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Crotone :: Crotone come area di crisi.

CROTONE :: 16/03/2010 :: La risposta del sottosegretario alle Attività produttive, on. Stefano Saglia, all’interrogazione parlamentare posta alcuni giorni fa dall’on. Nicodemo Oliverio suggerisce alcune precisazioni. E’ noto già da tempo che la bozza di decreto sulle aree di crisi, elaborata dal Ministero per lo sviluppo economico, è ferma presso la Conferenza unificata Stato/Regioni per i previsti adempimenti.

E’ sicuramente corretto, oltre che noto a tutti, che Crotone, in quanto territorio di una Regione del Mezzogiorno, accede a tutti gli strumenti e le risorse dedicate alle Regioni Convergenza. Pertanto è chiaro che le finanze messe a disposizione sul PAR, POR, PIA, FIT, oltre che sulle Zone franche urbane, possono essere attinte per accelerare i percorsi di sviluppo produttivo ed infrastrutturale del territorio.

Su questi strumenti, citati nella risposta dell’on. Saglia, sembra opportuno, peraltro, osservare che i ritardi cumulati dalle Amministrazioni locali, in alcuni casi, ed il taglio di risorse dedicate alle Regioni Obiettivo Convergenza da parte del Governo, in altri casi, hanno finora fortemente ridimensionato l’impatto prevedibile sui territori, disattendendo inevitabilmente le aspettative.

Quello che sfugge, e che sembra opportuno sottolineare, è che la dimensione della crisi che il territorio di Crotone attraversa ormai da oltre un decennio sono tali da far chiedere con determinazione un impegno forte da parte del Governo e delle Istituzioni locali in direzione del recupero produttivo dell’area.

La legge n. 99 del 23 luglio 2009, all’art. 2, comma 2, prevede la “Riforma degli interventi di reindustrializazione” e stabilisce che per dare efficacia e tempestività alle iniziative di reindustrializzazione nelle aree di crisi l’iniziativa debba essere disciplinata da accordi di programma, attraverso i quali concordare, integrare e coordinare le attività di regione, enti locali ed amministrazioni statali.

La legge inoltre prevede all’art. 2, comma 10, che, tra le aree di crisi, venga riconosciuta priorità ai siti che ricadono nell’obiettivo convergenza.

Dunque di questo si tratta.

Non di leggi agevolative a bando, a cui tutti i territori inseriti nell’obiettivo Convergenza accedono, ma di un intervento studiato e programmato con tutti i soggetti locali e con il Ministero, un’azione strategica che veda impegnati a trecentosessanta gradi tutti i soggetti istituzionali ai vari livelli competenti per dare una risposta radicale alle esigenze di superamento della crisi, di crescita e di consolidamento dello sviluppo di questo territorio.