Allarme vino: scorte record e calo dei prezzi, il settore verso mezzo miliardo di perdite.

ROMA :: 03/07/2025 :: L’offerta di vino oggi eccede la domanda e, se la prossima vendemmia si manterrà nella norma con circa 50 milioni di ettolitri, il rischio è che a ottobre si arrivi ad avere ben 90 milioni di ettolitri di vino stoccati nelle cantine italiane, pari quasi a due raccolti interi. Uno scenario che provocherebbe un drastico calo dei prezzi, in un contesto in cui l’Italia è l’unico Paese al mondo con una superficie vitata ancora in espansione. Una situazione ritenuta “insostenibile” in questa fase storica, che potrebbe causare una perdita di valore stimata al 5,3%, corrispondente a oltre mezzo miliardo di euro in saldo negativo tra il 2025 e il 2024, con il prezzo medio di produzione in flessione a doppia cifra. A complicare ulteriormente il quadro, c’è la minaccia di dazi statunitensi al 10%.

È questo il quadro tracciato dal focus dell’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv), presentato durante l’Assemblea generale dell’associazione, che rappresenta oltre 800 soci e l’85% dell’export vinicolo italiano. Durante l’Assemblea, Lamberto Frescobaldi è stato confermato alla presidenza per i prossimi tre anni, ricevendo gli auguri di buon lavoro dal ministro Lollobrigida.

Nel suo messaggio all’Assemblea, la premier Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno del governo a sostegno del settore, partecipando attivamente ai negoziati sul nuovo pacchetto vino e alla definizione della futura Politica agricola comune. Meloni ha inoltre ricordato come l’Italia si sia battuta in Europa per difendere il vino da tentativi di omologazione, da sistemi informativi fuorvianti e da etichette allarmistiche per i consumatori.

Presente all’Assemblea anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha definito “complessa” la partita sui dazi. Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, segnalando una “maggiore apertura da parte degli Stati Uniti”. Lollobrigida ha però messo in guardia contro un eccesso di pessimismo: “Il vino è un traino per l’agroalimentare. È vero che ci sono cali nei consumi, ma il primo nemico è l’allarmismo. Le cose non stanno andando male, esistono criticità da affrontare con un confronto costruttivo”.

Il riferimento è al Report 2025 pubblicato dall’Area Studi di Mediobanca, secondo cui le principali incognite per le imprese vitivinicole restano il calo dei ricavi, l’impatto dei dazi e la contrazione dei consumi. Nonostante il settore sia tradizionalmente solido e spesso a conduzione familiare (con il 65% del patrimonio netto), nel 2023 ha registrato un margine operativo lordo (Ebit margin) consolidato del 6,2%. Mediobanca sottolinea inoltre come il comparto, essendo più capital intensive, abbia una redditività inferiore rispetto ad altri settori affini: il rendimento del capitale per il vino si ferma al 5,4%, contro l’8% dell’alimentare e il 9,9% delle bevande.

Secondo Uiv, nei primi cinque mesi di quest’anno si osservano “forti cali tendenziali nei volumi consumati” in tutti e quattro i principali mercati di sbocco — Italia (-1,8%), Stati Uniti (-4,7%), Regno Unito (-3%) e Germania (-9,6%) — mercati che complessivamente rappresentano il 73% del fatturato delle aziende vinicole italiane. Anche il saldo delle vendite retail segna una flessione del 3,4%, che scende a -5,3% per i vini fermi e frizzanti, mentre gli spumanti mostrano una crescita del 4,9%.

Le sfide per il presidente Frescobaldi non mancano, anche se ha ricordato che “i problemi c’erano già prima”, invitando il settore a “un bagno di umiltà” e suggerendo di ridurre la produzione di 7-8 milioni di ettolitri. Ha inoltre proposto di avviare un piano di revisione del Testo Unico del Vino, per aggiornare la normativa e i relativi decreti attuativi entro il 2026, a dieci anni dalla loro entrata in vigore. Secondo il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, è necessario rivedere anche il sistema delle Dop e mantenere alta l’attenzione sul tema dei dazi, che rappresentano un ostacolo significativo anche con tariffe del 10%.