Pizzo :: Io resto in Calabria vi racconta i candidati alle politiche del 2013 in Calabria.
PIZZO :: 30/01/2013 :: Le liste dei candidati alle prossime elezioni politiche sono state presentate, la campagna elettorale inaugurata un po’ ovunque e il “riuso” si è confermato la strategia prevalente dei partiti e della politica calabrese. Scrutando le liste dei candidati che si apprestano a competere per le elezioni del prossimo 24 e 25 febbraio, appare chiaro e cristallino che la scelta, da destra a sinistra e nei movimenti della cosiddetta “società civile” poi condizionata dai soliti partiti e apparati, sia stata quella di ricandidare i soliti noti che, in tanti anni di viaggi dalla Calabria verso Roma, non hanno portato nulla in questa regione, o presentare personalità che non conoscono affatto le problematiche del nostro territorio semplicemente perché non vivono qui.
Ci sono consiglieri regionali, sindaci, parlamentari dimissionari che proprio non vogliono mollare e noi ci domandiamo: non è che hanno paura di dover lavorare e per questo cercano di collocarsi come meglio possono e ovunque possono?
Come accennato, si tratta di un racconto ad episodi e, in questo primo, partiamo dal Partito Democratico che ha scelto i suoi candidati attraverso l’apprezzabile sforzo delle primarie. La capolista alla Camera dei Deputati è Rosy Bindi (Legislatura XII, XIII, XIV, XV, XVI, per vedere le sue attività da parlamentare potete cercare sul sito: http://parlamento.openpolis.it/parlamentare/cosa/id/217/sf_highlight/rosy+bindi ), certamente non la bandiera della calabresità e della novità ma, piuttosto, un’icona della storia del partito “nominata” alle primarie nella circoscrizione di Reggio.
Il secondo posto fra gli eletti è per il commissario regionale Alfredo D’Attorre che non ha precedenti esperienze parlamentari, Docente di Filosofia del Diritto all’Università di Salerno, dichiara di voler restare in Calabria e mi sentirei di rispondergli che se vuole restare deve avere più spina dorsale e sfruttare le correnti di sinistra che vogliono rivoluzionare davvero la classe politica calabrese, non fare finta di voler cambiare le cose per poi lasciare tutto alla vecchia gestione solo per conquistarsi un posto al sole fuori dalla Calabria.
Inaspettatamente qualcuno inizia a defilarsi dalla scena politica, ma la tradizione dei sostituti del “cambiare tutto per non cambiare nulla” non si ferma, e così troviamo candidate come Enza Bruno Bossio, moglie del sempreverde Nicola Adamo, già deputato, assessore regionale, consigliere regionale e, ultimamente, rinviato a giudizio per l’inchiesta Eolo (qui l’aggiornamento sull’inchiesta ad opera di Gaetano Mazzucca, sul Corriere della Calabria dello scorso 25 gennaio: http://www.corrieredellacalabria.it/stories/cronaca/9488_inchiesta_eolo__adamo_leader_della_struttura_criminale/ ).
La Bruno Bossio prende quasi 11 mila voti alle primarie nella provincia di Cosenza: saranno tutti compari e amici del marito? Al quarto posto, Nicola Stumpo (meglio conosciuto come Nico), nato a Cotronei circa quarant’anni fa, è l’uomo delle regole del PD. Fu infatti proprio lui a inserire la clausola che per votare agli ultimi ballottaggi delle primarie bisognava aver votato al primo turno e, sempre lui, nel 2007 impedì a Pannella di candidarsi come segretario del PD, inserendo la regola che non potevano candidarsi Leader dipartito. Al quinto posto, Demetrio Battaglia, nato a Motta San Giovanni nel 1959, consigliere regionale in Calabria dal 2008 (subentrò come primo dei non eletti nella precedente consiliatura). Ernesto Magorno, Sindaco di Diamante, è il sesto in elenco.
La curiosità tecnica su questa candidatura, uscita anch’essa dal voto delle primarie, è che, secondo il regolamento del PD, lui non avrebbe potuto parteciparvi poiché Sindaco di un comune che ha 5055 abitanti. Settimo è Bruno Censore, il Consigliere Regionale del PD giunto alla sua seconda consiliatura, attualmente ricopre anche la carica di vicepresidente della commissione contro la ‘ndrangheta. Dottore commercialista e revisore dei conti, in passato ha ricoperto incarichi nei CdA di Fincalabra, Aterp, Telcal, Consorzio Crati Sviluppo, Università della Calabria e Parco Regionale delle Serre.
