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Cirella :: Continua a far parlare di sé la tormentata vicenda dell’ufficio postale.

CIRELLA :: 19/12/2012 :: Continua a far parlare di sé la tormentata vicenda dell’ufficio postale di Cirella, che ha visto il Comitato schierato in prima fila sin dal 2002, anno in cui era stata inoltrata alla Procura della Repubblica di Paola e alla Prefettura di Cosenza, come prima iniziativa di lotta, un’istanza in cui si chiedeva, di fronte alle ripetute chiusure a singhiozzo e senza preavviso dell’unico sportello esistente, se fosse ipotizzabile il reato di interruzione di pubblico servizio nei confronti di Poste Italiane.

Da allora, per circa due anni (2002-2003), si sono susseguiti una serie di eventi, quali le numerose e affollate assemblee pubbliche, l’incontro a Castrovillari  tra il dirigente La Viola e la delegazione assembleare (sostenuta da numerosi cittadini affluiti a Castrovillari con ben due pullman), l’inagibilità dei locali decretata dall’ASL e le iniziative intraprese per consentirne l’adeguamento, per non parlare della copiosa corrispondenza tenuta con tutti gli enti interessati e con i mezzi di comunicazione di massa. E sembrava che dei grossi passi in avanti fossero stati compiuti, dal momento che si era ottenuta, in un primo momento, la regolare apertura dell’ufficio a giorni alterni e, successivamente, l’apertura totale in tutti i giorni della settimana, provvedimento rimasto poi operativo sino al novembre del 2012, ovvero per quasi otto anni.

Nulla lasciava presagire che, dopo questo lungo lasso di tempo, si ritornasse alla situazione di partenza, con un unico sportello postale la cui apertura veniva di nuovo garantita per tre giorni a settimana (il martedì, il giovedì ed il sabato); e la cosa ancora più grave è che si è tornati agli enormi disservizi che avevano contraddistinto l’ufficio postale di Cirella negli anni 2002-2003, in quanto nei primi venti giorni di apertura a singhiozzo la filiale di Castrovillari è già riuscita a crearne numerosi e abnormi: i soldi per i pagamenti delle pensioni a volte ci sono ed altre no, le file sono sempre interminabili, l’unico terminale esistente è lento e obsoleto e, cosa ancor più grave, nei tre dei giorni in cui l’ufficio doveva essere aperto è rimasto, viceversa, chiuso, contravvenendo peraltro ad una elementare norma di buona decenza: il preavviso di mancata apertura da dare agli utenti; sicché numerosi cittadini hanno trovato l’ufficio chiuso nei giorni in cui, invece, doveva essere normalmente aperto, e ciò si è verificato, con esattezza, sabato 24 novembre, sabato 1 dicembre e martedì 18 dicembre.

Il Comitato – che si è ufficialmente costituito il 3 agosto del 2002  e non di recente, come riportato da numerosi mezzi di stampa – si è subito mobilitato, come allora, con una serie di iniziative volte a contrastare sia il piano di razionalizzazione di Poste Italiane (che di fatto razionale non è), sia la gestione “leggera” e irrispettosa dei diritti dei cittadini che la filiale di Castrovillari sta conducendo da qualche periodo a questa parte. Per quanto riguarda il primo aspetto, infatti, come già ampiamente sottolineato dal Sindaco di Diamante nelle due missive indirizzate al dirigente di filiale, non è razionale depotenziare l’ufficio postale di Cirella, in quanto esso è posto nel centro della frazione più popolosa del Comune di Diamante, sulla quale gravitano la totalità degli abitanti delle numerose contrade circostanti, nonché ampie zone dei centri urbani limitrofi (Grisolia Scalo, Grisolia Lido, Marina di S. Maria del Cedro); peraltro, la ridente località di Cirella è densamente abitata nel periodo estivo ed è frequentata da un altissimo numero di turisti e vacanzieri, che si vedono così ridimensionare un servizio territoriale di rilevante importanza.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, si tratta, invece, di contrastare gli effetti di una macchina organizzativa che lascia alquanto a desiderare, perché stabilisce di aprire lo sportello in determinati giorni e poi non è capace di rispettare gli impegni presi, lasciando l’utenza priva di un servizio essenziale senza preavvisarla, civilmente, con largo anticipo (e si consideri che il grosso dell’utenza è costituita da pensionati e da gente proveniente da contrade con viabilità disagiata).

La prima azione intrapresa dal Comitato si è concretizzata nell’invio di un’articolata lettera al direttore generale della filiale di Castrovillari ed al Sindaco di Diamante, in cui si ripercorreva il calvario del 2002-2003 e si chiedevano delucidazioni in merito alle ultime vicende, avanzando anche la richiesta di un incontro istituzionale tra Poste Italiane, il Comune di Diamante ed una delegazione del Comitato stesso. Alla lettera seguiva, nell’immediato, una telefonata fatta dal direttore di filiale al coordinatore del Comitato, prof. Francesco Errico, nella quale il direttore rammentava gli sforzi fatti per scongiurare la chiusura definitiva dell’ufficio postale di Cirella e per garantire un buon servizio all’utenza. Solo che ai buoni intenti del direttore di filiale non seguiva un’altrettanto buona prassi, in quanto il martedì immediatamente successivo, giorno di regolare apertura, l’ufficio rimaneva invece chiuso senza alcun preavviso per l’utenza, che nell’occasione si dimostrava, giocoforza, inferocita.

Alla prima lettera ne è seguita, di conseguenza, una seconda, nella quale il Comitato  faceva notare sia l’incongruenza organizzativa di Poste Italiane, sia la mancanza di rispetto nei confronti dei diritti dei cittadini, che ancora una volta si vedevano interrotto un pubblico servizio senza preavviso. Alla stessa seguiva, poi, un telegramma al dott. Raffaele Cannizzaro, Prefetto di Cosenza, per informarlo circa l’interruzione di pubblico servizio e la conseguente forte irritazione dell’utenza. A questo scambio epistolare si univa, infine, una missiva del Sindaco di Diamante indirizzata sia alla filiale di Castrovillari che alla sede romana di Poste Italiane, in cui l’avv. Magorno dichiarava il pieno sostegno dell’Amministrazione Comunale alle azioni intraprese dal Comitato.

Il Comitato, per ora, resta in vigile attesa di un’eventuale risposta di Poste Italiane o di un intervento del Prefetto di Cosenza o, ancora, di qualche ulteriore azione da parte del Sindaco di Diamante. La battaglia resta, dunque, ancora aperta e, ove le istituzioni tardassero a farsi sentire e ad intervenire, il Comitato si dichiara ancora aperto a nuove forme di lotta, sempre civili e responsabili, comunque finalizzate al conseguimento di quegli obiettivi già raggiunti nel lontano 2003.