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Aiello Calabro :: Ancora misteri dietro la motonave Jolly Rosso.

La vicenda della Jolly Rosso è a tutti ben nota.

AIELLO CALABRO :: 11/09/2009 :: Era il 14 dicembre del 1990. Sulla spiaggia di Formiciche, a pochi chilometri da Lamezia Terme, si arenò la motonave Jolly Rosso. Secondo l'armatore Ignazio Messina, si trattò di un incidente provocato dal mare in burrasca. I magistrati, invece, sospettarono che a bordo di quella nave ci fossero sostanze tossiche o radioattive: bidoni che avrebbero dovuto essere smaltiti sui fondali marini, e che causa maltempo, sarebbero finiti sulla costa, per poi sparire nell'entroterra. A lungo gli investigatori hanno cercato in questi anni di scoprire la verità.

Sia sul carico della Rosso, sia sulle altre carrette del mare: imbarcazioni in condizioni pietose, mandate a picco nel Mediterraneo (si dice) colme di scorie. Ma nonostante le migliaia di verbali, di indizi, di indicazioni sui presunti luoghi di occultamento, non si è riusciti mai a fare piena luce su quelli che rimangono ancora solo sospetti, illazioni, ipotesi varie. Nel 2007 l’Arpacal aveva rinvenuto tracce di Cesio e alcuni materiali usati per schermare la radioattività: granulato di marmo e metalli pesanti. Nel 2008 è stato trovato un presunto sarcofago di cemento con mercurio all’interno. Nel 2009 l’inchiesta è stata definitivamente archiviata. Abbiamo vissuto diciannove anni di allarme e preoccupazione. Oggi è in atto una nuova campagna di stampa fatta di ipotesi e fughe di notizie continue. I giornali locali e nazionali, a giorni alterni, parlano di veleni, di ritrovamento di materiali tossici, di disastro ambientale…Anche il Tg1 nelle settimane scorse si è occupato di questa vicenda. Un quotidiano calabrese oggi titola a caratteri cubitali: “Pericolo per le popolazioni”. I nostri concittadini vivono ormai nell’angoscia continua. Nei giorni scorsi ho chiesto un incontro al Procuratore della Repubblica di Paola per essere messo al corrente, in qualità di primo cittadino di Aiello Calabro, su eventuali pericoli che possono minacciare la salute dei miei concittadini. Ma non ho ricevuto ancora nessuna risposta. Tutto ciò mentre aumenta, giorno dopo giorno, la preoccupazione della gente e la richiesta di chiarimenti circostanziati e definitivi. Intere famiglie di operatori turistici rischiano di chiudere le loro aziende. Decine di piccoli coltivatori, che vivono esclusivamente del lavoro di piccoli appezzamenti di terreno di loro proprietà,  sono letteralmente disperati. Di fronte a tutto ciò ed a difesa dell’immagine dei nostri concittadini e dei nostri territori, non possiamo attendere passivamente, aspettando con le mani in mani di apprendere dai mezzi di informazione notizie che riguardano la nostra salute e quella delle popolazioni da noi amministrate. Urge un’azione comune, forte e corale, che porti chi di dovere a dire una parola chiara e definitiva sull’intera vicenda, a rendere pubblici i risultati delle analisi tecniche e scientifiche condotte sui siti eventualmente inquinati del fiume Oliva e a procedere all’immediata bonifica dei territori che dovessero risultare contaminati da presunti rifiuti tossici e radioattivi. Per questo motivo abbiamo concordato con i sindaci del comprensorio di tenere un Consiglio comunale straordinario e aperto a San Pietro in Amantea per venerdì 18 settembre alle ore 17.