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Catanzaro: le poesie di Elisa Longo in una nuova silloge… Sanasàna.

La presentazione sabato 6 aprile alle 18:30 presso l’associazione Nucleo Kubla Khan, in via Rivocati 63, a Cosenza.

CATANZARO :: 04/04/2024 :: Dopo una lunga gestazione è finalmente in libreria (Ubik Catanzaro) e su tutti gli store online Sanasàna: una silloge della poetessa Elisa Longo, edita dalla casa editrice toscana Tralerighe Libri per la collana I Masnadieri. Il progetto di una collana editoriale interamente dedicata all’opera in versi, nato grazie alla collaborazione pluriennale con l’editore Andrea Giannasi, ha visto l’associazione culturale La Masnada, dopo molti anni spesi nel tentativo di perimetrare l’insondabile territorio della poesia, annunciare l’uscita del primo volume (Gengive, Andrea Napoli) nel 2021.

“Le poesie di Elisa hanno il carico emotivo della terra e della campagna agra, delle stelle sulla piazza, della tenace attesa e del vento, della porta aperta ai viandanti”. (dalla postfazione di Carmine Torchia).

Elisa Longo (Lamezia Terme, 1990), è una storica dell’arte. Attualmente è direttrice del MABOS (Museo d’Arte del Bosco della Sila). È tra i fondatori del collettivo ADE con cui porta avanti sperimentazioni sulla poesia sonora. È anche autrice per Exibart, Meridiani, Calabriacult, e ha all’attivo La nostalgia e il vicolo sordo (2012) per Alias edizioni Melbourne.

Sanasàna è il suo tanto atteso Numero Due: la sua seconda raccolta di poesie. Una raccolta poetica che, a partire dal titolo, condensa tutta l’esperienza umana ed estetica dell’autrice: una poesia che riverbera certe attuali questioni di genere, fintantoché il verso si mantiene ancorato ad un forte lirismo. Poi, quando l’io si annulla e lo sguardo si apre e si svincola dalle più intime urgenze, diventa canto universale.

“È così, Elisa, anche quando la guardi, ma all’inverso. Austera, prima, solida tanto da costringerti a girare lo sguardo. Ma poi, se di nuovo la cerchi, ti appare sfocata, imprecisa, annebbiata. Ed è allora che ne cogli la matrice, l’essenza: la sua involontaria forestazione dei pensieri. Sanasàna è il corpo della sua poetica matura, morfologicamente compiuto, consistente. Pagina dopo pagina, la sua mano aumenta l’intensità: domina il verso e lo orienta in altezza. Il senso è complesso ma l’immagine immediata. Le logiche verticali dell’ordito e le pennellate nervose di nero bitume.
Sanasàna è il viaggio di una donna, compresi i suoi frammenti: scomodo, faticoso, solitario. Con lei che nemmeno sai se ritorna! A piedi nudi, su una zattera, con un paio d’ali. Ho un sussulto quando Elisa scrive: di te voglio tutto, anche il male che puoi farmi. Fiuto il pericolo sul finale: io mi metto nelle mani degli altri sanasàna” (dalla prefazione di Donata Marrazzo).