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Dalla Trincea :: L’acqua perduta.

di Francesco Cirillo

DALLA TRINCEA :: 29/11/2009 :: Alla fine della mia trincea c’è una piccola sorgente di acqua. E’ lì che ogni mattina mi lavo e faccio le mie abluzioni. Da questa sorgente, piccola e molto bella piena di piante come il capelvenere  e rampicanti, che ci dissetiamo. Spesso vi trovo lucertolone, qualche geco la sera, non di rado qualche topolino.

Faccio bere gli animaletti prima, poi porgo le mani a coppa e bevo io. Mi riempio subito dopo una bottiglia di vetro e ritorno alla mia postazione  binoculare a controllare cosa accade attorno a me. Sento mentre guardo dal mio binocolo la freschezza di quell’acqua nella mia bocca per diversi minuti. Quasi l’accarezzo , quest’acqua, fra la lingua ed i miei denti e ne avverto ancora la freschezza quando raccolgo quello che rimane della bevuta dalle mia labbra ancora umide. L’acqua oggi viene raccolta nella maggior parte delle persone dai rubinetti delle proprie case. Molti pur avendo la possibilità di prendere acqua gratuita da belle sorgenti ancora esistenti nei nostri luoghi vanno a comprasela nei supermercati. Acqua che viene dal nord o comunque da lontano chiusa in bottiglie di plastica che chissà per quanto tempo restano in parcheggi esposti al sole prima di essere caricate su Tir e trasportate nei vari supermercati d’Italia. Quel topolino che trovo ogni mattina a bere dalla mia sorgente è più intelligente di questi esseri umani. Nella nostra costa tirrenica esistono ancora delle sorgenti di acqua. Basta andare verso Buonvicino, o verso Papasidero o anche vicinissimo sulla strada che porta all’ospedale di Cetraro. Ci si passa decine di volte in una settimana. Basta portarsi delle bottiglie di vetro nel portabagagli ed ecco l’acqua gratis, buona e pulita. Ora ci vogliono togliere anche questo privilegio. Il governo, cinico e bastardo, come il destino, ha deliberato questa settimana la privatizzazione dell’acqua. Vorrà dire che l’acqua che oggi beviamo gratis, o che paghiamo ad un discreto prezzo ai comuni finirà nelle mani di ditte private che potranno a proprio piacimento aumentare le bollette e se uno non le paga staccarti il servizio. Inoltre possono comprarsi le sorgenti e quindi eliminare l’uscita gratuita da pubbliche vie convogliandola nei loro acquedotti. In Calabria l’acqua è già nelle mani di una ditta francese la Veolia che insieme alla regione ha costituito una società che si chiama Sorical. Nei prossimi giorni , mesi , anni avremo a che fare con questa gente. Ma teniamo presente che l’acqua è perduta e che tutto ciò che è stato di libero, oggi resterà nella nostra memoria. Questo il topolino non lo so ancora.