fbpx

Bianchi :: Si è tenuto il convegno sulla centrale a biomasse di Panettieri.

BIANCHI :: 02/10/2010 :: Si è tenuto nell'affollata sala consiliare del Comune di Bianchi (Cs), il convegno dal titolo: "centrale a biomasse di Panettieri – conseguenze negative per il comprensorio e i suoi abitanti". Gli  argomenti trattati nell'iniziativa, organizzata dal Comitato per il No alla centrale a biomasse di Panettieri, sono stati quelli delle ricadute sulla legalità, sulla salute e sull'agricoltura nel territorio montano interessato dall'iniziativa proposta dalla Bioenergia Investimenti S.p.A.

E gli abitanti del Comune presilano hanno risposto in tanti ed attenti fino alla fine, anche perché la centrale dovrebbe essere realizzata in un sito a ridosso della frazione Iannetta del comune di Bianchi.

I lavori sono stati aperti da Saverio Bianco, del Forum del Reventino, che con un'appassionata relazione ha introdotto i temi in discussione in questa che è stata la terza iniziativa organizzata per informare popolazione ed amministratori sull’impatto del contestato impianto che si vorrebbe realizzare nel più piccolo comune della Calabria, appunto Panettieri.

Impianto di notevoli dimensioni (14 MW elettrici), che dovrebbe consumare 130.000  tonnellate annue dichiarate di legno per poter funzionare.

Molte le criticità riassunte dagli organizzatori: dove reperire il legname necessario se persino nel Programma di Sviluppo Rurale – PSR 2007/2013 si legge che non vi sono le biomasse occorrenti per far funzionare gli impianti esistenti? Quali le conseguenze sul territorio di un impianto che divorerebbe i boschi esistenti, con evidenti rischi di dissesto idrogeologico, depauperamento delle risorse naturali e paesaggistiche di un comprensorio con evidenti vocazioni turistiche?

Quali gli interessi della criminalità organizzata che opera nel settore boschivo, le 'ndrine del legno, alla realizzazione di impianti di questo tipo? 

Quali conseguenze occupazionali negative sulle attività ricettive che verrebbero danneggiate dalla messa in esercizio della grande centrale termoelettrica (alberghi, ristoranti, agriturismi, B&B)?

Quali conseguenze negative sulle attività agricole e l’occupazione nel settore dovute alle emissioni inquinanti che comprometterebbero inevitabilmente la qualità e la commerciabilità dei prodotti agricoli, come la IGP “Patata della Sila”, recentemente riconosciuta dall’Unione Europea?

E, soprattutto, quali le conseguenze sulla salute degli abitanti, dovute alle emissioni, di diossine, micro e nano polveri, da parte dell’impianto che si propone a Panettieri?

Don Antonino Vattiata, membro del coordinamento nazionale di Libera, l’associazione contro le mafie coordinata da Don Luigi Ciotti, ha esortato i giovani a un costante impegno contro tutte le mafie che imperversano nella regione: solo con l’impegno di tutti, collaborando con le istituzioni preposte alla tutela della legalità è possibile cambiare ed è possibile offrire la  possibilità di una diversa prospettiva di vita ai calabresi. Di come sia necessario che gli amministratori operino per il bene comune e non, come spesso avviene ad opere della classe politica calabrese, per interessi di pochi che, come in questo caso, provocano poi danni all’intera comunità. Sulla vicenda ha fatto proprie le parole di un interrogazione parlamentare, dell’allora Sen. Giovanni Russo Spena, al Ministro degli Interni in cui, già nel 2002, si evidenziavano gli interessi della criminalità organizzata nel settore dei tagli boschivi, preoccupazione condivisa nella risposta scritta redatta dal Sottosegretario agli Interni On. Alfredo Mantovano. Ad un ragazzo che gli ha chiesto, poi, se la centrale poteva portare delle ricadute positive ai cittadini, Don Antonino ha risposto esortando ad informarsi, ad essere consapevoli, a non farsi “infinocchiare”, qui, in realtà, si tratta di pochissimi posti di lavoro!

