Cosenza :: Partito Democratico: lettera di Ernesto Magorno all’On Pier Luigi Bersani.
COSENZA :: 07/12/2011 :: Caro Segretario, desidero esprimerti, interpretando il sentimento diffuso e di ora in ora crescente di molti militanti, amministratori locali, dirigenti locali del PD e dirigenti sindacali, il mio dissenso dai provvedimenti annunciati dal Governo Monti che si prefiguranoseveramente punitivi per i ceti più deboli. Il PD ha dimostrato nel corso di questa crisi di essere una forza politica responsabile che opera consapevolmente, guardando al futuro dell’Italia e non all’immediata e maggiormente fruttuosa convenienza politica.
Un atteggiamento che però non deve trasformarsi in una incondizionata accondiscendenza nei confronti dell’attuale esecutivo e che non deve farci dimenticare che la nostra è una forza politica che ha nel suo DNA la tutela delle fasce sociali meno garantite, di quelle che in questo momento storico avvertono maggiormente i morsi di una crisi così devastante.
Dispiace dirlo, ma di fronte al ventaglio di proposte contenute nel “Decreto salva – Italia” io, e come me tanti altri amici e compagni nel PD, mi sento ancora all’opposizione, non convinto da interventi assunti da un governo che si dichiara tecnico ma che sembra ispirato da logiche appartenenti al precedente esecutivo, con la differenza dell’immagine di serietà e sobrietà che Monti e la sua squadra sanno trasmettere.
Al di là dell’immagine, la verità è che, come ci si attendeva, non si intravede negli interventi paventati da Monti quello scatto in avanti in direzione di una maggiore equità tra gli italiani, in particolar modo nei confronti di quelle categorie già duramente provate da una recessione che nella realtà dei fatti è oramai perdurante: pensionati, lavoratori, piccoli imprenditori, giovani, categorie disagiate; quegli stessi, insomma, che hanno da sempre pagato il prezzo delle crisi che nel corso degli anni si sono abbattute sul nostro paese.
I partiti e i governi, devono promuovere politiche che impongano alle banche, che sono responsabili più di altri della crisi, di agevolare il credito agli imprenditori, alle famiglie, ai giovani e di abbassare i tassi di interesse per promuovere investimenti che producono lavoro e sviluppo. Questo governo, che non convince si prepara a poggiare quasi tutto il peso di una crisi epocale sulle spalle di quelle categorie che hanno dato e già danno e che sono costrette a raschiare il fondo del barile, mentre, al di la delle dichiarazioni di prassi, vengono solo sfiorati, i privilegi e le furberie di quelli che hanno di più e di quelli che sulle crisi hanno costruito le loro fortune.
Negli annunci di Monti, e lo sottolineo con particolare disagio, c’è un grande assente: il Sud. Quel Mezzogiorno per il quale non si sono pensati concreti interventi in favore della sua crescita, della realizzazione di quelle infrastrutture, senza le quali il gap con il resto dell’Europa sarà drammaticamente destinato ad ampliarsi, aumentando il crescente disagio economico e sociale.
Gli stessi proclamati tagli ai costi della politica sembrano incidere solo in certe direzioni, salvaguardando però taluni privilegi di una parte della “casta”, che i cittadini che faticano ad arrivare a fine mese non riescono più a comprendere ed a tollerare. Va bene la drastica riduzione delle Provincie, che però dovrebbe accompagnarsi ad iniziative di maggiore impatto sul ceto politico, come una riduzione del numero dei Parlamentari ed un dimezzamento dei loro emolumenti, così come degli eccessivi compensi dei manager pubblici alcuni dei quali passano alle cronache per le loro stratosferiche liquidazioni.
Scrivo questo, come Sindaco che già dal 2007, inizio del suo mandato, ha deciso assieme ai componenti della sua Giunta e della maggioranza consiliare con la quale governa, di rinunciare alla indennità di carica devolvendola ad iniziative sociali ed opere realizzate a favore della comunità. Tutto questo in un contesto dove gli enti locali, già boccheggianti e costretti quotidianamente a compiere dei veri e propri “miracoli” per far quadrare i loro esigui bilanci, risulteranno sempre di più impoveriti e impossibilitati ad assicurare i servizi essenziali ai cittadini.
La parola equità, insomma, non sembra ispiratrice nelle politiche del Governo Monti, ma appare un contentino, un dazio da pagare, senza eccessivo entusiasmo, ad alcune forze politiche, che sostengono l’esecutivo. Non sono io a dirlo, ma autorevoli osservatori tra cui la CEI, che ha sottolineato come si sarebbe potuto fare di più in termini di equanimità e di incentivi alla crescita.
Così come non si possono non condividere le inquietudini e le preoccupazioni dei Sindacati, sugli effetti che le decisioni del Governo Monti, se attuate, avranno sui lavoratori e sui pensionati. Il PD invece può e deve chiedere di più, intervenendo per invertire la direzione intrapresa dal Governo Monti, operando con forza in parlamento, negando, se necessario, il suo voto al “Decreto salva – Italia”.
Siamo stanchi di chiedere sacrifici a chi già lotta per dare dignità alle proprie famiglie, a chi fa i salti mortali per far quadrare il proprio bilancio familiare, a chi si priva di tutto pur di mantenere i figli negli studi universitari, ai piccoli imprenditori vessati da un iniquo sistema tributario e da tassi di interesse bancari usurai.
Che la parola torni quindi alla politica, che scelgano i cittadini chi debba governarli. Questo governo non ci rappresenta e non può avere il nostro avallo, il sostegno di una forza politica che è la migliore sintesi delle più gloriose tradizioni politiche e sociali del nostro Paese , da sempre a fianco dei lavoratori e dei ceti meno tutelati. Io chiedo con forza che nel PD si apra una discussione, che vengano chiamati a decidere tutti. Se al contrario ci saranno decisioni imposte dall’alto, noi, la base, certamente non vi seguirà.
Cordiali saluti.
Il Sindaco di Diamante
Avv. Ernesto Magorno