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Scalea (Cs) :: Sul 118 solo silenzi.

Sono mesi che numerosi cittadini hanno chiesto attenzione sulla mancanza del servizio di primo soccorso. Oggi l’appello rimane ancora voce nel vuoto.

 

SCALEA :: Non ci sono mezzi termini per descrivere un illusione, la realtà è chiara: questa estate saremo senza 118 a Scalea. La delusione serpeggia sempre di più fra gli animi che hanno chiesto un intervento concreto alle autorità per risolvere in modo pacifico la mancanza di questo essenziale servizio per i cittadini di Scalea e del comprensorio.

Oggi l’appello che ha scosso le coscienze e la sensibilità di numerosi cittadini comuni, dopo mesi di vuoti e silenzi deve farsi strada nella protesta e non può rimanere ancora voce di purezza nel vuoto. Nel dubbio e di fronte all’incertezza relativa agli interventi ritardati dell’autombulanza, bisogna scegliere la strada giusta e forzare la mano sulla necessità di costituire da subito, proprio per cercare di salvare vite e di migliorare i servizi nel territorio, il presidio del 118 estivo a Scalea. Lo hanno fatto a Diamante, non ho ancora capito perché non lo hanno fatto a Scalea!  Le ultime notizie che ritornano a parlare di drammatici avvenimenti, come quello accaduto alla sfortunata signora Filomena, deceduta per un puntura di insetto,  riempiono la coscienza   di interrogativi che non lasciano spazio a risposte: con un presidio di primo soccorso vicino si poteva salvare questa vita? Non c’è una risposta certa a questa domanda e quello che resta dietro all’ incognita rappresentata dalla morte  è un immagine muta che si colma sempre di più con lacrime e rabbia. Lacrime che esprimono sofferenza e perdita, rabbia che si intreccia al dolore, quasi al punto da diventar follia e  gesto disperato di ricerca di luce e di pace, ma non c’è pace quando la rabbia si accentua nel dubbio, quando per un minuto in più risparmiato si poteva evitare la fatalità. Il gioco delle combinazioni è beffardo, illogico, spietato quando in gioco c’è la vita, ma l’uomo, lo studioso, il cittadino, il politico ha un dovere morale, anche di fronte alla morte, verso se stesso e il mondo che lo circonda: agire per migliorare gli aspetti dell’ambiente in cui vive, proteggersi e muoversi per arginare i rischi e i pericoli al fine di garantire l’incolumità  degli individui che formano la società e la famiglia. Un dovere morale che a Scalea deve essere categorico quando si parla di servizio di pronto soccorso e non si può lasciare ancora che gli appelli rivolti al mondo politico restino fruscii di silenzi. Questa non è solo la necessità di dotarsi di un servizio che manca, ma è anche una missione di civilizzazione per il nostro comprensorio. In altre parti d’Italia sono stati compiuti passi da gigante per rispondere alla necessità di un primo intervento di soccorso rapido: qui, invece, siamo in Africa e con tutto il rispetto per il terzo mondo, dopo tutti i miliardi spesi per fare ospedali fantasma, credo sia arrivato il tempo di farla finita con le chiacchiere e tentare almeno un percorso costruttivo che sa di concreti servizi. Il presidente della Regione Calabria deve rendersi conto praticamente che l’emergenza sanitaria calabrese non è solo a Catanzaro e rivolgo ai cittadini di Scalea l’invito di scrivere, sottoscrivere, appoggiare e formare l’appello per la costituzione del 118 così come richiesto con coraggio, circa 11 mesi e il 16 maggio scorso da Marta, per dare una possibilità in più a tutti e al nostro territorio.  

Il Presidente dell’associazione “La Scossa”Antonio Pappaterra