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Orsomarso :: Simone Rienti si è dimesso da assessore e dalla maggioranza.

ORSOMARSO :: 14/01/2011 :: "Constatato l'esaurimento di ulteriori margini di confronto e nell'impossibilità di instaurare quel cambio di passo necessario per ridare vigore e dignità all'amministrazione del nostro paese, non ritengo più democraticamente giustificata, giacché non più utile ai cittadini, la continuazione di questa consiliatura.

Oggi stesso ho, quindi, rassegnato le mie dimissioni da assessore insieme alla mia iscrizione in un nuovo gruppo consiliare, di opposizione. Aspetto che altri miei compagni consiglieri, riconoscendosi anch'essi nei motivi che ho addotto e avendo spesso vissuto insieme a me gli stessi disagi, facciano altrettanto, così da rimettere, tutti, con onorabilità il nostro mandato al popolo. È un invito che mi permetto di rivolgere anche al sindaco, a cui riservo sempre il rispetto umano, nonostante i contrasti politici legittimi e irrinunciabili, affinché prenda atto della situazione e non si nasconda dietro illusori e inutili esercizi di rappezzamento, alla caccia dello scilipoti di turno. Consenta, invece, al paese di andare già nei prossimi mesi alle elezioni, dove magari ripresentarsi, se lo ritiene".

Con queste parole, contenute in una lettera diffusa nella mattinata di oggi, Simone Rienti ha comunicato la sua decisione di lasciare il suo posto nella Giunta comunale di Orsomarso guidata da circa 18 mesi dal sindaco Paola Candia. Le motivazioni di tale scelta sono giunte in seguito alla riunione che si era svolta nella serata di ieri alla quale hanno partecipato tutti i componenti della maggioranza, convocata nel tentativo di giungere ad un chiarimento a seguito della lettera con la quale il lo stesso assessore Rienti una settimana fa aveva manifestato il disagio e la difficoltà a proseguire l'esperienza amministrativa. Insieme alla lettera l'ormai ex assessore ha reso pubblica anche una nota contenente le contestazioni mosse nei confronti del sindaco, che aveva consegnato ai componenti della maggioranza nel corso della riunione stessa.

Se scossone doveva essere, dunque, scossone è stato. Adesso si attendono le decisioni del primo cittadino e del gruppo di consiglieri che, dopo la presa di posizione di Rienti, non sono più maggioranza all'interno del civico consesso. Si prenderà atto di questo fatto decidendo di andare ad elezioni anticipate o si sceglierà di portare la questione all'interno del Consiglio comunale per verificare se esistono le condizioni per percorrere strade diverse? Al momento questa seconda ipotesi sembra abbastanza difficile e, in ogni caso, i prossimi giorni si riveleranno decisivi per l'evolversi della crisi formalmente aperta con le dimissioni di Simone Rienti da assessore e dalla maggioranza.

 

La lettera

 

Esauriti i margini di confronto e le speranze di rinnovamento, questa amministrazione non è più utile ai cittadini

È di pochi giorni fa la mia lettera aperta rivolta al sin-daco attraverso la quale chiedevo di prendere atto dell’attuale manifesta inefficienza con cui si muove la macchina comunale. Chiedevo di porre rimedio alle lacune nella programmazione dell’azione amministra-tiva, alla mancanza di dialogo e di cooperazione tra il sindaco e i componenti della maggioranza e tra l’amministrazione e i cittadini, all’assenza del necessa-rio rapporto di fiducia con il quale il sindaco dovrebbe interfacciarsi con gli eletti nella sua lista e, quindi, a garantire le condizioni pratiche di operabilità ammini-strativa che consentano scelte coraggiose, di rottura col passato, di cambiamento.

Sollecitavo il sindaco allo scopo di porre le condizioni affinché si attuasse quello che ci eravamo prefissati durante la formazione delle liste e su cui abbiamo chiesto la fiducia ai cittadini. Nient’altro.

Su questo aspettavo una risposta, nel merito delle questioni che ponevo. Come sospettavo, purtroppo, nessuna risposta ma una caterva di insulti e calunnie nei miei confronti, nel privato di lunghe telefonate a miei parenti, e nei pubblici discorsi da bar. Così, se-condo il sindaco e consorte (che non si sa ancora a quale titolo faccia carte in affari istituzionali che non gli competono), la mia nomina ad assessore sarebbe derivata non da una scelta di opportunità nell’interesse della popolazione, né dal riconoscimen-to dell’impegno, della vicinanza e del lavoro che ho profuso per sindaco e per la lista in fase di sua costitu-zione e durante tutto il periodo della campagna elet-torale; bensì, la mia nomina ad assessore, sarebbe e-sclusivamente dovuta ad omaggio di parentela e an-che un po’, bontà loro, al bottino di voti che ho desti-nato alla causa. Perché, dopo tutto, sarei sempre stato considerato da lor-signori “ignorante, incompetente, stupido, incapace, cialtrone …” e fermiamoci qui per carità dei lettori.

Almeno adesso il sindaco ha reso candida dimostra-zione di quale possa essere la sua considerazione per le persone che accoglie nella sua lista e quali siano le basi su cui ha costruito il rapporto politico, di fiducia e di collaborazione con essi.

Va da sé che un tale atteggiamento irriguardoso non lascia molte opportunità per una seria e credibile ri-composizione. Ieri in una riunione chiarificatrice del gruppo di maggioranza, ho reso ampia nota di questo e di altri circostanziati punti di recriminazione [vedi allegato] sul modo con cui il sindaco ha gestito il suo mandato. Punti su cui ho ottenuto, in molti casi, valu-tazioni condivise anche da parte di altri componenti della maggioranza.

Constatato l’esaurimento di ulteriori margini di con-fronto e nell’impossibilità di instaurare quel cambio di passo necessario per ridare vigore e dignità all’amministrazione del nostro paese, non ritengo più democraticamente giustificata, giacché non più utile ai cittadini, la continuazione di questa consiliatura.

Oggi stesso ho, quindi, rassegnato le mie dimissioni da assessore insieme alla mia iscrizione in un nuovo gruppo consiliare, di opposizione. Aspetto che altri miei compagni consiglieri, riconoscendosi anch’essi nei motivi che ho addotto e avendo spesso vissuto in-sieme a me gli stessi disagi, facciano altrettanto, così da rimettere, tutti, con onorabilità il nostro mandato al popolo. È un invito che mi permetto di rivolgere an-che al sindaco, a cui riservo sempre il rispetto umano, nonostante i contrasti politici legittimi e irrinunciabili, affinché prenda atto della situazione e non si nascon-da dietro illusori e inutili esercizi di rappezzamento, alla caccia dello scilipoti di turno. Consenta, invece, al paese di andare già nei prossimi mesi alle elezioni, do-ve magari ripresentarsi, se lo ritiene.

A Orsomarso e ai cittadini auguro quanto di meglio per il futuro, nella speranza che questo mio gesto pos-sa essere interpretato come un segnale di motivazio-ne, di coraggio, di disinteresse personale e di atten-zione ai problemi della collettività, di aspirazione al vero cambiamento. Il risveglio giovane che coltiviamo, quello che mira alla rinascita civile, che non si accon-tenta e che non tace. E’ su questi principi che ancora mi adopererò nell’interesse esclusivo del paese.

Simone Rienti

Orsomarso, 13 gennaio 2010