Morelli e Angelo Paravati, il primo era braccio destro di Chiaravalloti ed ora consigliere regionale di AN, il secondo è ancora sindaco ad Orsomarso e attuale commissario nominato dall’On. Pirillo  e dai vertici del PDM, ma allora era di F.I. e frequentava la corte dell’ex sottosegretario alla Giustizia Iole Santelli. Tutto a spese dei contribuenti! Da allora i vari commissari, susseguitosi nella corrente libertaria e liberticida, non hanno prodotto nulla di buono e la politica Calabrese, quella che doveva rinnovare gli Enti Strumentali in industrie del lavoro, ha semplicemente continuato al calpestare il solco clientelare e dei favoritismi con meno eleganza della prima Repubblica. Nel 2005 con il cambio alla guida della giunta Regionale, da parte del centrosinistra e dell’assessore all’agricoltura On.Pirillo, ci si aspettava una ventata fresca di cambiamento, invece l’oscurità ha avvolto sempre più le speranze di una ripresa. Relazioni sindacali evase, bilanci consuntivi e preventivi arretrati non approvati, assunzioni dubbie e particolarmente a rischio, per via dell’eccessivo debito consortile, sono il frutto di una mancanza di riflessione attenta della politica stessa. Il consorzio è sull’orlo di una chiusura e la politica, la stessa che ha combinato, inventato e perpetrato  il commissariamento, la stessa che ha dimenticato di non essere proprietaria delle strutture e delle infrastrutture presenti nel tirreno cosentino e che dimentica pure che L’ente Strumentale Consorzio di Bonifica dovrebbe essere al servizio degli agricoltori, deve responsabilizzarsi e poi farsi da parte, lasciando al macero quella voglia di insistere a danno delle risorse e della potenzialità calabresi. E’difficile che un Ente trattato male così si riprenda, soprattutto se a ottobre 2007,   per le elezioni del nuovo Presidente del Consorzio di Bonifica, che avviene dopo 7 anni di buio, ma che potrebbe anche  essere la conferma di una fine ormai avvenuta, si continueranno a seguire quelle linee clientelari dettate da chi ama fare la politica in  modo egoistico. La realtà non presenta nulla di buono e ne promette un granché di cambiamento. Oggi il consorzio di Bonifica sopravvive a “stento” grazie alla gestione dei Lavoratori Forestali. l’amministrazione consortile da tale gestione percepisce una percentuale dell’11 % su 20.000.000     ( ventimilioni) di euro di retribuzioni annuali dei lavoratori, quantificabile in entrate per l’amministrazione del consorzio pari a 2.000.000 di euro e se non si prevedono prospettive di cambiamento, anche questo budget, sempre al ribasso, non basterà per colmare la sete di un ente strumentale che poteva dare di più al territorio.

 

 

Antonio Pappaterra