Diamante :: Il porto sarà utile a Diamante soltanto se Diamante saprà essere utile al porto.
Il porto è il più grande investimento economico e logistico che si sia mai fatto a ridosso del centro storico(è questa la peculiare forza dell’investimento medesimo, è in mare ma è abbracciato dal lungomare e dal centro storico) ma, come scrivemmo ad Aprile, decollerà e ci permetterà di decollare soltanto se percepito come uno splendido punto di partenza e non come una conquista fine a se stessa. Il porto sarà utile a Diamante soltanto se Diamante saprà essere utile al porto, non ci stancheremo mai di dirlo.
Decollare significa “riempire” l’opportunità del porto di confronto e risorse progettuali che non devono rimanere confinati all’interno del cantiere dividendo inutilmente la popolazione in favorevoli e contrari ma piuttosto uscire ed invadere costruttivamente ogni dibattito pubblico ed ogni pubblica assise in cui di discuta produttivamente di Diamante e del suo futuro. La terza delle nostre dieci domande chiede(già da qualche mese dunque), in particolare, se a tal fine non fosse opportuno istituire un tavolo di concertazione ufficiale(con incontri pubblici a scadenza fissa) presieduto dal consigliere comunale con delega al porto e dall’assessore al turismo coinvolgendo il privato che realizza e gestirà la struttura, i cittadini e gli operatori economici locali. Ci permettiamo di citare l’esempio dell’amministrazione comunale di Tortora che quasi contemporaneamente al nostro incontro pubblico del 30 Ottobre scorso intraprendeva per la prima volta la strada della Programmazione Turistica Tortorese(PTT è il nome dell’iniziativa), istituendo dunque una sorta di tavolo di concertazione permanente con cittadini, forze politiche, forze associative ed operatori economici. Si potrebbe chiedere per esempio all’Assessore al turismo Franco Maiolino(quasi a mò di undicesima domanda) perché Tortora lo fa e noi, che oltre a possedere una solida vocazione turistica stiamo facendo un grosso e strategico investimento infrastrutturale sul nostro turismo, non lo facciamo. Riteniamo, inoltre, importante fare informazione sull’infrastruttura stessa perché molti cittadini pensano che il costruendo porto sarà “per sempre” privato. La formula di realizzazione del nostro porto è un classico esempio di "project financing", c'è un privato che si fa carico di gran parte dei costi e che poi, una volta completata l'opera, recupera legittimamente l'investimento e altrettanto legittimamente realizza degli utili gestendo, per un tot di anni, i servizi connessi all'infrastruttura stessa. La funzione della politica e delle istituzioni dovrebbe essere, in questa fase, quella di innescare attorno all'opera una produttiva e costruttiva discussione per informare e soprattutto coinvolgere i cittadini nell'iter realizzativo stimolando critiche, suggerimenti ed osservazioni che servono spesso a sentire "propria" l'opera pubblica ed a lottare per il suo veloce completamento. Le prescrizioni relative al ciclo di riproduzione della Posidonia bloccheranno i lavori per molti mesi però a questo punto le mareggiate che, abbattendosi periodicamente sulle nostre coste, smuoveranno ciò che rimane della massicciata danneggeranno (spostando massi e pietre) le praterie di Posidonia stesse. L’inizio dei lavori compromette irrimediabilmente per almeno un paio d’anni l’ecosistema in cui si svolgeva il ciclo di riproduzione e inoltre se non si completa la protezione costituita dal molo di sopraflutto è praticamente impossibile impedire la diffusione del sedimento che potrebbe danneggiare le praterie(siamo sicuri che siano poi così vicine all’area del porto?). Allora che senso ha bloccare i lavori? Perché non si dà al privato la possibilità di completare e rinforzare il braccio esterno? Si fa un gran parlare in questi giorni di Posidonia, di organizzazione del lavoro, di tempi di realizzazione e materiale utilizzato. Tutte legittime e pertinenti osservazioni. Perché di tutte queste cose non se ne discute però pubblicamente? Non è nostro obiettivo ergerci ad Avvocati difensori della ditta esecutrice e sappiamo peraltro che sul blocco dei lavori relativo al ciclo di riproduzione della Posidonia non è competente il Comune, però sappiamo anche che compito di un'amministrazione comunale non è soltanto quello di produrre atti burocratici ma anche e soprattutto azioni politiche. E' necessario combattere tutti insieme ma nessuno(istituzioni in primis) può permettersi di essere "assente”, la nostra proposta è ormai chiara e mira alla convocazione di tutta una serie di consigli comunali aperti tesi ad informare e coinvolgere anche chi finora(spesso giustamente) riteneva inutile e superfluo informarsi o partecipare. E’ necessario raggiungere la consapevolezza che fare e rischiare per il proprio paese è sempre meglio che non fare e non rischiare, è sempre meglio che criticare chi ha fatto e si è impegnato partendo magari anche da un punto di vista diverso dal nostro. Il porto prima di essere un’essenziale opera pubblica è l'occasione per dimostrare che tutti insieme ce la possiamo fare, che se evitiamo di dividerci sulle questioni marginali e ci compattiamo sui contenuti… SI PU0’ FARE.
Il comitato per le dieci domande all’amministrazione comunale di Diamante sul porto