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Catanzaro :: Di Giuseppe Maradei: ‘Cosa mi sarebbe piaciuto sentire in questa campagna elettorale calabrese’.

Di Giuseppe Maradei

CATANZARO :: 20/11/2014 :: Ormai volge al termine la campagna elettorale per queste elezioni regionali. Elezioni caratterizzate da un elevato livello di scontro soprattutto fra ex alleati. Ma di questo non voglio parlare. Vorrei, piuttosto, porre l’accento su quanto non ho sentito in campagna elettorale, della delusione cocente che ho provato questa mattina, facendo una summa di quanto ho ascoltato.

Ho sentito attacchi personali, pettegolezzi, analisi raffinatissime sui problemi della Calabria e dei calabresi, generiche proposte di risoluzione dei problemi tipo “Dobbiamo risollevare le sorti dei lavoratori calabresi”, “bisogna porre l’accento sullo sviluppo del turismo”, “dobbiamo voltare pagina sulla sanità”, “spenderemo tutti i soldi dell’Unione Europea”. Ora, posto il fatto che queste proposte sono tutte ragionevoli e da valutare positivamente, io mi chiedo: le sento da decenni, come mai non si è mai riuscito prima? E poi, mai nessuno che abbia detto COME! Forse mi sarà sfuggito ma ne destra, ne sinistra, ne 5 stelle hanno indicato una strada, o magari solo una mulattiera per raggiungere gli obbiettivi di cui sopra.

Non penso di essere un genio, ne un Machiavelli del XXI secolo, ma ascoltando da anni dibattiti, leggendo articoli, parlando a mia volta con amici e colleghi, vivendo quotidianamente la vita cittadina piena di comunissime difficoltà e meditando un pò, ho elaborato dei comunissimi pensieri che ho deciso di condividere:
In primo luogo la Calabria, un po’ più del resto d’Italia, è una terra di grandi giocatori di nascondino. Si nasconde tutto: accordi, incarichi, soldi, etc. Imporre un po’ di trasparenza non sarebbe male. Ma cosa vuol dire trasparenza: per esempio avere un sito internet della Regione agevole da consultare, dove le informazioni sono facilei da ricercare e non sepolte sotto tonnellate di Mb di inutilità. Ho parlato con un collega a cui esponevo questa perplessità e lui ha risposto dicendo che sul sito si trova tutto.

Certo se sai dove trovare, se hai il link diretto a quello che cerchi, altrimenti è come cercare un ago in un pagliaio. Questa cosa è ancor più valida per i POR: nessuno riesce a capire come e dove cercare le misure e quando si trovano è come leggere l’aramaico antico, non si capisce cosa fare, quali saranno i finanziamenti e chi gestirà i fondi. Mi si potrà ribattere che senza i dipartimenti regionali nessuna azione è fattibile. Certo, ma perché i comuni cittadini piuttosto che gli amministratori dei comuni non possono sapere facilmente e senza dover essere esperti in burocratese, quanti soldi ci sono, quali interventi sono finanziabili, quali sono i bandi che dovranno uscire, in modo da potersi organizzare per tempo?

Perché bisogna per forza affollare quotidianamente gli uffici regionali, creando disagi anche a chi lavora, per chiedere informazioni, consigli, etc.? Forse con un portale ben organizzato si riuscirebbe a spendere qualche soldo in più messo a disposizione da Bruxelles (ovvero i soldi che l’Italia destina a Bruxelles e che ritornano decurtati in Italia).

Sanità. Una spina nel fianco. Si sono fatte manifestazioni e scioperi, giustamente, a causa della chiusura di ospedali. Perché, però, nessuna organizzazione sindacale o di cittadini, ha organizzato o organizza manifestazioni e scioperi per le croniche disfunzioni e i ritardi? Mi viene il sospetto che siano state organizzate manifestazioni ad uso e consumo degli operatori della sanità, ovvero abbiano coinvolto ignari cittadini in una guerra tutta interna al mondo degli operatori della sanità. File agli sportelli, disagi, ritardi, etc. non si superano aumentando il numero degli ospedali ma rendendo efficiente il sistema nel suo complesso. Vi racconto una storia che mi ha fatto riflettere.

