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Lo Snodo :: Shame on Ahmadinejad.

di Enrico Esposito

 
LO SNODO :: 20/04/2009 :: A Ginevra si sta celebrando il rito osceno dell’intolleranza razzista nel nome del razzismo. Un razzista non può combattere il razzismo. L’hanno scritto e l’hanno urlato in faccia al presidente iraniano i giovani contestatori in tenuta da clown. Ma lui, Ahmadinejad, ha continuato a vomitare i suoi insulti nei confronti di Israele, il nemico di sempre insieme a tutto l’Occidente, mentre i rappresentanti degli stati europei  abbandonavano la grande sala del convegno voluto dalle nazioni unite, ma disertato dagli USA e da altri paesi occidentali.

Non c’era nemmeno l’Italia, e questa volta ha fatto bene a non seguire il Vaticano, docilmente presente là dove si predica soltanto odio. E si tratta di odio razzista. E qualcuno ha rilevato che non sempre gli assenti hanno torto.Ma va osservato subito che, dopo i fischi e gli sberleffi, tutti meritati, al presidente dell’Iran è tempo che l’Occidente torni ad essere Occidente. I diritti umani, civili e politici sono nati in Occidente, e in questa parte del mondo hanno avuto codificazione valida per tutto il globo terrestre. Sarebbe perciò un errore grave e imperdonabile se, sull’onda di quanto accade a Ginevra, si riprendesse a parlare di scontro di civiltà e di guerra ideologica e culturale, che non è meno esecrabile di altri tipi di guerra. L’Occidente deve combattere ancora per l’affermazione di principi quali l’uguaglianza e la libertà per tutti gli essere umani e a tutte le latitudini. Sarà una battaglia lunga e difficile. Ma proprio per questo vale la pena combatterla. Rassegnarsi allo scontro senza fine con chi la tradizione occidentale non ha fatto ( ancora) propria, significherebbe dare partita vinta ai teorici dell’inevitabilità del conflitto. Il che porterebbe ad un arretramento verso epoche buie, vissute nell’intolleranza e nell’isolamento orgoglioso e barbaro. Ci vorrà un’altra Ginevra, anche con Ahmadinejad, non fosse altro che per presentargli il conto del confronto tra i diritti realizzati e in fase di realizzazione in tante parti del mondo e i diritti costantemente negati nel suo antico paese.