Diamante :: Reddito minimo garantito. Proposta tra rischi di assistenza e necessità di investimento.
Lettera aperta a Manuel Mascaro Aiello- Coordinatore Provinciale di Azione Democratica
Proporre una legge regionale d’iniziativa popolare per l’istituzione di un reddito minimo garantito per i cittadini calabresi richiede – a nostro parere – alcune riflessioni legate al contesto politico, sociale ed economico in cui la legge viene proposta e promossa. E’ inevitabile che un provvedimento di questo tipo venga percepito da molti come l’ennesima trovata assistenziale in una terra in cui è ancora troppo forte lo sdegno per i circa 100 Miliardi di Euro arrivati e per gran parte sprecati dal meridione negli ultimi dieci anni, è ancora troppo radicato lo sdegno per l’impatto praticamente nullo che quei fondi europei hanno avuto sul nostro tessuto socio-economico sia dal punto di vista produttivo che dal punto di vista occupazionale. E’ ancora troppo forte lo sdegno per i fondi della 488 spesso sprecati e regalati a chi si è portato via pezzi importanti del nostro futuro. La gente ha capito che ogni qual volta – nel corso della nostra storia – siamo stati conquistati, invasi o derubati di ciò che era nostro, non è stata certo la sola forza dell’invasore a conquistarci e a piegarci ma molto ha pesato la codarda compiacenza di chi doveva rappresentarci e difenderci ed ha invece deciso di mettere nelle mani straniere del miglior offerente del momento le nostre prospettive di vita. Proporre inoltre questa legge in un’Italia in cui il federalismo prima di essere una riforma è una precisa tendenza politica già ampiamente espressa tra le maglie dell’ultima finanziaria ,che taglia drasticamente i trasferimenti monetari dallo stato centrale agli enti locali, impone ulteriori ed approfondite analisi. Il federalismo da un lato spariglierà le carte su molti tavoli in cui si pensa, dalle nostre parti soprattutto, che i soldi pubblici servano unicamente a blindare clientele ed a costruire false promesse elettorali ritenendo il lavoro una favola mediatica da raccontare con furbizia e clamore e non una necessità da creare con capacità ed innovazione. Dall’altro lato però il federalismo in Calabria ridurrà il potere d’acquisto di molte famiglie che dovranno sopperire con i propri soldi alle devastanti conseguenze che, almeno inizialmente, il federalismo produrrà – in termini di servizi essenziali al cittadino – in una regione in cui la politica negli anni ha prodotto un sistema sanitario elefantiaco oppresso da debiti e spartizioni politiche ed incapace di valorizzare appieno le tante ottime professionalità presenti pur presenti sul territorio. E’ necessario dunque dare carattere di investimento alla proposta di legge e darle forza stoppando sul nascere ogni presunta caratterizzazione assistenziale del provvedimento stesso.
Proponiamo in quest’ottica di fare di questa legge un grande incentivo per l’accesso al mercato del lavoro di tanti giovani in cerca di occupazione corrispondendo l’importo del reddito minimo alle imprese sotto forma di borsa-lavoro(magari introducendo una soglia di età massima) con l’obiettivo di dare respiro alle piccole e medie imprese e di favorire contratti più stabili. Proponiamo di inserire questa legge nel quadro di incentivi alle imprese(sotto forma di integrazione salariale e formazione continua) promossi dalla Regione Calabria con il Decreto 844 del 18 Febbraio 2011. Proponiamo di dare ulteriore organicità ed impalcatura progettuale al provvedimento vincolandolo politicamente alla prospettiva programmatica che dovrebbero darci e che speriamo ci daranno i 477 Milioni di Euro dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale(PISL) finalizzati al conseguimento di definiti obiettivi di sviluppo socio-economico su specifici ambiti territoriali.
Movimento Culturale “Per una Diamante migliore”