Una mattina sono stato con mia moglie per prenotare delle analisi del sangue, specifico comunissime analisi del sangue non esami ultraspecialistici. Siamo usciti di casa alle 10, siamo stati dal medico a fare l’impegnativa poi siamo arrivati all’ospedale alle 10.15, trovando decine di persone in fila. Alle 12.50 eravamo ancora lì ad aspettare che ci dessero la ricevuta con il giorno e l’ora del prelievo. Verso le 13 avevamo questo benedetto foglio ma non era finita, perché dovevamo pagare il ticket. Iniziamo, quindi, a correre perché l’ufficio ticket si trova dall’altra parte dell’ospedale. Era chiuso! Ovviamente chiudeva alle 13.

Quindi l’indomani presto siamo tornati in ospedale e, ovviamente, non funzionava il POS. Quindi siamo andati al bancomat, prelevato i contanti, abbiamo pagato, riuscendo a completare la procedura di prenotazione di semplici analisi del sangue. Abbiamo perso una mattinata e mezzo  per fare qualcosa per la quale sarebbero stati sufficienti 10 minuti. Mentre ero in fila con mia moglie, infatti, ragionavamo di questo. Ma è mai possibile che non posso prenotare direttamente dal medico o meglio da casa? Vogliamo mantenere la garanzia di un controllo medico su tutto, ok, ma una volta che il medico ha inserito gli esami che devo fare, perché non può accedere al portale della prenotazione e completarla direttamente da lì, evitando le file e potendo ottimizzare il personale non medico nella sanità? Basta scegliere il giorno libero e la cosa sarebbe fatta.

Sarebbe, poi, bastato un codice col quale comodamente da casa avremmo potuto pagare il ticket con una comunissima carta prepagata. Mi chiedo: è tanto complicate fare questo? Anche qui la parola d’ordine sarebbe trasparenza. Un sospetto mi è venuto e vorrei condividerlo con questo ragionamento. Se chiunque potesse accedere alla prenotazione delle visite, potrebbe sapere realmente il grado di intasamento dei servizi pubblici sanitari e, quindi, avere il polso dei tempi. Forse in questo modo sarebbe difficile giustificare il fatto che, come denunciato in queste sere da Striscia la Notizia, occorrono mesi per fare esami specialistici. Ma questa è una mia considerazione forse eccessivamente polemica! La mia domanda è: chi si presenta a rappresentarci non dovrebbe proporre qualcosa di simile?

Qui stiamo parlando di elezioni regionali calabresi, quindi di Calabria. Nessuno ha toccata il tasto della storia, di quello che sta emergendo dalla ricerca storica degli ultimi anni, del fatto che quello che ci hanno insegnato da bambini sul Risorgimento, Garibaldi, Cavour e, soprattutto, sulla presunta atavica arretratezza di questa terra è UNA BUFALA! Non ne ha parlato nessuno. Ormai la storiografia è concorde, anche gli istituti economici più blasonati lo dicono, ma i nostri candidati NO! Per loro, i nostri candidati intendo, l’Unità d’Italia ha giovato al meridione e meno male che sono arrivati i piemontesi altrimenti ancora saremmo con l’anello al naso. E, attenzione, quello che dico non ha un valore solamente storico, di rivalsa, ma ha effetti devastanti nel presente. Cambia la prospettiva, cambia i rapporti di forza, sterilizza la presunta superiorità “razziale” del Nord nei confronti del Sud, determina una presa d’atto che la ricchezza del Nord Italia dipende solo e unicamente da una rapina che continua da 150 anni e spalanca le porte culturali a comprendere che la rapina sta accelerando negli ultimo 20 anni.

