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Marcellina :: Chiesa: interviene il comitato a favore di Don Mario.

MARCELLINA :: 21/07/2010 :: Il comitato spontaneo di vicinanza al parroco, istituito in opposizione al trasferimento di Don Mario Urlantini, si sofferma sull’assunto: “La Parrocchia ha accolto con benevolenza il nuovo sacerdote”; infatti, a dir suo, sembra orami un copione recitato per anni con l’unica ed identica fine: la persecuzione del parroco!

Per comprendere quanto affermato pocanzi, è utile introdurre una breve storia che evidenzia l’instabilità del paese che affolla la Chiesa “non per senso devozione” (come afferma anche Barbara Di Giorno nel suo articolo).  Alcuni componenti del comitato spontaneo testimoniano: “il parroco storico di Marcellina, Don Italo Arcuri, a capo della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù dal 1978, lottò per anni per far sì che il nostro paese cambiasse, che si convertisse ad un cristianesimo autentico basato, non sull’ipocrisia e sulla sete di potere, ma sull’amore e la misericordia. Furono anni di mortificazioni per questo paese che non rispose se non attraverso la raccolta di firme per ottenere un suo trasferimento. Fino a quando nel 2005 il Signore volle prenderlo a sé, lasciandoci un grande vuoto.

Dopo la sua triste morte arrivò un prete filippino accolto con grande benevolenza; accoglienza che, ahinoi, durò poco perché da lì a qualche mese arrivò per lui il trasferimento in un’altra parrocchia, il tutto accompagnato dalla soddisfazione della maggior parte dei parrocchiani.

Fu così che il peso di questa nostra “società” gravò su un sacerdote, Don Mario Urlantini, dai modi gentili e dotato di quel dono di mansuetudine che solo pochi possiedono.

Come la replica di un film, i parrocchiani lo accolsero a braccia aperte, standogli sempre intorno come le api al miele.

Ma nel momento del bisogno, cioè quando il padre di Don Mario si trovò a lottare tra la vita e la morte, tutte queste persone gli voltarono le spalle lamentandosi di avere un parroco poco presente perché troppo vicino al genitore. Il triste epilogo della morte del padre non fece altro che degenerare in un accanimento contro il sacerdote e, come volevasi dimostrare, ecco pronto il trasferimento.

La realtà di Marcellina è nota a tutti, persino al vescovo Mons. Domenico
Crusco che quando presentò Don Mario alla nostra comunità affermò che se non fossimo stati in grado di rispettarlo, se la nostra cattiveria avesse colpito anche lui, l’unica soluzione sarebbe stata quella di chiudere la Chiesa di Marcellina.

Non riteniamo giusto” continua il comitato “che si scrivano articoli in cui per elogiare il nuovo parroco Don Paolo Raimondi, si denigri l’operato del predecessore. La nostra non è una lotta al nuovo parroco, ma una ribellione a quanto accade nel nostro paese. Non si può umiliare e fare violenza psicologica su un sacerdote perché si preferisce un altro o perché si cerca chissà che cosa.

A nostro avviso, Don Mario Urlantini, ha tutte le carte in regola per  operare a Marcellina, senza nulla togliere agli altri, perché ha l’umiltà di dare tanto senza farsi pubblicità, lavora nell’animo delle singole persone con vera devozione, dà conforto a chi lo cerca, trasmette, sommesso, l’amore di Dio . Non ci resta altro che dire GRAZIE DON MARIO”