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Grisolia :: Inaugurato il Monumento ai Caduti in Guerra.

GRISOLIA :: 25/03/2011 :: Si è svolta questa mattina la cerimonia di inaugurazione del nuovo Monumento ai Caduti in Guerra del Comune di Grisolia. Vogliamo ringraziare pubblicamente i Sindaci di Santa Domenica Talao e Maierà per essere intervenuti, il comandante e i carabinieri della stazione di Santa Maria del Cedro, il parroco Don Franco Tufo ed i rappresentanti delle associazioni che sono intervenuti. Ringraziamo anche la dirigente e il personale, docente e non, delle scuole di Grisolia per aver partecipato con i loro alunni a questa celebrazione.

La commemorazione ha avuto inizio alle ore 9.30 con la partenza del corteo da Piazza Piana ed ha attraversato Via Roma accompagnato dalla banda musicale. Arrivati presso la nuova Piazza Monumento, i cittadini hanno partecipato alla celebrazione della Santa Messa officiata dal parroco e poi hanno potuto ascoltare le considerazioni del Sindaco Antonio Longo su questo evento. Lo stesso Sindaco, dopo l’alzabandiera solenne, ha scoperto la statua ai caduti restaurata e ha dato lettura dell’elenco dei soldati grisolioti che non hanno fatto ritorno dal fronte nelle due guerre mondiali. La commemorazione si è conclusa con gli interventi degli alunni delle scuole di Grisolia che hanno presentato a tutti i lavori e le rappresentazioni che avevano preparato per l’occasione.

Il corteo, salutato il Monumento, è ritornato in Piazza Piana passando nuovamente per Via Roma.

Questo evento ha avuto per noi dell’amministrazione comunale un duplice valore. Da un lato è la testimonianza del nostro buon operato e della qualità dell’impegno che stiamo riversando sui lavori pubblici e sulla relativa valorizzazione del centro storico di Grisolia. Dall’altro ha rappresentato un’occasione importante per rivolgere il pensiero alla nostra storia e cogliere da essa preziosi insegnamenti. Il Monumento ai Caduti in Guerra con la sua statua fa parte della storia di Grisolia, infatti, proprio quella statua, oggi restaurata, è per ogni grisolioto il simbolo di un passato fatto di eroismo e di dolore. Per questo ringraziamo tutti coloro che stamattina sono intervenuti per condividere il dovuto omaggio a tutti i nostri concittadini che in tutte le guerre si sono eroicamente battuti per un ideale. Dobbiamo raccogliere la loro eredità spirituale.

I nostri caduti hanno offerto la loro vita ad una Patria che volevano migliore, il nostro compito oggi, in loro memoria, è quello di non rendere vano il loro dono e quindi di prodigarci affinché davvero la nostra Italia sia la migliore delle Nazioni possibili. Ciò implica l’impegno di tutti noi, dal primo all’ultimo. Non dobbiamo sottrarci al nostro dovere di buoni cittadini, dobbiamo essere i degni eredi di questi uomini che hanno saputo: “siam pronti alla morte, l’Italia chiamò!”.

È vero, molti di loro probabilmente sono stati chiamati alle armi e sono partiti controvoglia, ma questo non sminuisce il significato del loro gesto, essi hanno comunque offerto la loro vita, la loro giovinezza, le loro passioni per l’Italia. Sono stati catapultati nel turbine della guerra ma non si sono sottratti ad esso, dimostrando coraggio e amore per la patria.

La stele che ricorda i nomi dei caduti grisolioti nei due conflitti mondiali è un atto di devozione ai nostri cittadini che con responsabilità hanno affrontato il pericolo del fronte, e non hanno ignorato il loro dovere. Ma a quella stele noi oggi ci sentiamo di aggiungere tutti i caduti, grisolioti e non, di tutte le guerre che l’Italia ha combattuto nella sua storia e di tutti i nostri soldati che ci hanno lasciato mentre difendevano la pace nelle zone più pericolose del mondo. Speriamo di vero cuore che tutti loro siano di grande e luminoso esempio per tutti i bambini che con i loro palloncini hanno colorato la nostra nuova piazza questa mattina.

E dobbiamo doverosamente aggiungere ai nostri caduti anche i giovani che nel Risorgimento hanno dato la vita per l’unità nazionale, ma non dovremmo farlo solo adesso, nel 2011, in occasione dell’anniversario di tale evento, dovremmo farlo sempre perché il loro gesto ha reso possibile non solo l’unità d’Italia, ma soprattutto l’idea di Italia. Questi giovani che dall’estremo nord della penisola sono scesi a chiamarci fratelli devono farci riflettere sul significato di unità. Ha senso festeggiare l’unità d’Italia se poi non riusciamo ad essere uniti in un piccolo paesino? Che significato ha il sacrificio di quei giovani se non ci sentiamo tutti fratelli?

Abbiamo sentito l’Inno di Mameli, il suo autore è morto a soli ventidue anni per la causa italiana, anche per lui è eretto questo Monumento. Anche per lui dobbiamo stringerci l’un l’altro ed essere davvero Fratelli d’Italia.

Essere italiani per noi significa anzitutto essere grisolioti, essere fieri di questo paese e degli uomini che partendo da questa terra hanno difeso la patria e la libertà. Quello che speriamo è che, da lassù, anche loro possano essere orgogliosi di noi tutti e del nostro impegno.

È questa speranza che deve spingerci a migliorare sempre più, ad incrementare i nostri sforzi volti al bene della collettività, una collettività unita e senza più divisioni. Una collettività in cui tutti i componenti siano come le dita di una stessa mano e si sostengano l’un l’altro con abnegazione e spirito di sacrificio. Questo è il nostro sogno per Grisolia, speriamo diventi il sogno di tutti, perché solo così si potrà avverare.

Francesco Papa