Reggio Calabria :: Amianto, il killer silenzioso: l'inchiesta di David Crucitti.
REGGIO CALABRIA :: 23/09/2010 :: Parliamo di una storia, la storia di un assassino silenzioso, di un killer che uccide indisturbato, protetto dall’ignoranza della gente, dall’indifferenza, e da tanto altro. Uccide tanto, sono migliaia le vittime all’anno soltanto in Italia, una strage annunciata testimoniata da persone che a causa di questo killer non ci sono più, sono morte, stanno morendo, e continueranno a morire, parliamo di questa storia: parliamo di AMIANTO.
A volte il destino entra così crudo e devastante nella vita di una persona, da lasciargli il cuore impietrito e la mente sconvolta, incapace di reagire, impotente come lo è la natura umana. Una natura talmente fragile da far alzare gli occhi al cielo, unica speranza in un fatto tragico che inaspettatamente, e senza preavviso, bussa alla porta, ed aprire quella porta, è obbligatorio.
Ha origini antiche l’amianto, già i Persiani ed i Romani lo utilizzavano per avvolgere i cadaveri da cremare allo scopo di ottenere ceneri più pure e chiare. Una credenza popolare sosteneva che fosse la “ Lana della Salamandra”, l’animale che con questa poteva sfidare il fuoco senza danno.
Marco Polo racconta che nella provincia cinese di Chingitalas, filando questo minerale si otteneva un tessuto impiegato per confezionare tovaglie.
Dalla medicina all’industria fino ad arrivare all’edilizia, un percorso veloce ed implacabile, l’amianto costa poco, è facile lavorarlo, è isolante e resistente alle grandi temperature.
Che l’amianto facesse male, lo si sapeva già da tanto tempo, lo sapevano i tedeschi ai tempi della Germania nazista che già negli anni ’40 avevano classificato i tumori da amianto come malattie professionali, lo avevano dimostrato gli studi del dott. Selikof negli anni ’60, le denunce dei sindacati, dell’Inail, della gente comune. Sono migliaia i morti, le vittime da attribuire all’amianto, iniziano così i processi e vengono riconosciute come professionali, le malattie polmonari e non dei lavoratori che hanno avuto contatto con l’asbesto.
Si cominciano a studiare gli effetti cancerogeni di questo minerale assorbito ad altissime dosi, ma è un'unica sostanza che viene studiata, l’uomo è esposto a micro quantità di polveri cancerogene le quali si potenziano l’una con l’altra, sarà per questo che la nostra era è caratterizzata da questa rapida crescita di incidenza dei tumori e quindi delle patologie degenerative?
“Non sono solo i polmoni ad essere colpiti da patologie di amianto, ci sono altri altri organi come quelli intestinali, ma ci sono anche neoplasie del laringe e del faringe che trovano una correlazione con l’esposizione all’amianto”. (Dott. Gesualdo Agati, specialista pneumologo)
Il Mesotelioma è una neoplasia dell’apparato respiratorio gravissima e incurabile, prevede un incidenza di mortalità, con picco si pensa nel 2020, di 35-50 mila morti. E’ stato stabilito dalla comunità scientifica internazionale come rapporto causa effetto che a monte di questa malattia c’è il contatto dell’uomo con l’amianto, chiamato anche asbesto. Lo si può chiamare killer silenzioso, in Italia è strage colposa.
“Vede dottoressa, se io morissi di cancro alla mammella, allo stomaco, o altrove, non rida, sarei più contenta, non sopporto di morire di Mesotelioma perché di questa malattia io conosco l’assassino, ma so che morirò senza che l’assassino sia stato punito”. ( Una vittima dell’amianto)
E’ bene chiamare le cose con il loro nome, buone o cattive che siano è importante classificare minuziosamente tutto quello che rischia di lasciarsi dietro strascichi inim
maginabili ed infiniti di giudizi, processi, e presunte responsabilità. Racconti e vicende messe a nudo da interi nuclei familiari che non accettano, e si ribellano con forza alla cruda ma pur sempre attuale realtà di un dramma che sembra non avere mai fine, ma che di fine, per i prossimi venti anni, non ne avrà.
Vengono chiamate lastre di Eternit, si tratta di un prodotto ormai non più in produzione, un ottimo manufatto utilizzato in tutto il mondo e che tutt’oggi è familiare agli occhi di tutti: è amianto e non si scherza.
L’Eternit s.p.a. è una delle tante fabbriche italiane che per lunghi anni non ha fatto altro che produrre le famose coperture di eternit, lastre utilizzate ovunque in Italia grazie ai bassi costi e alle elevate qualità .
