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Cosenza :: La Casil non condivide la scelta del Sindaco Mario Occhiuto di abbattere l’ex Jolly Hotel.

COSENZA :: 04/08/2011 :: Rispettiamo l’onestà intellettuale con la quale il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto termina la sua analisi sul  centro storico cittadino, ma al tempo stesso non ci convince più di tanto. Non siamo antagonisti e neppure assertori del no. Tutt’altro. Abbiamo apprezzato la sua esposizione, ma non l’inizio dei lavori, in quanto appare estremamente affrettato riproporre l’abbattimento dell’ex Jolly Hotel di lungo Crati-Busento, alle porte di Cosenza storica, già adibito ad Uffici direzionali di Banca Carical ed oggi a sede Aterp.
Poiché la nostra deformazione professionale ci porta sempre a discutere nell’ottica dell’occupazione, dello sviluppo e comunque della programmazione senza deturpare alcunché, non ci sembra che l’abbattimento dell’ex Jolly vada in tale direzione.
Si è vero l’ex Jolly, rappresenta un pugno nell’occhio di chiunque, ma non riteniamo che esso sia l’unico ed il più rappresentativo problema su cui intervenire per il recupero del centro storico di Cosenza.
Non richiamiamo soltanto il degrado ed il vero obbrobrio di piazzetta Toscano. Oggi si hanno vie e viuzze sporche ed autogestite anche nella viabilità, facendo scempio delle gradinate che caratterizzavano la Cosenza antica, senza risparmiare gli interventi molto artigianali del “far da te”relativamente a balconi e finestre, rimodellate anche per ampiezza senza alcun rispetto delle vecchie, storiche  e prestigiose imposte.
I locali di allora splendore della quotidianità, oggi sono tutti precari ed alcuni anche tamponati alla meno peggio, ma spregevolmente brutti.
Non parliamo del richiamo alle targhe ed insegne cadenti quanto non sostituite senza alcun rispetto del luogo e del tempo.
La carenza di igiene non può essere salvaguardata come antichità. Così come le fioriere abbandonate e l’illuminazione inadeguata.
Molti dei rari esercizi commerciali si presentano quasi impraticabili.
Cosenza vecchia, come la si è sempre chiamata, è priva anche di una corretta guida turistica, sia cartacea che umana, nel senso del lavoro, mentre  esercizi storici che avevano resistito sperando in una riapertura, vengono posti in vendita, preferendo il territorio a nord della città.
E che dire dell’assenza di servizi igienici pubblici. Una volta se ne contavano diversi, uno anche sotto la gradinata che porta al ponte di “Pignataro” e per Via Galeazzo di Tarsia alla “piazza piccola”, una volta “anche del pesce”
Le piazze storiche, da quella delle “ uova” a quella “piccola” per la vendita dei pesci, a quella “grande”, sono preda dell’iniziativa improvvisata privata anche nei colori.
Quale accoglienza può rappresentare un circuito urbano periferico  se non è diffusa l’attività commerciale ed artigianale che possa richiamare il visitatore, atteso che le mura sporche e degradate non possono costituire elementi d’attrazione?  
Il Sindaco Occhiuto, non ce ne voglia, anche perché siamo stati tra quelli che lo hanno sostenuto nel  ballottaggio, ma non metta  in atto con disinvoltura l’abbattimento dell’ex Jolly, su cui comunque intendiamo offrire anche il nostro punto  di vista che non va verso l’abbattimento ma nella sua rivalutazione.
Non esiste né il bello e né il brutto assoluto. Ed ambi due possono coesistere se opportunamente studiati.
L’architetto Sindaco Occhiuto non può che far valere la sua esperienza per una coesistenza in omaggio alla memoria storica di Cosenza.
Vista con l’occhio dell’ideatore dell’ex Jolly Hotel, anche Cosenza vecchia rappresentava una bruttura da eliminare eppure non ci sembra abbia mai pronunciato una simile sconcezza.
Occorre in primis incentivare il commercio e l’artigianato, anche riservando il comodato d’uso gratuito decennale dei locali di proprietà pubblica ed intervenire sui privati per quanto attiene gli altri dai quali si deve pretendere il ripristino, almeno per limitarne la pericolosità e nel rispètto della diritto di proprietà avviare trattative per ottenerne un utilizzo in fitto adeguato per  destinare i locali  all’uso gratuito a carico del Comune per un congruo numero di anni, le cui risorse potrebbero attingersi all’economie del mancato abbattimento e ristoro dell’ex Jolly Hotel.
L’illuminazione va ripristinata perché il buio non è stato mai indice di vita bensì di morte.
Il colore va riordinato con apposito piano.
Del resto a che cosa è servito il recupero dell’ex Albergo Bologna, se non a dilapidare economie, poichè non gli  è stata riservata un’adeguata destinazione?
In conclusione che l’ex Jolly Hotel è inquinante per il centro storico è fuor di dubbio ma che lo stesso costituisca la priorità al recupero storico di Cosenza non lo condividiamo anzi siamo del parere contrario, ovvero siamo per il mantenimento dell’ex Albergo americano perché anche con la sua bruttura nel paesaggio di allocazione rappresenta pur sempre un passaggio storico che Cosenza non può annullare per soddisfare l’occhio, benché voglia la sua parte .
L’esposizione, d’un tempo, delle due bottiglie di gazzose appese sulla porta dell’esercizio commerciale con la scritta “Olio” e “Vino” proprio a volerne indicare che in quell’esercizio si vendevano sia l’uno che l’altro, possono condividere  la immediata storia moderna rappresentata proprio dalla bruttura dell’ex Jolly Hotel. Bruttura, si badi bene, perché incastonato in quella realtà urbana, altrimenti di scatoloni da censurare in Cosenza non ne mancano.
Necessita  dare quel “tocco” indispensabile al rilancio della Cosenza antica senza deturpare l’esistente con abbattimenti  in quanto se non antico rappresenta pur sempre un passaggio storico della civiltà locale.

