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Praia a Mare :: Il Comitato cittadino contro la chiusura dell’Ospedale.

PRAIA A MARE :: 21/09/2010 :: La possibile riconversione o chiusura del nosocomio praiese ha indotto la cittadinanza locale ad organizzarsi in massa per non subire in silenzio l’ennesimo scippo. Dopo la Marlane, oggi il P.O. , ieri come oggi, e con la politica in silenzio. Tutti a ragionare su statistiche. Ma ecco cosa denuncia il Comitato pro-ospedale di Praia a Mare, formatosi a seguito di notizie apprese dai giornali e tv locali, che vedrebbero la trasformazione del Presidio Ospedaliero di Praia a Mare in probabile “Casa della salute” nella nuova riorganizzazione sanitaria regionale.

“Ancora una volta la scure si abbatte sul nostro nosocomio”. E’ ormai risaputo, continua il comitato nella persona del suo portavoce Raffaele Cardillo segretario aziendale Cgil del Presidio: “che ad ogni giro di boa (ribaltone politico) a farne le spese è sempre il cittadino bisognoso che, pur essendo garantito formalmente  da  diritti costituzionali, continua ad essere comunque assoggettato agli umori politici regionali del momento che stabiliscono in modo inapplicabile e non reale “come, quando e perche’” ci si può ammalare e dove e quando essere curati, o peggio dove si può avere un intervento d’urgenza.” Prosegue il portavoce del gruppo di cittadini: “Nell’ottica di una “sedicente” riorganizzazione sanitaria regionale è proprio questo che sta accadendo nel nostro territorio, molto ben conosciuto dai nostri politici quando è momento di questua di consensi elettorali ma emarginato nel momento della ripartizione della famosa torta a danno di chi vive una realtà già precaria di suo. Ribadire quello che si è detto, in mille altre simili circostanze e in sedi opportune, della vita dell’ospedale di Praia a Mare, dalla sua nascita ad oggi,della buona sanità che è riuscito a dare ( in termini di professionalità, accoglienza, umanità e anche di introito economico proveniente dalle regioni limitrofe), di come sono spalmati sul territorio le strutture sanitarie ospedaliere ci sembra riduttivo e, appunto, ripetitivo, atteso che ormai tutto ciò è di larga conoscenza a quanti hanno avuto nel tempo poteri politico-decisionali e di programmazione regionale e territoriale”. Sostiene ancora Raffaele Cardillo: “Nella consapevolezza che riorganizzare e quindi, legiferare in materia sanitaria soprattutto in Calabria non è facilmente attuabile, ci preoccupano però, e non poco, le decisioni drastiche che saranno prese a carico del nostro ospedale penalizzando il nostro  territorio e magari  favorendo altre realtà ospedaliere precedentemente annoverate fra le “Case della Salute”. A conclusione afferma il sindacalista praiese: “Ci auguriamo, comunque, che le scelte per la riorganizzazione della rete pubblica ospedaliera territoriale dell’alto Tirreno cosentino ( da Praia a Mare a Paola )  vengano effettuate con oculatezza e soprattutto  per la tutela della salute dei cittadini e che tale organizzazione non finirebbe per ruotare intorno alle strutture private. Se si dovesse ritenere che  la scelta dell’accorpamento dei due presidi sanitari di Paola e Cetraro possa essere la soluzione della sanità dell’alto tirreno cosentino ci auguriamo che non sia il solito “pastrocchio politico calabrese” e che non abbia le caratteristiche di un baratto”.

Giuseppe Miraglia