Diamante :: Il direttore di ‘Sapori d’Italia’ al Peperoncino Festival.
DIAMANTE :: 08/09/2012 :: Un ventennale è un prestigioso traguardo. Ed è pure un ventennio che vale un secolo: nel 1992 il computer era un optional, i telefonini un lusso, i ragazzi si parlavano per strada non attraverso un video… Eppure parlando con la gente, con chi vive il Festival del peperoncino per assaggiare e curiosare, con chi fa assaggiare, con i bottegai… vien da chiedersi: ma come, solo venti? Guardando le vetrine e scrutando le facce il dubbio si fa stupore.
Perché qui lo “spirito Pic” è così radicato che il festival pare un “culto” plurisecolare. E’ già tradizione ma sa cogliere gli stimoli dell’oggi, si ripete nei riti e nell’atmosfera ma ogni anno ci sono pure idee nuove. Dicono che il peperoncino è un tema facile, ha tutto: è nello spirito della gente del luogo, è allegro per i suoi colori, è pizzicagnolo, è afrodisiaco, soprattutto è di casa ma è pure esotico…
Si presta all’allegria, alla goliardia, alla ghiottoneria. E’ vero, ma bisognava pensarci: con il senno di poi e anni di successi è facile accorgersene, ma ci voleva l’idea di miscelare questi ingredienti ed è venuta a Diamante, che il titolo di capitale del peperoncino se l’è guadagnato con la genialità e con un po’ di malizia.