fbpx

Alto Tirreno Cosentino :: Il movimento “LiberiAMO L’ITALIA” interviene sulla politica.

ALTO TIRRENO COSENTINO :: 29/09/2011 :: La SVIMEZ ha confermato il quadro attuale dell’Italia: Paese sgovernato da vecchi; con metodi non attuali; stanco; in crisi morale ed economico – finanziaria; con gravissima disoccupazione soprattutto giovanile. Ed è proprio in un momento come questo, con un incolmabile vuoto dell’offerta politico – istituzionale che il popolo, abbandonato a se stesso da ormai troppo tempo,  avverte il bisogno di punti di riferimento.

Pare si sia svegliata anche la Chiesa sulla coscienza del dramma italiano, assente ingiustificata nei confronti dei bisogni terreni, prostrata da inqualificabili episodi che ne hanno offuscato la missione, che non ha avuto la forza, a volte il coraggio, di far sentire la sua voce, occupando gli spazi giusti, e cercando di arginare la degenerazione morale  attuale.

Siamo diventati il Paese che intervista latitanti, che ospita sulle reti televisive brigatisti e delinquenti resisi responsabili di delitti e stragi efferate, pagandoli lautamente come consulenti. Non per questo dobbiamo augurarci e consentire che sia la Magistratura ad occuparli, in virtù della sua indipendenza che deve restare tale, ma che tale spesso non è, visto che a molti magistrati, impropriamente e con disinvoltura, si consente di utilizzare il proprio ruolo per istruire veri e propri processi di piazza a scopi poco nobili.

Il grado di degrado è ancor più presente nelle zone più deboli del Paese, come la nostra terra di Calabria, priva di una decente classe politica che sappia far ascoltare la sua voce, con grave deficit democratico, terra in cui ai sindaci di una provincia come quella di Cosenza, non viene concesso di esprimere un parere addirittura sul piano aziendale di programmazione della salute, non vincolante, ma comunque previsto dalla norma.

Di fronte a questo vero e proprio scempio, siamo preoccupati per i nostri giovani, costretti a rivedere al ribasso le proprie ambizioni ed aspettative, a lasciare sepolti gran parte dei loro talenti. Perché è così che i nostri giovani si sentono: quando la battaglia per vedere riconosciuto il proprio valore e le proprie competenze non vale più di essere combattuta, perché persa in partenza in questo Paese gerontocratico, che pensa solo a come difendere diritti acquisiti e rendite di posizione, rimane solo la rassegnazione della sconfitta o la via di fuga.

Ma come può crescere mai un Paese se non crede, non investe nei giovani, se non li mette nelle condizioni di dare il meglio? Come fa un Paese a crescere, a rimanere competitivo se svaluta le energie e le intelligenze delle nuove generazioni, non promuovendo il loro capitale umano, come invece accade in tutte le economie più avanzate? Siamo lo stato che maggiormente tiene i giovani passivamente alle dipendenze economiche delle famiglie di origine, anziché promuoverne il protagonismo nella vita civile e nel mondo del lavoro.

Tutto ciò contribuisce ad allontanarli fisicamente, cercando altrove, ed alla sfiducia nella classe dirigente che, da un lato conserva accanitamente le proprie posizioni di potere rifiutando di mettersi in discussione e di favorire un ricambio generazionale e, dall’altro si è rivelata largamente inadeguata a portare i livelli di sviluppo del paese all’altezza delle proprie potenzialità. Basta non se ne può più! LiberiAMO L’ITALIA! Permettiamoci un futuro.