Sono coperture ondulate o lisce dall’inconfondibile colore grigiastro, spesso grigio scuro per via dell’usura. Sono altamente cancerogene perché se usurate o danneggiate rilasciano fibre di asbesto facilmente inalabili dall’uomo, fibre 1300 volte più sottili di un capello umano che, una volta depositate nei polmoni, con il tempo, provocano il terribile Mesotelioma, un mostro che lascia pochi mesi di vita, mesi terribili a causa del deterioramento giornaliero del corpo e del terribile processo finale che porta senza scampo alla morte. In Italia, è strage colposa. I grandi intellettuali che fino ad oggi hanno sostenuto che le lastre di eternit non siano dannose, alla luce dei recenti studi si sono messi da parte, dando spazio alla realtà che vede l’eternit un serio pericolo per chi ci vive a contatto.
“Dopo anni dall’installazione, le coperture eternit subiscono un deterioramento per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica e di organismi vegetali, che determinano corrosioni superficiali con affioramento delle fibre e conseguenza liberazione di queste nell’aria”.
Con la legge 257/92 sono stati vietati tutti i prodotti di amianto, con successivi Decreti Ministeriali:
-DM 06/09/1994
-DM 26/10/1995
-DM14/05/1996
-DM 20/08/1999
-D.LGgs. N. 257 del 25 luglio 2006
Sono stati regolamentati tutti gli aspetti relativi alla tutela dell’ambiente, della salute pubblica e dei lavoratori, dello smaltimento dei rifiuti, del controllo delle attività di bonifica dell’amianto presente negli edifici e negli impianti.
Nel 2004, nell’ambito del P.O.R. 2000/06, la Regione Calabria finanzia la Provincia per la rimozione di materiale contenente amianto da alcune scuole superiori del territorio, ma nulla più.
Con delibera del 28 dicembre 2007, la Provincia di Reggio Calabria stanzia 150.000 euro per la rimozione di piccoli siti di eternit.
Il problema è capillare in tutto il territorio calabrese, le segnalazioni arrivano da ogni parte, la gente, forse, si sta rendendo conto di cosa sia l’ amianto e inizia a temerlo, ma spesso, mancano i soldi per bonifica, altre volte invece, manca la volontà. Entra in gioco il fai da te.
Il problema ignoranza a tal riguardo è una lama affilatissima e a doppio taglio, chi, abusivamente rimuove, carica, trasporta e scarica eternit o altro manufatto in amianto, è la vittima principale in tutto il contesto, è colui che inala veleno più di ogni altro, paradossalmente è il sacrificio che inconsapevolmente si paga nel commettere un’azione vietata dalla legge.
“Abbiamo cercato di capire quanto amianto è presente sul nostro territorio, e aiutare chi se lo ritrova sulla testa a smaltirlo. Nel 2005 era stato fornito alla provincia di Reggio Calabria un dato sulla base di studi che indicava nel numero di 14.000 gli interventi necessari. Sulla base di queste schede progettuali che erano state fornite, si è rivolta damanda alla Regione, per conto della Provincia, affinche la inoltrasse al Ministero dell’Ambiente. Successivamente, quando sono arrivato io, nel 2007, ho recuperato questo progetto che giaceva fermo e mi sono recato direttamente dal Sottosegretario dell’epoca all’Ambiente per ottenere il finanziamento per la bonifica di tutti i siti di amianto. Il finanziamento era così diviso, una quota a carico della Provincia (0,5% ), un’altra quota a carico del Ministero all’Ambiente, una ulteriore quota (20-25%) a carico del cipe, e una restante quota (10-15%) a carico del beneficiario. Lo stanziamento era di 100 milioni di euro per la Provincia di Reggio Calabria tarato su circa 14.000 interventi, però purtroppo non siamo riusciti ad andare avanti perché la legge prevede il diaologo solo tra Stato e Regione, la Provincia è considerata un ente di seconda classe, quindi in quella fase fummo superati da Emilia Romagna e Lazio. Doveva essere la Regione Calabria a mandare allo Stato il progetto che la Provincia aveva mandato a sua volta alla Regione, e quindi sponsorizzarlo la Regione di fronte al Ministero dell’Ambiente, e questo non è stato fatto” ( Giuseppe Neri, Assessore provinciale all’Ambiente)
Le prime norme che regolamentano l’uso risalgono al 1986 con l’ordinanza del Ministero della Sanità che ne limita l’immissione sul mercato. Nel corso degli anni la normativa sulla gestione dell’amianto in edilizia ha subìto continui e precisi aggiornamenti che ne regolamentano soprattutto la bonifica e lo smaltimento.
La legge 257/92 (Cessazione dell’impiego dell’amianto), ed un serie di provvedimenti normativi ad essa correlati, fissano ben precise norme tecniche di comportamento per la corretta e sicura realizzazione di interventi che direttamente o indirettamente si svolgano in presen
za di amianto.
