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Cosenza :: Lettera aperta di Paolini al presidente del Consiglio Comunale.

Signor Presidente,

COSENZA :: 22/07/2011 :: le chiedo di attivare le procedure per la fissazione della seduta del Consiglio finalizzata alla discussione dell’ordine del giorno sulla situazione sanitaria. Capisco che – come hanno esplicitamente espresso alcuni consiglieri – gli eletti reclamano le loro vacanze, ma, mi creda, i cittadini hanno bisogno della azione del Comune e del Consiglio anche nel torrido mese di agosto quando molti di essi non andranno in vacanza, rimarranno in città e comunque, come tutti, vorrebbero poter contare su un servizio sanitario efficiente e di qualità.

Come tutti vedono oggi non è così. E la colpa non è dei validissimi operatori medici e paramedici che prestano servizio nei presidi cittadini e del circondario. Le responsabilità vanno ricercate – a mio avviso – in una classe dirigente disattenta, sciolta, più volta al proprio tornaconto personale che al bene comune. Non voglio fare demagogia e non ritornerò – per il momento dato che non è di competenza del Consiglio Comunale – sul tema degli sprechi. Ci saranno altre occasioni.

Oggi Le trasmetto altri tre ordini del giorno che – se discussi e tradotti in atti politici ed amministrativi – potrebbero fornire risposte e soluzioni concrete ai cittadini utenti.

La questione generale – contenuta nelle mozioni già in agenda ed ancora non trattate – è quella relativa alla progressiva eutanasia del servizio cosentino (e più in generale calabrese) posto in essere dal governo regionale.

Prendiamo la questione della chiusura dell’Ospedale S. Barbara di Rogliano: nessuno discute l’opportunità di una revisione della rete ospedaliera con l’obiettivo di pervenire a maggiore qualità delle prestazioni, a più sicurezza per il paziente ed al contenimento dei costi.

E ciò può essere realizzato anche mediante la riconversione di piccoli ospedali sino ad ora “generalisti” (parliamo in italiano rinunciando a parole come “spoke” “hub” ecc., così capiamo tutti) da collegare ai più vicini ospedali più grandi, potenziati, con servizi di eccellenza, DEA (Dipartimento emergenza accettazione), dotazioni tecnologiche organizzative e di personale adeguato e con un sistema di trasporti (via terra, aria, rotaia) prioritamente e ciò finalizzato.

Una operazione del genere presuppone evidentemente che si abbiano le idee chiare, progetti già esaminati, condivisi ed approvati nelle sedi proprie (ed i Consigli Comunali o la Conferenza dei Sindaci non possono essere estromesse dal confronto) e che la chiusura di ospedali e presidi sanitari avvenga quando il contesto alternativo sia stato già predisposto e sia operativo. Diversamente si fa solo un papocchio sulla pelle della gente, senza risparmiare, ovviamente, neanche un solo euro, creando un gravissimo disservizio per le popolazioni private dell’ospedale ed aumentando le difficoltà ed i disagi per gli ospedali che dovrebbero ricevere il carico di lavoro proveniente da zone ormai prive della assistenza richiesta e necessaria. Vale per Rogliano, per S. Giovanni in Fiore, per i centri nascita del Tirreno. E’ un ragionamento complicato? A me pare di no perché la riorganizzazione del servizio sanitario non si può fare a stati di avanzamento.

Per questo non mi convincono le dichiarazioni rassicuranti dell’Assessore alla Sanità e neanche le campagne del centrodestra con la sanità commissariata. E di questo deve discutere il Consiglio Comunale di Cosenza e la conferenza dei Sindaci.

Come detto unitamente alla presente Le trasmetto – pregandoLa di aggiungerla all’ordine del giorno della seduta che convocherà – altre tre mozioni.

La prima riguarda il pagamento delle differenze stipendiali arretrate dei dipendenti della sanità privata (a Cosenza oltre millecinquecento famiglie sono interessate). L’erogazione di tali differenze è legata – secondo l’ultimo rinnovo del CCNL – alla liquidazione dei debiti certi maturati negli anni pregressi in favore delle strutture private ed a carico di Regione ed ASP. In Italia solo la Calabria non ha consentito tali pagamenti.

A Cosenza basterebbe che l’ASP pagasse debiti certi, riconosciuti entro budget (cioè derivanti dal contratto sottoscritto) risalenti al 2004 al 2005 ed al 2009 per consentire ai lavoratori di ottenere questo sacrosanto diritto. Invece niente avviene e non si fornisce alcuna risposta. Il Consiglio Comunale può far sentire la sua voce?

La seconda riguarda il diritto dei suddetti lavoratori del settore a gestione privata di percepire mensilmente e senza ritardi il proprio stipendio, proprio come tuti gli altri lavoratori dipendenti. Poiché però nel settore privato la puntualità del pagamento dipende dalla cassa del datore di lavoro (quasi sempre vuota a causa dei ritardi enormi di ASP e Regione che saturano anche il credito bancario) ho avanzato la proposta di sottoscrivere con il sistema bancario una convenzione in base alla quale ogni mese la banca pagherebbe un dodicesimo del contratto sottoscritto almeno nei limiti della quota necessaria per le sole remunerazioni dei dipendenti. Nessuna risposta da parte della Regione. Perché non si può fare ciò che è stato fatto altrove? Il Consiglio Comunale vuole intervenire?

La terza mozione riguarda il servizio PET, tecnologia definita “salvavita” per la quale il Presidente della Regione ha annunciato un importante finanziamento per l’acquisto della macchina da parte dell’A.O. di Reggio Calabria mentre l’assessore Vizza la inserisce come ipotesi nella futura riconversione dell’Ospedale di Rogliano. La PET consente di diagnosticare e monitorare patologie oncologiche e la sua assenza sul territorio cosentino produce i due fenomeni che creano disagio ed aumento di spesa; ovvero la lista d’attesa e l’emigrazione sanitaria.-

Bene. La PET a Cosenza c’è, è pronta potrebbe funzionare sin da domani e l’ha allestita la società Biocontrol Imaging esclusivamente con fondi propri, senza ricorrere a finanziamenti pubblici, incentivi o altro.

Dunque costo per l’erario, zero.

Ha superato tutte le verifiche ed i controlli in tema di requisiti di sicurezza ed idoneità. Ha chiesto quindi l’autorizzazione all’attivazione dichiarandosi disponibile ad un protocollo con il servizio pubblico in modo da abbattere le liste d’attesa, evitare l’emigrazione e rendere il servizio a costo zero per gli utenti. Un grande vantaggio per i cosentini con evidente utilità anche per la Regione che in tal modo potrebbe negoziare tariffe inferiori a quelle che è costretta a pagare alle altre Regioni presso le quali si recano i cittadini richiedenti la PET. Nessuna risposta degli uffici regionali se non l’ottusa dichiarazione che gli accreditamenti sono bloccati per evitare l’incremento della spesa. Anche un bambino potrebbe rispondere che in un caso del genere si tratterrebbe di una indifferibile necessità per i pazienti cosentini e della provincia e comunque di un risparmio e non di una spesa. Può il Consiglio Comunale esprimere la sua idea?

La ringrazio, signor Presidente, e confido nella Sua fattività e sensibilità.

Enzo Paolini