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Reggio Calabria :: Anche Legambiente al fianco dei ragazzi di Bandafalò.

REGGIO CALABRIA :: 18/08/2011 :: Anche Legambiente-Reggio Calabria è a fianco dei ragazzi di Bandafalò che nei giorni scorsi sono stati vittima di un grave episodio intimidatorio a danno delle strutture di loro proprietà allestite sulla spiaggia di Porticello di Villa San Giovanni. All’appello a tenere alta la soglia di attenzione si uniscono ReteRadici e Stop’ndrangheta.it, realtà impegnate, al pari di Legambiente, nella diffusione della cultura della legalità oltre che nell’analisi e nel contrasto dei fenomeni criminali.
Ci sono episodi che nonostante il clima festivo non possono passare sottotraccia. Quanto accaduto sulla spiaggia di Porticello, ormai la scorsa settimana, è di rilevanza tale da dover essere posto al centro di una strategia più ampia di reazione alla logica dell’intimidazione che passa anche attraverso la distruzione dei beni materiali. Non si è trattato solo di un incendio che, al di là dell’esito delle prime indagini, è di palese origine non accidentale, ma di un attacco allo spirito e alle attività della Bandafalò. I calabresi sembrano essersi abituati ai roghi estivi ed assuefatti all’idea che sia normale ascoltare di luoghi, automobili, attività andate in fumo in una notte. Si tratta, tuttavia, di una dimensione inaccettabile. Episodi del genere vanno riportati nell’ambito delle aggressioni di spirito ‘ndranghetistico con cui vengono concepiti.
Al di là dell’esito degli accertamenti delle forze dell’ordine, infatti, le modalità con le quali sono state colpite le strutture di Bandafalò, oltretutto sottoposte a sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria e pertanto inviolabili, denunciano la chiarissima matrice intimidatoria del gesto. Ed aprono scenari inquietanti su quali siano le strategie di acquisizione e rafforzamento del controllo sul territorio da parte di soggetti non ancora identificabili, ma ispirati da sicura logica criminale.
Su episodi di questo tipo non dovrebbe mai calare il silenzio. Soprattutto nel caso in cui vittima dell’aggressione sia una realtà associativa limpida, che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare la messa in discussione dei propri progetti, reinventandosi con coraggio.
Nonostante tutto Bandafalò non molla. Non lo ha fatto la sera del 15 agosto quando sono state le scintille di un falò molto partecipato ad illuminare la sabbia di quella che rimane per tutti “la spiaggia di Bandafalò”. E non lo farà con i prossimi eventi in programma.
I ragazzi di Legambiente e del gruppo Pulci In-differenti, infatti, il 19 ed il 20 agosto, nell’ambito dell’iniziativa “Siamo tipi da spiaggia…pulita!” (che fino al 28 agosto coprirà 10 località del litorale della provincia di Reggio Calabria) si dedicheranno alla pulizia delle spiagge di Porticello, incrociando la propria esperienza con quella dei ragazzi della Banda. Nello spirito dell’iniziativa, la tappa dedicata alla spiaggia dei ragazzi di Bandafalò riveste un’importanza straordinaria perché rafforza un legame operativo tra realtà associative che pongono al centro della loro azione la difesa e la valorizzazione del territorio, la denuncia degli abusi affiancata da azioni concrete sul campo.
Gli accadimenti della scorsa settimana non possono che consolidare la vicinanza dell’associazionismo reggino ad una realtà che, nonostante gli ingenti danni subiti, non ha alcuna intenzione di cedere alla rassegnazione.
Già questa settimana, infatti, sarà ricca di appuntamenti per la Bandafalò: il 19 agosto dopo l’incontro e le attività con i giovani di Legambiente, alle 19:30 a Cannitello, gli attivisti dell’associazione parteciperanno ad una tavola rotonda sul tema delle spiagge e  del turismo al fianco dei rappresentanti delle istituzioni, mentre il 20 agosto un’altra serata di festa, organizzata da Bandafalò, animerà le serate estive sulla costa tirrenica a Favazzina.
Questi incontri rappresenteranno anche l’occasione per rivolgere un pensiero a Francesco Azzarà, il volontario di Emergency originario di Motta San Giovanni rapito in Darfur il 14 agosto scorso.
Come dimostra la massiccia presenza alle serate da loro organizzate la società civile continua a stringersi intorno ai ragazzi della Banda, che da anni sono riusciti ad incrociare il loro impegno a favore delle popolazioni africane con quello della difesa del territorio calabrese.
Non saranno le ceneri a fermare la bellezza di un progetto come quello di Bandafalò. Ma far passare sotto gamba il fatto che, ancora, ignoti autori abbiano provato a fermare il cammino di questi ragazzi distruggendo le strutture da loro allestite non serve a nessuno. Se non a chi continua ad illudersi che la paura possa fermare un sogno diventato progetto collettivo.