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Diamante :: Porto: Marina di Diamante destinata a diventare un vero e proprio resort.

DIAMANTE :: 01/11/2011 :: Sarà un inverno intenso per Marina di Diamante in provincia di Cosenza. La nuova realtà portuale è in costruzione in una regione tanto carica di storia e non sorprende dunque se durante i lavori ci si è imbattuti in diversi reperti archeologici. Diamante Blu (società concessionaria dell’opera) sta operando in sinergia con gli Enti interessati nell’ottica di recuperare e ridare vita ai reperti; operazioni che hanno condizionato la tabella di marcia dei lavori che si prospetta fitta per poter recuperare parte del terreno perduto e fare di tutto per poter ultimare l’opera entro i dieci mesi previsti.

Il porto turistico di Diamante  sta prendendo forma ed è destinato a diventare un vero e proprio resort della nautica in una location unica dalla forte vocazione turistica. La realtà è ben integrata nel paesaggio marittimo e ne vuole divenire un elemento peculiare vista la morfologia di Diamante che si snoda quasi interamente sul suo splendido lungomare e dunque sul nuovo Marina.

I suoi 300 posti barca ma soprattutto la qualità dei servizi d’alto profilo renderanno  Marina di Diamante un vero punto di riferimento per chi naviga da e verso il sud d’Italia. Altri plus sono destinati ai diportisti e pescatori locali che avranno un attracco sicuro dove poter ormeggiare tutto l’anno e non solo nei mesi estivi.

Diamante Blu sta operando in sinergia sia con la Regione Calabria sia con il Comune di Diamante adottando una serie misure tecniche volte a garantire la possibilità di lavorare durante l’intero anno solare. Tra queste  l’adozione di  panne galleggianti (sorta di grembiule zavorrato) che lambisce il fondale bloccando la propagazione dei sedimenti sollevati dalla movimentazione dei massi. In questo modo i lavori non sono dannosi alla posidonia  patrimonio dei fondali dell’Alto Tirreno Casentino.

Altro importante accorgimento è l’utilizzo  di massi artificiali  denominati “ecopodi” (per la parti emerse) ed “acropodi” (per le parti sommerse) prodotti su brevetto francese dalla società  Sogreah che in Italia prima di Diamante ha fornito queste strutture solo a Marina di Ospedaletti. Questi particolari manufatti da 6 metri cubi (circa 14 tonnellate),  pigmentati con una venatura che riprende il colore dello scoglio naturale,  vengono realizzati utilizzando calcestruzzo biocompatibile con un ph uguale a quello dell’ambiente marino e fungono da valida alternativa, meno invasiva, alle pietre delle poche cave autorizzate nella zona.

“Il nostro intento è quello di realizzare in tempi rapidi una infrastruttura strategica per l’intera Regione che, in un momento di economia stagnante, possa fungere da volano per un territorio che merita un rilancio turistico –  sottolinea Graziano Santoro presidente di Diamante Blu. Essere meno invasivi possibile nei confrontanti dell’ambiente è una delle priorità che ha accomunato il lavoro di tutte le competenze.

Siamo consapevoli che i ritardi non sono piacevoli per la cittadinanza locale, ma la società che rappresento è a prima a voler tagliare al più presto la bandiera del traguardo. La nostra filosofia è quella di essere supportati dalle eccellenze che operano nel settore della realizzazione portuale tra le quali  Icad, Ingemar e Cimolai.

Altra nostra volontà è quella di implementare l’area marketing e comunicazione per far vivere il Marina anche a chi non è solito navigare,  con iniziative che possano spaziare dalla  cultura marinara agli eventi dedicati, anche di natura sportiva,  sempre all’insegna del fascino di un mare espressione del nostro blu”.

www.marinadidiamante.it