Cosenza :: Intimidazioni in città: interviene il segretario della Cgil Giovanni Donato.

COSENZA :: 08/01/2012 :: Gli atti di intimidazione mafiosa nella nostra città in questi giorni, sono la prova di chi sostiene da anni che Cosenza non sia un isola felice nella nostra regione, ma anche essa è terra di mafia. I dati elaborati dalla Commissione Antimafia, le dichiarazioni di molti magistrati e la cronaca giudiziarie  di questi mesi ci hanno rappresentato efficacemente una criminalità organizzata, forte economicamente e nel controllo del territorio.  Di contro non esiste purtroppo una diffusa cultura dell’antimafia in città.

I dati riferiti a Cosenza denotano da parte degli operatori economici un diffuso senso di insicurezza se non di paura, che sfocia talora nell’assuefazione a taluni fenomeni come appartenenti alla “normalità” del mondo produttivo, quasi che l’estorsione, l’usura, gli atti intimidatori siano inevitabili. L’ autorità giudiziaria e le forze dell’ ordine saranno in grado di individuare e assicurare alla giustizia gli esecutori e i mandanti di questi gravissimi episodi e di garantire alla città  la necessaria sicurezza, ma la risposta in termini di repressione è necessaria ma non sufficiente. Per invertire la rotta, bisogna restituire centralità alla persona con i suoi diritti di cittadino e di lavoratore, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita individuali e sociali.

La Cgil di Cosenza  vuole essere protagonista di questa rinascita e invitiamo,   tutte le parti sociali ad unificare le iniziative e ad aprire un confronto per  elaborare idee utili per affermare un principio: più lavoro significa più legalità. Non è difficile constatare  che più aumenta la crisi e più cresce la tensione per mancanza di sviluppo e occupazione, e più si rafforza il potere della ‘ndrangheta nel territorio.

Ecco perché,  lanciamo l’idea  alle amministrazioni comunali  e alle organizzazioni datoriali di una campagna di contrattazione sulla legalità economica, perché siamo un sindacato e la contrattazione è lo strumento principale di azione che abbiamo; perché il ciclo di legalità non può avere “zone grigie”, perché  ad ogni violazione di regole e norme corrisponde un indebolimento dell’esercizio di un diritto che rende tutti più esposti al rischio di infiltrazioni criminali.

CGIL CISL UIL della città di Cosenza si riuniranno giorno 11 gennaio per approvare la piattaforma di negoziazione sociale che presenteranno ai Comuni dell’Area Urbana. In quella sede sarà necessario concordare un’immediata mobilitazione del mondo del lavoro in risposta agli attacchi criminali e sarà necessario chiedere ai Comuni di  inviare immediatamente un segnale adeguato di lotta all’illegalità mafiosa, adottando, sull’esempio di esperienze come quella della Giunta Comunale di Napoli, delibere e atti amministrativi che favoriscano la prevenzione ed il  contrasto delle varie forme di criminalità:  riconoscere agevolazioni fiscali a tutti i soggetti che denunciano gli estorsori o gli usurai, e favorire la nascita delle associazioni antiracket, mediante il coinvolgimento delle categorie produttive, delle associazioni imprenditoriali, di tutte le forze sane del territorio.

Siamo convinti che le vittime non debbano essere  lasciate a loro stesse, in una situazione di solitudine e di debolezza, nella consapevolezza che sconfiggere la criminalità organizzata è una delle condizioni  per  rilanciare lo sviluppo economico e sociale della nostra comunità e la lotta ad essa è il percorso per ritrovare un identità comune nella Legalità come esercizio della responsabilità solidale collettiva.