Belvedere Marittimo :: Sanità: Rischiano tagli le Case di Cura accreditate.

BELVEDERE MARITTIMO :: 04/11/2010 :: La sanità rappresenta per Belvedere Marittimo e per tutto l’Alto Tirreno cosentino, un grosso nodo da sciogliere in quanto, nell’intento di razionalizzare e contenere la spesa per ripianare il debito pregresso della sanità calabrese, il Governo regionale corre il rischio di abbattere in maniera generalizzata i budgets delle Case di Cura accreditate.

Riccardo Ugolino, consigliere di minoranza di Belvedere ha trasmesso una proposta  di delibera consiliare ai Sindaci dei Comuni di Belvedere, Diamante, Sangineto, Bonifati “ perché difendano il ruolo delle strutture di riabilitazione e di cura dell’Alto Tirreno cosentino accreditate nel Servizio Sanitario regionale. Nella delibera viene chiesto al Presidente del Governo regionale, Scopelliti di:

“ riconsiderare la decisione di abbattere in maniera generalizzata i budgets delle Case di Cura accreditate, che colpisce soprattutto strutture le quali, grazie a notevoli investimenti in capitali umani e tecnologia d'avanguardia, garantiscono buona occupazione e servizi di qualità.

Inoltre, di consentire alle Aziende Sanitarie di utilizzare i fondi risparmiati in alcune Case di Cura a favore di quelle strutture che superano il budget concordato;  di erogare con puntualità e nella percentuale di almeno il 90% i crediti maturati dalle strutture private accreditate per consentire il regolare pagamento dei fornitori e la corresponsione di stipendi e salari al personale dipendente.

“Nell' Alto Tirreno Cosentino operano, nei settori della riabilitazione e della cura per acuti, strutture sanitarie che erogano prestazioni di qualità ed eccellenza tanto da attrarre pazienti da altre Province e da altre Regioni; le stesse rappresentano una risorsa per l'Azienda sanitaria n°1 e per il Sevizio regionale, in quanto riducono la migrazione passiva incrementando quella attiva (da altre regioni verso la Calabria”).

La loro sopravvivenza, scrive  Ugolino,  è minacciata dalla drastica riduzione dei livelli massimi di spesa imposti dalla Regione Calabria. I budget imposti alle strutture accreditate non garantiscono neppure il finanziamento delle spese correnti per forniture e personale.

Nondimeno il ritardo registrato nell’erogazione dei fondi regionali, rende difficile il pagamento puntuale  delle retribuzioni ai lavoratori dipendenti i quali versano in precarie condizioni  economiche.

Considerato che l’impegno di ripianare il debito pregresso della sanità calabrese è condivisibile, spiega ancora Ugolino, è altrettanto vero che l'obiettivo di razionalizzare e contenere la spesa non può essere conseguito con “semplici operazioni di ragioneria contabile, ma si deve perseguire tagliando sprechi e illegalità, nonché responsabilizzando le comunità locali territoriali attraverso il riconoscimento di poteri reali alla Conferenza dei Sindaci. I 213 milioni di euro della spesa per l’ospedalità privata – ribadisce Ugolino – non rientrano certo nella questione  degli sprechi : sono solo il 6,44 per cento della spesa sanitaria complessiva, con prestazioni che costano alla Regione sei volte in meno rispetto al servizio pubblico.

Adriana Sabato