U
n deplorevole episodio e stato riferito dal consigliere regionale Mimmo Talarico, già autore  di una interpellanza sulla vicenda della centrale, che ha raccontato di come, addirittura all’interno della sede del consiglio regionale, abbia subito un’aggressione verbale da  parte del vice-sindaco di Panettieri, che gli chiedeva conto di come “si era permesso ad interessarsi di fatti del suo territorio”, con un chiaro atteggiamento da padrone della piccola comunità panettierese.

Interessante ed accurata la relazione svolta dal dott. Francesco Santopolo, agronomo ed esperto in biodiversità. Le interazioni fra le emissioni inquinanti e la vita degli organismi vegetali, quindi delle produzioni agricole, in termini di qualità e di produttività, sono state affrontate dal ricercatore. E sul mancato inserimento dei Comuni di Bianchi e Panettieri nella IGP “Patata della Sila”, il dott. Santopolo ne ha sottolineato l'assoluta illogicità dal punto di vista tecnico e scientifico, visto che questi comuni si trovano proprio al centro dell’area IGP. Già nei giorni scorsi, in una lettera aperta alle organizzazioni agricole calabresi Cia, Coldiretti, Confagricoltura, il Comitato che si batte contro la centrale aveva sottolineato questa stranezza, in considerazione del fatto che il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Cosenza vieta la realizzazione di centrali a biomasse nelle aree interessate da produzioni agricole di qualità come lo sono le IGP.

Santopolo ha evidenziato che non solo Bianchi e Panettieri sono state danneggiate dal mancato inserimento nell’area della IGP: difatti, se la centrale entrerà in funzione al centro di questa area, con le sue emissioni inquinanti inibirà la stessa possibilità di commercializzare il prodotto “Patata della Sila” nell’intera area di produzione.

Uno scambio di battute polemiche con l’assessore Pasquale Taverna di Bianchi (il sindaco era assente all’incontro), si è avuto quando lo stesso ha riferito di un colloquio  telefonico con Pietro Tarasi, presidente del Consorzio che ha promosso il riconoscimento della IGP, che, a dire di Taverna, avrebbe riferito che Bianchi e Panettieri non sono stati inseriti a causa della scarsa produzione di patate e che la presenza della centrale sarebbe compatibile con la IGP (evidentemente ignorando  le norme inserite PCTP della Provincia di Cosenza ndr). L’affermazione, prontamente confutata dal dott. Santopolo che ha invitato Taverna a non farsi persuadere da tali giustificazioni., visto che nella area IGP vi sono Comuni con un quasi inesistente produzione di patate. L’intervento dell’assessore ha stimolato ulteriori critiche da parte di Saverio Gigliotti del Forum del Reventino e Francesco Saccomanno del Forum Ambientalista, che hanno deplorato sia la mancata presa di posizione dell’Amministrazione comunale su una centrale così impattante sull’economia e sulla salute degli abitanti di Bianchi, che l'idea stessa di consegnare il territorio a soggetti dalla dubbia affidabilità (la Bioenergia Investimenti S,P.A. è pluri-protestata): “una ostentata neutralità degli amministratori locali, non solo di Bianchi, in questi casi può equivalere ad una complicità di fatto”.

La Dott.ssa Ornella Manferoce, componente dell’ISDE – Medici per l’ambiente, ha illustrato le conseguenze sulla salute di tali impianti, sostenendo che le diossine emesse dalla centrale sono sostanze in larga parte riconosciute come cancerogeni di classe 1, cioè certi per l’uomo, dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Le micro e nano-polveri, poi, per le loro dimensioni non riescono a essere filtrate dell’organismo umano e penetrano, attraverso il torrente circolatorio, nei diversi organi, dove producono infiammazioni e, nel tempo, degenerazioni tumorali.

Fra gli intervenuti Mario Talarico, sindaco di Carlopoli, comune che, con una dettagliata ed argomentata deliberazione, così come aveva già fatto Soveria Mannelli, ha espresso la propria ferma contrarietà all’impianto a biomasse. Talarico ha parlato dei processi partecipativi alla base della determinazione della sua Amministrazione ed ha invitato i colleghi amministratori di Bianchi ad esprimersi e non aspettare più un confronto con quanti non vogliono nemmeno che si parli liberamente nel loro Comune di problematiche così rilevanti.