E poi c’è Nicodemo Oliverio, nato a Cirò, il 17 febbraio 1956 (Legislatura XIV, XV, XVI: http://parlamento.openpolis.it/parlamentare/nicodemo-nazzareno-oliverio/606 ), attualmente imputato per bancarotta fraudolenta nella vicenda della cessione di Palazzo Sturzo ( Marco Travaglio lo cita nel suo articolo “Le Impresentarie”, fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/03/impresentarie/460500/ ). Nona è Stefania Covello, figlia di Franco Covello, anima della Democrazia Cristiana poi passato ai socialisti con l’amministrazione di Giacomo Mancini Senior al Comune di Cosenza…insomma una casta che rinnova il proprio impegno politico di generazione in generazione. E al decimo posto (ancora utile per l’elezione in una lista che dovrebbe raggiungere buone percentuali nazionali) c’è Francesco Laratta (Legislatura XV, XVI, http://parlamento.openpolis.it/parlamentare/cosa/id/492/sf_highlight/Francesco+Laratta ).
Al Senato invece il PD propone come capolista il reggino (all’anagrafe) Marco Minniti (Legislatura XIV, XV, XVI, http://parlamento.openpolis.it/parlamentare/marco-minniti/572 ), dalemiano storico. A seguire, c’è Doris Lo Moro (Legislatura XVI, http://parlamento.openpolis.it/parlamentare/doris-lo-moro/274922 ); per la ex magistrato, già Sindaco di Lamezia Terme per due mandati (dal 1993 al 2001), diventata consigliere regionale nel 2005 e rimastaci fino a quando non è stata eletta alla Camera dei Deputati nella precedente legislatura (2008), ecco pronta una nuova esperienza, con la candidatura al Senato.
Terzo è il calabrese Bruno Villella, di cui nel 2011 la stampa ne sanciva la fine politica ( http://www.corrieredellacalabria.it/stories/politica/1058_pd_finisce_lera_di_bruno_villella/ ) e che, grazie al responso delle parlamentarie, è rientrato nuovamente in gioco. Da rimarcare c’è poi, al quarto posto, Micaela Fanelli, nata, cresciuta e residente a Campobasso; certamente conscia di tutte le problematiche della nostra regione e pronta a portarle in seno a Palazzo Madama.
Quinto Angelo Argento, che sarà ovviamente un altro alfiere delle istanze calabresi visto che è preso in prestito dalla vicina Sicilia. Infine, al sesto posto c’è nuovamente un figlio di Calabria, Francesco De Nisi, il dimissionario presidente della provincia di Vibo Valentia.
Mentre a sinistra ci si arrampica sugli specchi, a destra vince l’accumulo delle cariche (e non solo questo): se sei Consigliere regionale o Presidente del Consiglio regionale o, meglio ancora Assessore, vorrai accontentarti di fare bene il tuo lavoro? Ma questa è un’altra storia che vogliamo raccontarvi nei prossimi giorni. Il sentimento di “Io resto in Calabria” è di profonda preoccupazione perché nessun partito ha dato segnali di cambiamento e coloro che potevano iniziare una rivoluzione al loro interno sono stati emarginati.
Tuttavia, una speranza ci alimenta e noi faremo di tutto per farla crescere: stiamo passando ai raggi x tutti i candidati e cercheremo di essere la coscienza critica di una Calabria che non vuole andare a votare sempre le stesse promesse tradite, ma vuole dire basta a questa politica e alla rigenerazione continua di chi doveva lasciare la gestione della polis già molti anni fa, perché è sotto gli occhi di tutti che di tanti parlamentari eletti in Calabria nessuno o quasi ha restituito benefici a questa regione.
Ai calabresi vogliamo dire di scrutare con attenzione i candidati e vivere la campagna elettorale con coscienza facendo molta attenzione. Noi di “Io resto in Calabria” faremo, comunque, la nostra parte come associazione e come movimento di impegno civile, per rintracciare chi merita di rappresentare la Calabria in Parlamento e sensibilizzare le coscienze dei calabresi affinché davvero essi esprimano un voto utile, utile ai calabresi e non ai soliti riciclati, nonostante i grandi limiti della legge elettorale con la quale andremo a votare e che è prova lampante di una classe politica italiana che non vuole rinunciare a essere “casta al potere”.