Nessuno e dico nessuno ha parlato del fatto che gli investimenti per le infrastrutture in Italia sono concentrati quasi esclusivamente al Nord Italia (percentuali prossime al 90% degli stanziamenti), questo è vero ora ma è sempre stato così! Vogliamo, finalmente, completare  un’operazione verità sulla storia passata e recente? Un’operazione culturale seria? Invece di finanziare solo e soltanto sagre di qualunque cosa, feste e ricorrenze, importanti quanto si vuole ma prive di arricchimento culturale vero, perché non si prende l’iniziativa di finanziare campagne pubbliche, soprattutto nella scuola, per far conoscere la vera storia d’Italia passata e recente? I soliti noti diranno “non è competenza della Regione”, BALLE, come si finanziano le sagre si possono finanziare le associazioni che abbiano fra i loro obbiettivi la conoscenza reale della storia e dell’economia, del razzismo interno italiano.

Un esempio lampante l’alta velocità ferroviaria e il Ponte sullo stretto di Messina. Perché si continua a dire che costa troppo? Il ponte sullo stretto faceva parte di un progetto strategico per unire Palermo a Berlino. Averlo stoppato (per gli stessi nobili motivi ambientali che ci fanno pagare la corrente elettrica molto di più che nel resto d’Europa) ha comportato il fatto che in Calabria non vedremo mail l’alta velocità e, quindi, sarà un miraggio andare da Reggio Calabria a Roma in 2 ore, il tempo che occorre per andare da Roma a Milano. Perché? Perché un palermitano non può prendere la mattina il treno alle 6 per essere a Roma alle 9 e riprendere il treno alle 18 da Roma per essere alle 21 a Palermo? Hanno appena aperto dei tratti ferroviari che collegheranno il Pacifico (Cina) a Madrid (Spagna) e non è possibile collegare Palermo con Reggio?

Nessuno dei nostri candidati ha denunciato con forza questa cosa, nessuno che abbia parlato del fatto che ora l’alta velocità arriverà a Bari, via Napoli e che qui in Calabria non la vedremo mai. Ecco dimostrato il moderno concetto di rapina: “non ti do perché non hai”, come le banche che non danno finanziamenti a chi non ha soldi! Se anche si è convinti dell’inutilità del ponte, della pericolosità, etc. nessuno dei nostri candidati ha proposto un’alternativa per poter avere l’alta velocità qui in Calabria. Misteri della campagna elettorale.

Ultima considerazione: l’expo di Milano. A parte la concentrazione di finanziamenti che ha avuto Milano come è possibile estendere i benefici a tutta l’Italia e non solo al Nord Italia? Perché nessuno ha lanciato con forza la volontà di favorire voli low cost da Milano per Lamezia Terme e collegamenti rapidi dall’Aeroporto alle località turistiche. Se n’è parlato un po’ durante la polemica sullo spostamento dei bronzi di Riace ma poi NULLA! L’expo di Milano si svolgerà da Maggio a Ottobre, quando la nostra regione da il meglio in termini di esplosione di bellezza.

Perché non farla vedere ai cinesi (se ne aspettano un milione), americani, giapponesi, russi, tedeschi assieme al clamore mediatico che suscita? Una cosa sono i tedeschi che affollano Tropea a Ottobre ogni anno, per esempio, una cosa è un evento mediatico mondiale che può vedere la Calabria protagonista. Ho sentito dire che “la Calabria non è pronta”, se non si comincia non si è mai pronti, e località blasonate come quelle spagnole e greche non sono molto meglio organizzate di noi; certo se si prende a paragone Ibiza, la differenza è evidente, ma la media delle località turistiche estere ha gradi di organizzazione molto inferiore ai nostri.

Non ho parlato di ambiente, inquinamento, acqua, scuola perché sono fatti arcinoti, mi premeva dire quanto ho detto perché lo sentivo.
Buon voto a tutti