Serra DÄôAiello (CS) :: Svolta nelle indagini sullÄôIstituto Papa Giovanni XXIII
SERRA D’AIELLO :: 17/07/2007 :: Nella mattinata di oggi la Guardia di Finanza della Compagnia di Paola, su ordine del Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Paola, su richiesta della Procura della Repubblica di Paola ha tratto in arresto l’ amministratore pro tempore dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra D’Aiello (CS) Mons. Alfredo LUBERTO ed il suo braccio destro, il commercialista dott. Fausto Arcuri.
L’istituto era balzato all’attenzione della cronaca lo scorso anno a seguito delle indagini della Procura e della Guardia di Finanza di Paola che avevano evidenziato come quella che in teoria avrebbe dovuto essere una casa di accoglienza e cura per persone disabili, anziane o affette da disturbi psichici, era in realtà una struttura in degrado dove i pazienti venivano tenuti in condizioni di abbandono in assenza delle più elementari norme igieniche.Quando, nel marzo dello scorso anno i militari della Guardia di Finanza si sono recati, a seguito del sost. Proc. Dott. Eugenio Facciolla presso la struttura dell’istituto al fine di consentire al personale medico specializzato di svolgere un’ispezione sanitaria, davanti a loro si era aperto uno scenario impressionante: sudiciume sui pavimenti e sulle pareti, servizi igienici non funzionanti, infiltrazioni d’acqua ed umidità dappertutto, finestre e porte rotte, pazienti abbandonati su materassi senza lenzuola. In realtà le indagini, coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica Cons. Luciano d’Emmanuele e dal sostituto procuratore della procura della Repubblica del Tribunale di Paola, Cons. Eugenio Facciolla, erano state avviate per far luce su alcune operazioni finanziarie che inizialmente erano apparse poco chiare. In particolare, aveva insospettito a una cessione di crediti che prevedeva di cedere crediti per 3,5 milioni di euro ad un corrispettivo di 500 mila euro. Successivamente, con l’approfondimento delle indagini, queste operazioni che inizialmente erano apparse semplicemente poco chiare, hanno svelato vere e proprie fattispecie di reato (utilizzo di fatture false, appropriazione indebita e truffa) a danno dell’Istituto.Il prosieguo delle indagini ha svelato il nesso tra le condizioni disumane in cui venivano tenuti gli ospiti della struttura e le operazioni spregiudicate messe in atto dagli amministratori: una spiegazione semplice, i fondi destinati alle esigenze della casa di cura venivano costantemente distratti e utilizzati per gli scopi personali degli amministratori.Emergevano così fatture false per milioni di euro per merce mai arrivata all’Istituto, mobili di lusso e gioielli comprati dagli amministratori ma regolarmente pagati dall’Istituto ed addirittura spese quotidiane degli amministratori addebitate alla casa di cura.Si è scoperto che nel corso degli anni l’Istituto era stato sottoposto ad una sistematica spoliazione e che i fondi destinati ai degenti erano stati utilizzati per le esigenze personali di Mons Alfredo Liberto e del suo entourage.Vittime di questa gestione criminale non erano soltanto i degenti ma anche gli stessi lavoratori impiegati presso la casa di cura e, com’era prevedibile, anche l’Erario statale. I primi perché a causa del costante stato di insolvenza dell’Istituto, per molti mesi non veniva loro corrisposto il regolare stipendio o ne veniva corrisposta solo una parte; il secondo perché, come è emerso da una verifica fiscale effettuata dai militari della G.d.F., colpito dalle gravissime violazioni fiscali evidenziate dalla contabilità dell’Istituto.In particolare dai controlli effettuati dai militari della gdf sono emerse violazioni fiscali gravissime che vanno dall’occultamento di ricavi per 13 milioni di Euro, all’esposizione di costi indeducibili per quasi 2 milioni di Euro, al mancato versamento di contributi previdenziali per ben 15 milioni di euro.La scorsa settimana il GIP del Tribunale di Paola, ritenendo pienamente fondato e provato il quadro accusatorio, ha disposto la custodia cautelale per l’ amministratore dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra D’Aiello (CS) Mons. Alfredo LUBERTO ed il suo braccio destro, il dott. Fausto Arcuri.