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“Leggere in tempi di pandemia” di Enrico Esposito

di Enrico Esposito

Un effetto positivo del coronavirus: riscoprire il piacere della lettura. Dai social è possibile tra l’altro un inventario dei gusti dei lettori, a volte sorprendenti. Costretti a stare a casa, le ore sarebbero interminabili se non si disponesse anche di una buona riserva di libri. Si diceva della varietà di gusti, secondo il grado cultura di ciascuno di noi.

Da un primo e sommario esame dei post si rileva la preferenza per la lettura d’evasione (termine preferito da chi paragona l’obbligo di stare a casa addirittura con gli arresti domiciliari…), romanzi gialli, love stories e libri d’avventura, ma non mancano letture impegnate sintetizzate poi in link impegnati a misurarsi con Seneca, Kant, Hegel, Orazio e via elencando. E non mancano nemmeno i suggerimenti e i consigli per chi magari s’accosta ai libri dopo anni e anni impiegati o sprecati in altri passatempi. E allora ecco un romanzo che già dal titolo, potrebbe riuscire adatto di questi tempi ad unire come si diceva una volta l’utile al dilettevole. Si tratta di uno dei romanzi di Goliarda Sapienza, intitolato L’arte della gioia.

E che ci sia bisogno di gioia in questi stranges day è persino ovvio. Intanto chi è, o meglio chi è stata, Goliarda Sapienza. E’ considerata oggi una delle maggiori scrittrici del Novecento, ma ha fatto anche l’attrice in film diretti da Visconti, Blasetti e Citto Maselli, e negli ultimi anni della sua vita ha insegnato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Era nata a Catania nel 1924 in una famiglia impegnata sul fronte politico socialista rivoluzionario. Il padre Giuseppe era un giornalista di primo piano, direttore fra l’altro de “Il Grido del Popolo”, prima di Antonio Gramsci. Goliarda lasciò la Sicilia a sedici anni per recarsi a Roma, dove segui i corsi all’Accademia di Arte Drammatica, diretta da Silvio D’Amico.

In seguito la troviamo a Torino, prima donna alla guida della Camera del Lavoro e segretaria della Federazione socialista. Sposò poi Angelo Pellegrino, al quale si deve la pubblicazione postuma del romanzo L’arte della gioia, che giaceva da vent’anni custodito in una cassapanca, nel 1998, due anni dopo la morte dell’autrice. Il libro è stato poi pubblicato ancora da Einaudi dieci anni dopo ed ebbe grande successo non solo in Italia, ma anche in Francia, durante le battaglie per l’emancipazione femminile. Il romanzo è la storia di Modesta una ragazza siciliana di umili origini, ma che da “carusa tosta” andata a servizio di una nobile famiglia si trasforma in un’aristocratica in seguito ad un matrimonio di convenienza. E’ una storia di emancipazione femminile in una terra difficile come la Sicilia, dove una modesta ragazza s’impone come madre premurosa, focosa amante, saggia amministratrice, un personaggio scomodo e immorale insomma, secondo i canoni etici del primo Novecento.