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Orsomarso (Cs) :: Cade la giunta comunale di Angelo Paravati.

ORSOMARSO :: 26/10/2007 :: Di certo c’è che l’alba del 25 Ottobre ad Orsomarso è stata radiosa. Il consiglio comunale di Orsomarso decade e l’era Paravati nel comune più bello del Parco del Pollino del versante calabrese finisce quasi passando inosservata. Per gli attenti osservatori della politica locale, però, è stata un implosione interna in piena regola. Da tempo il Sindaco di Orsomarso conduceva una politica lontana dalla chiarezza e dalla trasparenza, adita alle divisione e alle spaccature interne, fondata esclusivamente sulle apparenze rappresentative e non interessata, di conseguenza, al bene della comunità.

Angelo Paravati, come espresso dal capogruppo di minoranza De Caprio in recenti interviste, ha fatto una fine ingloriosa, si è imbrigliato nel tatticismo di cui lui stesso era portatore, sottovalutando la stessa dignità della sua maggioranza. L’alchimia e il tentativo di mediazione interno, contornato da lui stesso da mancanza di rispetto degli uomini e dal distacco, dall’allontanamento dei problemi della comunità e dalla questione umana, tanto cara al popolo orsomarsese, non è riuscita a risolvere quella crisi che durava da oltre due anni, quasi appena dopo la vittoria elettorale del 13 giugno 2004. Per un pugno di voti si riportò in sella al governo cittadino e per essersi isolato nel suo modo di prendere alla leggera tutte le cose del paese e tutti i motivi legati alla crisi della sua maggioranza è caduto inesorabilmente dalla Storia.  Il 24 ottobre ’07, una data che non dimenticherà presto il commissario del consorzio di Bonifica, dopo lunghe attese e rinvii, dopo la diffida del prefetto sul punto all’ordine del giorno relativo agli equilibri di bilancio, la crepa trascurata nella diga è diventata disastro. Paravati, bisogna dirlo, poteva recuperare tutto ad Agosto e continuare a “malgovernare”, riunirsi e stabilire la pace, ma era troppo impegnato a pensare altrove, troppo preso a giocarsi le carte povere della sua carica nel suo nuovo partito.  C’erano i Verdi che gli proponevano l’aut aut e il rimpasto, c’era l’umiltà della sua maggioranza che in fondo gli voleva bene: “sbagliando”. Ma lui ha preferito non discutere, non dialogare, non determinare, lasciar cadere, lasciar fare, inventare divisioni, vittimizzarsi sempre e cedere al nulla di fatto e al gioco del non far niente. Quella sera la sala era gremita  e, come tutte le sedute importanti del paese, la gente aspettava il verdetto di una  fine in pratica già annunciata, che avrebbe potuto solo essere rinviata, ma che, in ogni caso, sarebbe prima o poi avvenuta, proprio per quelle divisioni che lui stesso creava e che ormai non si credeva potessero, sorprendentemente, risvegliarsi dall’oblio e abbracciarsi nella fede del buon senso. Alle 19.50 del 24 ottobre ’07 erano presenti quasi tutti i consiglieri comunali, mancava solo un semplice uomo, determinate come l’acqua nel mondo. Il gruppo consiliare dei Verdi aveva già preparato la sfiducia, il Sindaco non rispondeva da tempo al rimpasto,preferiva il silenzio, ma nessuno credeva che gli assessori messi probabilmente alla porta da Paravati si unissero. Alle 20.00 era già passato!  A fine appello l’assessore Antonio Papa si alza e dichiara di aver composto un gruppo composto da Alfonso Papa e Agostino Silvestri (assente)  e propone il mantenimento della composizione di Giunta  pretendendo una risposta immediata sulla questione. Paravati surclassa e va avanti con l’ordine del giorno, scoppia la protesta dura dell’assessore, i Papa abbandonato il civico Consesso, nel frattempo scoppia una specie di rissa e di proteste anche dal pubblico: anche il gruppo di De Caprio abbandona l’aula. nel caos Il Sindaco non ha più i numeri e nello shock  improvviso il segretario dichiara la seduta sciolta. La rissa diventa consistente, qualcuno ha creduto che Paravati deliberasse  anche i debiti fuori bilancio di 20000 euro e la caduta improvvisa diventa anche dramma: manca il numero legale per l’approvazione del punto e la seduta è chiusa. Arrivano i carabinieri a sedare i fuochi, Paravati si barrica negli uffici della polizia municipale, qualcuno ha riferito che non se l’aspettava, partono gli applausi, i Papa si abbracciano e si baciano in segno di Pace e fuori dall’aula qualcuno grida al tradimento, alle prese in giro dello stesso Sindaco. E’ Finita! Alle 20.30 l’ex assessore Antonio Papa viene raggiunto da una serie di telefonate, una è della Provincia Cosentina e dichiara: -presto comunicherò alla stampa e alla storia i veri motivi della mia sfiducia al consiglio comunale, Paravati ha commesso un grave errore, non solo si è isolato da me che sono coordinatore locale del PDM e quindi del suo partito, ma stava gettando nel cestino mesi e mesi di progetti, di lavoro e di impegno solitario del sottoscritto per il bene del Paese. Mi dispiace, ma il Sindaco non poteva più giocare con la fiducia e con gli uomini, non era più chiaro e non rispettava più gli impegni,  con Alfonso Papa abbiamo avuto coraggio e abbiamo preso una giusta decisione.

Antonio Pappaterra