CETRARO :: 12/07/2025 :: A quarantacinque anni dall’agguato che costò la vita a Giannino Losardo, la Procura della Repubblica di Paola riaccende i riflettori su uno dei casi più oscuri della storia calabrese recente. «Ci sono nuovi elementi che ci permettono di ricostruire un quadro più ampio della vicenda», ha annunciato il procuratore Domenico Fiordalisi, confermando la riapertura delle indagini sull’omicidio del politico comunista e segretario capo della stessa Procura, ucciso a colpi di arma da fuoco la sera del 21 giugno 1980 a Cetraro.
Quella notte, Losardo stava rincasando dopo aver partecipato a un consiglio comunale quando fu raggiunto da una raffica di proiettili. Trasportato d’urgenza in ospedale, morì il giorno successivo. Prima di spegnersi, pronunciò parole destinate a diventare simboliche: «Tutta Cetraro sa chi mi ha sparato».
Nonostante anni di indagini e un processo celebrato dinanzi alla Corte d’Assise di Bari, il delitto è rimasto senza colpevoli. Nel procedimento finirono sotto accusa Franco Muto, indicato come presunto mandante, e Lido Scornaienchi e Francesco Roveto come presunti esecutori materiali, ma tutti furono assolti. Ora, a distanza di quasi mezzo secolo, la magistratura prova a riannodare i fili di quella vicenda. «Per il momento stiamo procedendo contro ignoti», ha precisato il procuratore Fiordalisi. «Ma ci sono vari delitti correlati all’omicidio Losardo che dobbiamo riconsiderare».
Decisiva per la riapertura del fascicolo sarebbe stata una dichiarazione resa pochi giorni fa dal figlio di Giannino Losardo a Rai 3, unita ad altri elementi emersi dalla società civile.
Queste le parole del procuratore Fiordalisi:
«Giorni fa, il figlio del segretario capo della Procura della Repubblica di Paola, Giannino Losardo, ucciso nel giugno del 1980, ha rilasciato una dichiarazione importante a Rai 3. Sulla scorta di questa dichiarazione, nonché di altri elementi già rappresentati da ambienti della società civile, che stanno finalmente accendendo sempre più i riflettori su questa vicenda — collegata, tra l’altro, a numerosi altri delitti commessi sul territorio — ho deciso di aprire da oggi un nuovo fascicolo contro ignoti, nel tentativo di scrivere nuove pagine su questa triste vicenda, che ha segnato il territorio in maniera indelebile. Vi sono infatti nuovi elementi, dei quali non posso ovviamente fornire dettagli più precisi in questo momento, che mi inducono a disporre un approfondimento ufficiale con l’apertura di un nuovo procedimento. Ho informato il figlio di Giannino Losardo di questa iniziativa della Procura della Repubblica, che spero possa consentire anche a chi, nel territorio, è a conoscenza — e sono convinto che vi sia chi è a conoscenza — di molti aspetti che oggi potrebbero rivelarsi utili per ricostruire eventuali responsabilità, ovviamente non di coloro che sono già stati assolti con sentenza definitiva, ma per accertare ulteriori frammenti di verità su questi fatti».
La riapertura delle indagini riaccende la speranza di giustizia per la famiglia Losardo e per un’intera comunità, ancora segnata dal ricordo di un omicidio rimasto impunito e simbolo di una stagione di violenze e misteri nel Tirreno cosentino.