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Referendum Giustizia: Saccomanno (Lega), “Quattro milioni di firme dimostrano intuizione Salvini”.

CATANZARO :: 01/11/2021 :: “Il risultato della raccolta delle firme per i referendum sulla giustizia ha comprovato di come gli italiani oramai hanno ben compreso di come il sistema giudiziario non funzioni e di come sia uno degli elementi fondamentali per il corretto funzionamento di uno Stato democratico”. E’ quanto si legge in una nota del commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno. “Le ultime vicende – prosegue – hanno dimostrato l’esistenza di un sistema quasi ‘partitico’ all’interno della magistratura, che ha condizionato per oltre un ventennio la copertura dei posti più importanti, e come sia stata fatta politica da parte di un gruppo di soggetti che hanno ben pensato di condizionare fortemente e profondamente il regolare corso delle nomine. Un prezzo pericolosissimo che ha quasi reso permeabile il giudizio di chi è stato nominato grazie ad interventi di corrente”. “I referendum – aggiunge Saccomanno – serviranno, grazie all’intuizione dei radicali e di Matteo Salvini, a rompere questo strano ed anomalo monopolio che ha delegittimato i magistrati e che ha reso poco credibile l’intero sistema. Dispiace che dinanzi a questa evidente e comprovata situazione nessuno ha assunto alcun provvedimento. A ruoli invertiti, molto probabilmente, sarebbero scattate le manette per corruzione o altro. Invece, per i magistrati nulla di ciò. E uno Stato credibile? Certamente no. Ora, però, bisogna stare attenti a chi gestirà i referendum e come questi verranno attuati. Il pericolo è che si faccia la fine dell’attuale legge sulla responsabilità, che è come se non esistesse”.

“Allora – conclude Saccomanno – occhi aperti. La Lega sarà vigile e non consentirà annacquamenti. Chi sbaglia deve pagare. Specialmente in Calabria, dove si registrano provvedimenti eclatanti e che spesso vengono a limitare la libertà e la dignità delle persone. E vero che la radicalizzazione del malaffare nella nostra regione ha punte altissime e, quindi, riuscire ad eliminare ‘l’erba impura’ non è facile. Ma, forse, se si comincia a far comprendere ad una piccola schiera di magistrati che bisogna lavorare per portare il risultato e non, certamente, per essere sulle prime pagine dei giornali, la situazione potrà migliorare. Non è un compito facile, ma la Calabria merita un salto di qualità anche in tale direzione, con l’evidente necessità di una grande collaborazione tra le istituzioni e la consapevolezza che il malaffare deve essere colpito ed affondato, senza se e senza ma, con la partecipazione di tutti”.