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Diamante :: Un polo di ricerca chiesto a gran voce dall' ex Dirigente dell'ASL, Marianna Presta.

DIAMANTE :: 06/01/2010 :: Le ultime polemiche sull’allarme tumori nel nostro territorio, ci portano a riflettere  sul P.O. di Paola che ancora stenta a diventare un centro di eccellenza per la ricerca, la prevenzione e la cura del tumore. Nel 2006 il Dottor Logatto predispose un progetto molto articolato per far diventare Paola un centro oncologico di prim’ordine in Calabria.  

Un centro capace di assicurare l’intero percorso assistenziale del paziente, dalla diagnosi alla cura medica e chirurgica del tumore con assistenza domiciliare estesa nel territorio. Nel tempo molto è stato fatto, il centro ha raggiunto un buon livello grazie alla tenacia del dottor Filippelli e dei suoi collaboratori, ma non si può parlare ancora di un vero e proprio polo di eccellenza. Un polo oncologico può dirsi tale se ha la possibilità di un continuo adeguamento tecnologico e strutturale, di una accurata analisi epidemiologica territoriale, della valutazione dei fattori di rischio, della diagnosi precoce dei diversi tumori, di dare risposte immediate e certe per eliminare quella mobilità extraterritoriale con i viaggi della speranza, che creano sofferenze e disagi anche economici. Paola può diventare un centro di eccellenza per la prevenzione e la cura del tumore, se si mettono in rete le innegabili professionalità del Dottor Filippelli e del suo staff con risorse umane, strutture moderne, attrezzature diagnostiche tecnologicamente adeguate alla scoperta del tumore. Vogliamo ricordare che Paola non ha ancora la risonanza magnetica. Attualmente la ricerca ha imboccato strade nuove arrivando a risultati insperati, per cui oggi è più facile curare e guarire di tumore. Le nuove scoperte scientifiche ci hanno regalato attrezzature diagnostiche che scoprono tumori anche di piccolissimi millimetri che possono essere debellati facilmente.  Certo questo è un momento difficile per i problemi della sanità in Calabria, quasi una resa dei conti, il vecchio centrodestra ci ha lasciato una eredità pesante, un bilancio in vero fatto di sprechi, di una logica affaristica, di una piramide dirigenziale incapace di programmare in direzione dei bisogni degli utenti. Ora però bisogna avere la forza di prendere decisioni coraggiose. Ed allora eliminiamo gli sprechi, chiudiamo pure gli ospedali non rispondenti ai bisogni degli ammalati, ma incrementiamo i servizi indispensabili. Più volte in passato, ci siamo occupati del polo oncologico di Paola chiedendo interventi essenziali per la sua funzionalità. Oggi chiediamo che nel centro, oltre al trattamento di chemioterapia ci sia quello della radioterapia che non è un “lusso”, ma una necessità indispensabile per combattere il tumore, spesso anche in alternativa ad interventi chirurgici e garantendo al paziente una migliore qualità della vita. La mancanza e l’inadeguatezza delle strutture di radioterapia nel sud Italia è indicata dagli oncologi come una delle cause dalle differenza di mortalità tra Nord e Sud, oltre che di numerose migrazioni verso il Centro Nord. Agli addetti ai lavori vogliamo far notare che nella vergognosa cartina geografica della “Radio che non c’è”, noi siamo gli ultimi in Italia. Ed amaramente pensiamo come è scoraggiante ed impietosa la “disparità” di trattamento fra Nord e Sud dove strutt
ure servizi e prestazioni non riescono a coniugarsi con la realtà oncologica del territorio e diventare motore di cambiamento e di efficienza. Noi ribadiamo che una moderna politica sanitaria deve garantire servizi di elevata qualità a tutti i cittadini italiani e che in qualsiasi punto del paese, dal Nord al Sud, ci sia grande rispetto per chi deve lottare contro il tumore. Oggi più che mai è importante costruire solidi criteri perché l’esercizio del “potere” nel mondo della salute si ponga al servizio della dignità umana e del bene comune attraverso scelte giuste e coraggiose in alternativa ad un passato di sprechi ingiustizie ed inadempienze.