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Gioia Tauro :: Siria: Giordano sulle armi chimiche nel porto.

GIOIA TAURO :: 16/01/2014 :: “E’ una vergogna che il porto di Gioia Tauro diventi la pattumiera delle armi chimiche siriane”. Lo afferma il consigliere regionale Giuseppe Giordano. “La notizia dell’ultima ora, secondo la quale sarà probabilmente il porto di Gioia Tauro ad ospitare  le 570 tonnellate di armi chimiche (l’iprite, i gas nervini, il sarin, il tabun e il VX) provenienti dalla Siria rappresenta un ulteriore schiaffo per la nostra martoriata regione.

Si tratta – aggiunge – di un’ operazione pericolosissima che vedrà coinvolto il porto di Gioia Tauro nell’ospitare, sia pur per un periodo temporaneo, armi di distruzione di massa. E’ una vergogna che l’Italia si sia resa disponibile a tale operazione, ma è ancor più inaccettabile che sia stata scelta l’area portuale di Gioia Tauro sulla quale si dovranno applicare misure straordinarie per accogliere ben 1500 contenitori dall’elevatissima pericolosità.

Ci si domanda su quali criteri si è ritenuto il porto di Gioia Tauro l’unico scalo idoneo a permettere l’operazione di trasbordo dalla nave danese Arc Futura alla nave Cape Ray, e , ancora, se si sia valutato attentamente il rischio per la salute dei cittadini e dei lavoratori dell’area portuale, nonché le possibile ripercussioni, anche economiche, sull’attività complessiva del porto. Non basta – rileva il consigliere regionale – quanto ha già subito il nostro territorio negli anni con i numerosi carichi di veleni che hanno visto la nostra regione come crocevia dei traffici criminali internazionali, ma addirittura si devono subire decisioni ‘formalmente  legittime’ da parte di uno Stato che ha pensato bene di genuflettersi ancora una volta alle esigenze di altri stati.

Condivido pienamente  la posizione assunta dal segretario nazionale di Italia dei Valori Ignazio Messina  che in questi giorni e in queste ore si è mobilitato per cercare di fermare una azione così penalizzante per la nostra regione. Nel contempo –conclude Giordano – auspico che le altre forze politiche e sindacali  regionali, la stessa regione Calabria, le istituzioni locali, l’autorità portuale reagiscano fortemente ad un atto irresponsabile attraverso una forte opposizione ad  una decisione che condanna la nostra regione ad un ruolo servile e inconsistente”.