Diamante :: Associazione a delinquere finalizzata a truffe assicurative: diamantese prosciolto dalla Corte d’Appello di Venezia.

DIAMANTE :: 09/07/2014 :: Martedì scorso, la Corte d’Appello di Venezia – II Sezione Penale -, accogliendo le richieste dell’avvocato penalista Francesco Liserre, ha prosciolto G.P di Diamante, già accusato di essere un promotore di un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe assicurative. La Corte d’Appello, ha quindi riformata la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale Penale di Belluno a seguito della quale, il diamantese, già prosciolto dall’accusa di associazione a delinquere, veniva condannato alla pena di anni due e mesi sei di reclusione.

G.P. veniva arrestato a Napoli, nel giugno del 2002, in quanto ritenuto promotore ed organizzatore di un associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurime truffe assicurative. La maxi-operazione che partiva dalla squadra mobile di Trieste, nel gennaio dello stesso anno, coordinata da diverse Procure del Nord Italia, culminava con diversi arresti.

Il caso giudiziario nasceva a seguito di approfondite e analitiche indagini svolte dalla Polizia di Napoli attraverso l’individuazione di un’organizzazione che, attraverso ripetute contraffazioni e ricettazioni di documenti di identificazione e di circolazione, nonché con la predisposizione di falsi attestati di vendita e dichiarazioni di vendita intestati ad agenzie automobilistiche inesistenti, riusciva ad ottenere, da varie società assicurative, una serie di polizze su auto e motoveicoli, documentando la residenza fittizia dei richiedenti in zone diverse dal napoletano al fine di ottenere condizioni assicurative più convenienti; procurando, così, un danno patrimoniale ingente alle società assicuratrici.

In questi ultimi anni, anche i Tribunali di Cremona, Napoli, Bologna, Vicenza, Ferrara, Ravenna, Sondrio e Trento assolvevano il diamantese, accusato degli stessi reati. In particolare, l’imputato rispondeva, oltre che dell’associazione a delinquere, di una pluralità di reati-fine tra cui la ricettazione, la sostituzione di persona, la truffa aggravata e falso.

In alcuni casi, l’avv. Francesco Liserre dimostrava, a seguito di articolate istruttorie dibattimentali rappresentate dall’esame di numerosi testimoni, nonché dalle risultanze di perizie calligrafiche, l’assenza di elementi che potessero assurgere al rango di prova intesa quale giudizio di certezza, al di là di ogni ragionevole dubbio, sulla colpevolezza dell’imputato. Viva soddisfazione è stata espressa dall’avv. Liserre per l’ennesimo provvedimento favorevole al giovane diamantese.