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Diamante :: Enzo Monaco e Guido Stecchi difendono il Tartufo di Pizzo.

DIAMANTE :: 06/07/2012 :: Il tartufo gelato è nato a Pizzo 60 anni fa. L’ha inventato il pasticciere pizzitano Giuseppe De Maria, detto Don Pippo. È falso quindi quello che dice l’Antica Gelateria del corso che invita a festeggiare il trentennale del gelato tartufo “creato da un gelatiere di Parma 30 anni fa”. Enzo Monaco, presidente dell’Accademia italiana del peperoncino e Guido Stecchi, presidente dell’Accademia delle 5T, hanno inviato una lettera di protesta al Presidente Scopelliti, all’Assessore all’agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra e al Dirigente del dipartimento di turismo Raffaele Rio, “segnalando l’ennesimo tentativo di truffa ai danni di un prodotto-simbolo della gastronomia calabrese di qualità”.

“Il tentativo di truffa – scrivono Monaco e Stecchi – è ancora più grave visto che da anni il tartufo gelato di Pizzo è codificato nel disciplinare del “Tartufo di Pizzo IGP” approvato dalla Regione Calabria e dal Ministero delle politiche agricole”. “Il falso dell’Antica Gelateria del corso – dice la lettera – riguarda la verità storica e la natura stessa del gelato. La storia dice che il tartufo gelato è nato a Pizzo nel 1952 e non compie 30 ma 60 anni! Le testimonianze d’epoca ricordano che ad inventarlo, casualmente, è stato un pasticciere pizzitano Giuseppe De Maria, detto don Pippo.

Il disciplinare di produzione dice chiaramente che il tartufo gelato di Pizzo è una specialità tutta naturale fatta con gelato di nocciola, di cioccolato, composto di cacao, cacao in polvere. Nessun colorante, nessun conservante chimico o naturale, nessuna sostanza grassa o vegetale ad eccezione di quelle naturalmente contenute negli ingredienti. Senza prodotti geneticamente modificati o di prodotti da essi derivati. Soprattutto senza la possibilità di utilizzare latte in polvere o concentrato. In una parola una prelibatezza, unica al mondo, che non ha niente a che vedere col prodotto dell’Antica Gelateria del corso”.

“Conosciamo la Vostra sensibilità – concludono Monaco e Stecchi – e siamo sicuri che vorrete intervenire in difesa della verità. Per salvaguardare uno dei beni-simbolo della nostra gastronomia di qualità”.