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Cosenza :: Giornate Europee del Patrimonio al Palazzo Arnone.

COSENZA :: 25/09/2009 :: Sabato 26 settembre  alle ore 17.00, nella Sala  delle Udienze di Palazzo Arnone a Cosenza, nell’ambito delle iniziative per le Giornate Europee del Patrimonio, programmate dalla Soprintendenza B.A.P. per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, diretta da Roberto Banchini, verrà presentato  il volume”Territorio e paesaggi: li salvi chi può” edito da PUBLIEPA.

L’intento del volume è quello di veicolare il rispetto e l’attenzione per i valori ambientali, storico-culturali e paesaggistici del nostro territorio: rispetto e attenzione che, oltre ad essere compromessi dalla piaga purtroppo diffusa dell’abusivismo edilizio, sembrano talora ottenebrati – nel nostro stesso modo di percepire quotidianamente l'ambiente in cui viviamo – da una sorta di assuefazione al disordine e alla mediocrità uggiosa di tanta edificazione recente, alla scarsa qualità che – va riconosciuto – caratterizza non di rado anche l’edilizia “legale” e le scelte generali di pianificazione.

Non mancano segnali incoraggianti di una inversione di tendenza, sia nella coscienza collettiva che nell’azione delle amministrazioni e nei provvedimenti legislativi, valga per tutti – al di là dei casi di abbattimento dei cosiddetti “ecomostri”, eventi sicuramente di  alto valore simbolico ma circoscritti ed episodici – il recepimento in molti atti di pianificazione e in varie strategie di intervento dei concetti di “recupero” e “riqualificazione” – se non di vero e proprio “restauro”, in analogia con le metodiche poste in atto per i monumenti – dei territori e degli ambienti degradati, in sintonia, del resto, con i principi della Convenzione Europea del Paesaggio, della quale il nostro Paese è stato tra i primi firmatari.

La formazione di una coscienza critica collettiva consapevole del valore del patrimonio paesaggistico e culturale quale fondamento della nostra stessa identità sociale, e attenta alla sua conservazione,  è stata ed è un processo lento ma nonostante tutto in atto, al quale l’azione delle Soprintendenze   pur con vari limiti e non poche difficoltà – ha certo significativamente contribuito e molto può contribuire per il futuro: con iniziative di promozione e divulgazione come in questo e in altri casi, basti richiamare l’azione capillare svolta in sinergia con gli Istituti scolastici, e l’entusiasmo con cui i giovani aderiscono ai progetti locali di conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale; e ancor più, nello svolgimento dell’azione istituzionale di tutela, con l'impegno a promuovere per quanto possibile, nel dialogo costante con gli Enti locali e con quanti – a vario titolo – intervengono nelle trasformazioni territoriali,  un salto di qualità, sul piano concettuale innanzitutto, e poi metodologico e operativo, nell’approccio alla progettazione.

Non si intende, va ben chiarito, propugnare un generalizzato fermo alle trasformazioni  del territorio (il che del resto sarebbe antistorico quanto irrealistico), ma richiamare ad una attenta  consapevolezza – nel progettare appunto tali trasformazioni – dei “valori” espressi dal contesto  in cui si opera, in base ai quali vanno attentamente (verrebbe da dire: amorevolmente) calibrati e modulati gli interventi da porre in atto.

Si tratta, in
altri termini, di raggiungere un’ampia condivisione dell’assunto  secondo il quale il territorio del nostro Paese è, ovunque, territorio storico-culturale: esito cioè di quella secolare interazione fra Natura, Storia e Cultura, fra dato naturale e attività umana, che vi ha depositato, con straordinaria ricchezza, le sue tracce stratificate, e che ha originato al contempo quella altrettanto straordinaria corale opera figurativa  che è ancora, nonostante le tante offese subite, il paesaggio italiano, e segnatamente quello calabrese: e dunque di tener ben presente che, operando sul e nel paesaggio, si interviene su di un bene primario del Patrimonio culturale della Nazione (espressamente protetto dalla Carta Costituzionale, art. 9), anzi sul bene che primariamente ne costituisce il fondamento identitario e che tutti gli altri beni culturali  “contiene” e riassume, offrendo loro quella trama complessa di relazioni (non solo in senso fisico) senza la quale essi perderebbero, almeno in parte, di significato; e, ancora, di tener presente che la qualità del paesaggio è, anche, uno straordinario volano di sviluppo economico   – basti pensare alle potenzialità offerte alle attività turistiche – e che la sua degradazione, indotta da interventi errati e da politiche poco attente alla sostenibilità delle trasformazioni attuate, altro non è che il miope sperpero di una risorsa preziosa e non facilmente riproducibile.

Claudio Magris ha affermato che il paesaggio “è come il volto di una persona cara, se ti concentri senti di poter entrare nelle rughe, nelle pieghe, nelle espressioni ed allora quel volto ti racconta tanto di sé e del suo passato”.

Allora prendiamoci cura del paesaggio come se fosse una persona cara.

 

Dopo i saluti di  Fabio De Chirico, Soprintendente BSAE della Calabria, interverranno

Raffaele Giovinazzo, Comandante Carabinieri  Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza

Gianni De Marco, dell’Ente Parco Nazionale del Pollino

Paola Callegari, Direttore Fototeca Nazionale  ICCD di Roma

Rita Iannace, Storico dell’Arte della Soprintendenza Bap di Cosenza curatrice del volume.

Le conclusioni saranno tratte da Maria Francesca Corigliano, Assessore ai Beni Culturali della Provincia di Cosenza.