Praia a Mare :: Il Forum nazionale antiusura bancaria organizza un convegno.
PRAIA A MARE :: 03/11/2010 :: “Il fenomeno dell'usura bancaria in Calabria: le cifre fornite dalla Banca d'Italia. L'evoluzione giurisprudenziale e contabile in tema di lotta all'usura bancaria e rivendicazione degli indebiti bancari. La tutela delle vittime di usura bancaria nelle Prefetture: problematiche legate all'applicazione dell'art. 20 della l.n. 44/1999”, questi i temi del convegno che avrà luogo Domenica7 Novembre 2010 alle ore 18,00 nella Sala Consiliare del Comune di Praia a Mare (Cs).
La giornata di studio vede la partecipazione di importanti relatori. Dopo i saluti introduttivi del sindaco dott. Carlo Lomonaco, interverranno il Presidente del Forum Nazionale Antiusura bancaria, On. Domenico Scilipoti; il Presidente dello SNARP e membro nazionale del Forum prof. Francesco Petrino; il coordinatore del Forum per l’Italia meridionale l’avv. Bruno De Ciccio; i commercialisti, dottori Giuseppe Chiappetta e Olga Navarra, esperti in controversie a tutela dei consumatori e degli utenti bancari; il Delegato regionale della CARITAS Don. Ennio Stamile; l’esperto in controversie a tutela dei consumatori e degli utenti bancari avvocato Luca Branchicella e il giornalista – editore, responsabile per il Forum regione Campania, dott. Domenico Longo. Modera i lavori il delegato provinciale del Forum Fausto Castiglia.
“Questo convegno – commenta Castiglia – rappresenta una sfida importante, anche sul terreno della promozione della cultura della legalità, perché strettamente attinente alla lotta contro l’usura ed alla denuncia di gravi situazioni vessatorie di chi l’usura la vive; una battaglia che il Forum porta avanti quotidianamente con convinzione ed impegno”.
“Il Forum Nazionale Antiusura Bancaria è una federazione aperta a tutti, dalle associazioni di consumatori a quelle di categoria, dalle Onlus alle rappresentanze di ogni tipo, ai Parlamentari di ogni versante politico, alle singole vittime, ai cittadini comuni che intendono impegnarsi per sostenere la lotta agli abusi ed alle oppressioni bancarie . L’obiettivo – prosegue – è quello di contrastare e di abolire tutti i privilegi delle banche ed in particolare:
– le segnalazioni unilaterali e discrezionali alle Centrali Rischi che le Banche utilizzano come arma di distruzione di massa per ottenere somme indebite;
– la modifica dell’art. 50 del Testo Unico Bancario che consente alle Banche il facile ottenimento dei Decreti Ingiuntivi sulla base di attestazioni eseguite dai propri Funzionari.
I sopraccitati privilegi distruggono la vita di milioni di famiglie e di aziende riducendole in uno stato di schiavitù. A tale scopo è stata depositata una proposta di legge di modifica dell’art. 50 del D.L. n. 385/93, con l’introduzione di gravi penalizzazioni per le banche e per i loro funzionari, quando, all’esito dei giudizi di opposizione, venga accertato un credito inferiore a quello dichiarato e quando, per ottenere la provvisoria esecutività del decreto, vengano utilizzate affermazioni e documenti non rispondenti al vero.
L’On. Scilipoti, che già da mesi sostiene strenuamente le battaglie delle vittime dell’usura e dell’estorsione bancaria, ha recentemente ribadito “…la necessità di compattezza per contrastare le illegittime pretese delle lobby del potere bancario che, come confermano le tante sentenze, non sono né invincibili né impunibili. Tutti insieme si può vincere e le vittime non possono e non devono aver paura di denunciare, né saranno mai lasciate sole”. Significativi ed inquietanti i dati che emergono da recenti analisi del settore – conclude Castiglia – più di ventiquattro milioni (24,4) di nostri connazionali, cittadini e imprese, sono considerati come appestati dalle banche e dalle finanziarie. Circa 1.250.000 nuclei famigliari rischiano l’espropriazione della casa e di ogni altra proprietà; 1.600.000 piccole imprese saranno costrette a breve a chiudere l’attività; 1.300.000 PMI vanno ormai inesorabilmente verso il fallimento. Inoltre, a tutto questo si aggiungono le 1.600 persone (piccoli e medi imprenditori) che nel 2008 hanno preferito suicidarsi per non sopportare l’onta di essere trattati al pari dei delinquenti comuni, per non essere riusciti a mantenere i loro impegni con il fisco, le banche e le agenzie di recupero crediti ”.