Con i risparmi del mancato abbattimento e del ristoro all’Aterp si potrà investire nel recupero urbano e commerciale del luogo.
Iniziare dall’eliminazione di un elemento che in ogni modo ricorda la storia di Cosenza non ci sembra che sia una scelta delle migliore.
Secondo la nostra visione rimasta per diversi decenni inascoltata e che riteniamo opportuno riprendere, dal momento che si riparla di recupero del Centro Storico, per ritornare al suo splendore il centro storico di Cosenza, ovvero la parte antica fino ai fiumi Crati e Busento, necessita che Cosenza si espandi verso Timpone degli ulivi, Borgo Partenope, Donnici,  Sant’Ippolito,ovvero a sud della città.
Solo così Cosenza antica potrà innanzi tutto essere definita “Centro storico” passando per il “Centro città” e non periferia storica, abbandonata all’incuria dell’uomo.
Le attività commerciali dal sud, come dal nord spingeranno verso l’interno di Cosenza antica  e  si avrà, così, un recupero urbano, commerciale e comunque storico con oneri a carico del  privato.
Stringere Cosenza Vecchia dai dintorni  in una sorta di morsa a cerchio farà rivivere Cosenza vecchia e storica.
In tale visione l’ex Jolly Hotel, frutto della ricostruzione e dell’intervento americano del dopo guerra che ha programmato simili Hotel  ogni 100 km per tutta Italia, fa parte della storia di Cosenza e la storia non si può cancellare per il gusto di eliminare le brutture.
La storia va rispettata per quella che è.
E’ storia oppure non lo è ricordare ai posteri che sotto il Jolly Hotel v’era la prima autorimessa per auto al servizio dell’ospite che la storia di Cosenza ricordi?
Ebbene perché non riservare alla storia anche la bruttura dell’ex Jolly che non ha alcuna  colpa della sua diversità?
E perché non destinare alla storia ed alle guide (da promuovere)  anche l’ex Jolly Hotel da offrire ai turisti facendo loro capire la diversità di veduta nel costruire come la diversità di intendere la città prima e dopo la seconda guerra mondiale?
Non è fantapolitica la nostra ma un modo diverso di intendere il recupero durevole ed utile al turismo, alle attività produttive  ed  al contenimento della disoccupazione e non legato soltanto alla rimozione dell’esistente ad alla sua definitiva sistemazione vuota di contenuti.
Il Centro storico non può rappresentare una natura morta ma un agglomerato vivo e vegeto.
Quale sarebbe l’occupazione che ne deriverebbe dall’abbattimento dell’ex Jolly, se non soltanto un po’ d’ ossigeno a qualche ditta appaltatrice dei lavori? E poi?
Rivalutandolo sarà utile al turista per conoscere meglio le origini e la storia di Cosenza anche tramite cartoline e guide turistiche che ne ricalcano tutti i momenti di vita cittadina, anche con le sue brutture da valorizzare. Un albergo? E perchè no!.  Non fa parte dell’accoglienza? Anzi costituirebbe un richiamo turistico finalizzato alla conoscenza del centro storico cosentino.
L’inesistenza di un albergo in prossimità del Centro storico costituirebbe un handicap nel raggiungerlo a piedi se non sfiniti per la lontananza di quelli esistenti. E non ci si parli di trasporto gratuito nel caos urbano perditempo.  
Ci si dovrebbe soffermare  meglio sul recupero del Centro storico ed evitare di eliminare l’ex Jolly Hotel perché anch’esso appartiene alla storia di Cosenza con la venuta  degli americani e che non si può cancellare per interessi diversi da quelli reali.
In definitiva l’ex Jolly Hotel rappresenta il primo passo verso il progresso e la ricostruzione e quindi merita rispetto e non l’abbattimento.
C’è chi è passato alla storia per aver bruciato Roma. Ci auguriamo che il  Sindaco di Cosenza Occhiuto vi passi non per aver abbattuto l’ex Jolly Hotel ma per aver recuperato il Centro storico  con una vera programmazione che tenga conto dell’esistente e riconsideri anche la presenza di dipartimenti e facoltà dell’Unical che, oggi,  risulta di Arcavacata di Rende, in luogo di Cosenza,  quando tutte le Università fanno capo alle rispettive città capoluogo, al di là della loro allocazione. In questo scenario la presenza della Biblioteca comunale e Nazionale, rappresenta una ricchezza da rivalutare, come anche il patrimonio ecclesiale ed  il recupero degli immobili fatiscenti pubblici, di conventi, ecc., per destinarli all’Università, all’accoglienza studentesca, del corpo insegnante, al pensionato turistico e stanziale. Mentre vanno ridisegnati i collegamenti da e per le stazioni, per l’esistente università di Arcavacata non escludendo anche uno svincolo dell’A3 a sud della città.
Da qui il rilancio turistico del Centro Storico, dell’intero interland,  dell’entroterra, della pre-sila, della Sila,  e del basso Tirreno, restituiscono a Cosenza la sua centralità di un tempo con i collegamenti da e per  “i casali del manco e del vallo”, nel rispetto di tutte le culture che hanno caratterizzato la storia di “Cosenza vecchia”, ivi comprese quelle definite “brutture”

Franco Scrivano Segretario Generale Casil