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Catanzaro :: Il settore pesca in Calabria fra declino e modernizzazione: le proposte di Lega Pesca.

CATANZARO :: 22/09/2011 :: Dichiarare lo stato di crisi del settore agevolando l’attivazione di misure di sostegno socio-economiche a favore delle imprese della filiera ittica; accelerare le procedure di impegno dei fondi FEP con il decollo dei G.A.C. (Gruppi di Azione Costiera), attraverso una rimodulazione delle scadenze dei bandi, adottando in particolare la formula del “Bando a scadenza aperta”; attivare e rendere operativi in tempi brevi gli strumenti di gestione partecipata già normati della Legge regionale di settore (L.R. n. 27/2004) quali L’Osservatorio regionale della pesca e dell’acquacoltura e il Tavolo azzurro regionale; elaborare il Programma triennale regionale della pesca e dell’acquacoltura, obbligatorio per legge, unico e vero strumento di programmazione del settore, dotandolo di una copertura finanziaria adeguata a sostenere progetti di innovazione e modernizzazione del comparto, ma anche per colmare carenze strutturali per la mancanza di servizi portuali alla pesca e far decollare i distretti ittici, le reti distributive e di commercializzazione.

Inoltre, accanto a questo, un forte investimento sulla promozione della cooperazione, sulla  imprenditoria giovanile e femminile, sulla formazione e la qualificazione professionale per costruire una nuova figura di pescatore che sia in grado di essere protagonista nella gestione del prodotto mediante la filiera corta.

A parere di Lega Pesca  sono queste le risposte che attendiamo dalla Regione per tutelare i pescatori e le imprese dell’economia ittica calabrese per la profonda crisi che sta attraversando il settore pesca, testimoniata dalla  diminuzione delle imbarcazioni (- 110), degli occupati (-770 unità), delle catture (- 2540 t) e del valore della produzione (-14 milioni di euro) che  sta mettendo in ginocchio i pescatori e tutti gli operatori dell’intera filiera.

L’effetto della crisi, oltre che a fenomeni di carattere locale, alla stessa composizione della flotta regionale, a normative comunitarie in materia di riduzione dello sforzo di pesca, alle incertezze della Commissione europea nel riconoscere le specificità della pesca mediterranea e di vincoli all’utilizzo di tecniche e attrezzi da pesca, è collegata, in particolare, certamente a tre problemi: 1 -interdizione della pesca al bianchetto da parte della Comunità europea;2- aumento  dei costi operativi;3-mancanza di politiche di sostegno al settore da parte della Regione.

Le incertezze della Regione Calabria, pur in un contesto in forte movimento, riportano sotto gli occhi di tutti un problema antico: il mare e la pesca, anzichè una risorsa, paradossalmente, finiscono con il rappresentare un limite della Calabria. Per Lega Pesca Calabria è una crisi, certamente, che parte da lontano e che rischia di avere contraccolpi socioeconomici e occupazionali devastanti, ma è anche un cruciale momento di svolta che se adeguatamente governato può consentire di dare al settore nuove  risposte,  per  guidare il cambiamento  verso un nuovo modo di guardare a questa attività produttiva e al ruolo delle imprese nella filiera.

L’Associazione, conclude Salvatore Martilotti, rispondendo agli inviti delle cooperative e delle imprese di pesca ad accelerare il processo di adeguamento del settore,  si è fatta carico di rilanciare  tutte le necessarie iniziative  per promuovere formazione e conoscenza al fine di  rafforzare quella cultura del rispetto delle regole e della legalità su cui riteniamo va costruito il futuro della pesca nella nostra Regione.