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Cosenza :: La Giovane Italia Cosenza contro il taglio dei buoni libri.

COSENZA :: 18/09/2013 :: Il taglio del 56% dei buoni libri imposto dal Ministero dell’istruzione ai danni della Regione Calabria e quindi di tutti i cittadini calabresi e cosentini, è un problema di non poco conto, in quanto questo va ad aggravare ulteriormente il bilancio familiare con spese scolastiche, già di per se abbastanza sostenute.

Basta fare un rapido calcolo per capire che in media una famiglia spende circa 499,90 euro per il corredo scolastico e 521.00 euro per libri e dizionari. Negare parte di questi fondi non fa altro che appesantire il budget di una famiglia con il rischio che si possa creare una vera e propria questione sociale. Senza ombra di dubbio a rimetterci sono sicuramente le classi più disagiate che così non potranno più garantire un’adeguata preparazione ai propri figli. In questo modo, non si fa altro che compromettere la formazione culturale e civile dei ragazzi  privandoli del diritto allo studio.

Sicuramente la crisi economica che affligge il nostro Paese porta alla “politica dei tagli” ed è un problema che deve essere al più presto risolto, ma altrettanto importante è garantire a uno studente una formazione adeguata che possa in futuro proiettarlo nel mondo del lavoro. E cosa può garantire tutto questo  se non l’istruzione? Affinché questo avvenga, è necessario che ci siano gli strumenti ma soprattutto che ci sia l’appoggio dello stato, appoggio che di sicuro con un taglio così importante non si dimostra dei migliori.

Quello che non vorremmo è che in questo modo non si faccia  altro che fomentare il “rifiuto” della scuola, fenomeno che per altro già pesa sulla nostra società. Siamo sicuri che l’idea del Ministro Carrozza non è quello di danneggiare gli studenti e questa scelta non è stata fatta senza aver  prima valutato attentamente la situazione, tuttavia ciò che noi della Giovane Italia di Cosenza chiediamo è di rivedere un pò i propri piani, perché crediamo fortemente nel concetto dell’istruzione per tutti  come prima passo verso una  società civile, convinti che non si debbano “tagliare” i sogni e le aspirazioni di una nazione.