Adeguarsi alle severe e vigenti normative che stabiliscono la rimozione dell’eternit, significa rivolgersi ad imprese specializzate ed abilitate, cioè in possesso dell’iscrizione all’Albo.
La legge parla chiaro e non ammette ignoranza, anche se non si capisce come mai ancora oggi l’eternit sia ovunque.
“Non è stato mai presentato un piano di tutela contro il rischio amianto dagli enti competenti, ne una richiesta di collaborazione per stilare questo tipo di piano. Sul discorso amianto si è registrata una certa indifferenza, o meglio lassismo, da parte di qualche ente che magari deve essere preposto, perché stiamo parlandi di tutela della salute”. ( Giuseppe Neri, Assessore provinciale all’Ambiente)
E’ come se una voce partisse dal più profondo anfratto dell’ignoranza umana e si aggrappasse all’ultimo fragile frammento di coscienza, a quella consapevolezza di peccato, che in fondo, alla fine dei tempi verrà perdonato. Non è altro che una condizione servile sottomessa al “Dio danaro”, il preciso intento di non adeguarsi a quelle normative che da circa venti anni invadono la nazione, la puntuale azione commessa da chi non ha affatto intenzione di vivere sulla falsariga di un vivere
quasi civile, il totale strapotere del far finta di non sapere.
Ma ad un tratto accade qualcosa, inizia a verificarsi uno strano fenomeno, i soggetti affetti da Mesotelioma pleurico non sono più soltanto i lavoratori che con l’amianto ci hanno lavorato, viene riscontrata questa patologia in soggetti che con l’amianto non hanno mai avuto nulla a che fare, o meglio, credevano di non avere nulla a che fare. Scatta l’allarme.
E’ stato dimostrato che l’esposizione non ha interessato solo chi ha prodotto la tavola isolante in amianto (cioè l’operaio di un’industria tipica di trasformazione dell’amianto), oppure solo chi ha usato la tavola isolante nella produzione di un elettrodomestico (cioè l’operaio di una fabbrica che si limitava ad utilizzare tra gli altri materiali, anche quelli contenenti amianto).
E’ invece stato scoperto che anche l’utilizzatore professionale del manufatto (cioè il parrucchiere che ha usato il phon o il lavandaio che ha usato il ferro da stiro) è stato colpito da Mesotelioma senza avere avuto mai contatto visibile o dimostrabile con l’amianto.
I casi attribuibili a quella che viene chiamata la terza (o anche quarta) ondata di Mesoteliomi non sono affatto rari, e le loro cause sono molto difficili da capire ed ancor più da dimostrare.
“Con la sentenza 179/88, la Corte Costituzionale ha stabilito che una patologia non presente nelle tabelle, può avere il riconoscimento giuridico di malattia professionale, qualora il lavoratore addetto a questa lavorazione riesce a dimostrare con onere di prova a suo carico, la presenza dell’asbesto nella patologia. La cosa più drammatica della quale stiamo cercando di venirne a capo con delle ricerche nel settore, è la possibilità che il rischio non sia stato effettivamente valutato. Ci possono esseri mestieri e professioni esponenti a rischio, non indicati come tipico della lavorazione”. ( Dott. Giuseppe Galtieri, specialista Medicina del Lavoro).
Non esiste soglia di sicurezza al di sotto della quale il rischio di cancro sia nullo: ogni esposizione all’amianto produce un rischio di Mesotelioma.
“L’esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va pertanto evitata” ( Organizzazione Mondiale della Sanità, 1986).
Sono stati accertati decessi di barbieri a causa del Mesotelioma, decessi di soggetti che con l’amianto credevano di non avere nulla a che fare, ma comunque riconducibili alla continua esposizione di asbesto rilasciato dagli asciugacapelli e le successive analisi effettuate sui phon hanno confermato il peggio.
Il riscontro di amianto nei vecchi phon fornisce importanti chiarimenti e delucidazioni sulle cause dell’insorgenza di mesoteliomi della pleura e del peritoneo, in categorie di lavoratori che si pensava non fossero esposti a rischio amianto.
I cittadini, per il diritto alla propria salute, non devono più pensare di delegare ad altri questa funzione, ma devono essere loro i protagonisti principali delle loro scelte di salute, la salute non è una merce, ma è un valore non solo personale, ma va condiviso, pensare alla salute anche degli altri, figli, nipoti, ecc,
Esigere sul territorio un controllo dettagliato, pensare alla bonifica del territorio, la nostra salute dipende dalla salute della nostra terra, l’acqua, l’aria, l’alimentazione, tutto questo parte dalla terra, ma se la terra è inquinata, saranno inesorabilmente prodotte malattie e morte.
David Crucitti