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Rende :: 28 gennaio insieme con la FIOM: prospettive di lotta e di unità.

RENDE :: 27/01/2011 :: Mentre tutta Italia è oramai impantanata nell'ennesimo teatrino tra nani e ballerine, continuano ad essere smantellate da questo governo decenni di lotte e di conquiste nel mondo del lavoro e della conoscenza. L'autunno caldo degli studenti, culminato il 14 dicembre con una grande rivolta di massa nella Capitale, e le vertenze sindacali della Fiom, che hanno visto nel referendum-ricatto di Mirafiori l’apice dell’attacco padronale, pongono l’accento sulla consapevolezza di come oggi, non esistano più tante piccole vertenze o lotte di categoria bensì una reale e profonda lotta di classe.

Da entrambe le parti si sta tentando di difendere quelli che, fino ad oggi, sono stati diritti costituzionali e che il disegno governativo vuole de-strutturare e dequalificare per poter completare l'attacco più lampante alla democrazia nel nostro paese degli ultimi anni. Colpire la formazione per renderci ignoranti ed il lavoro per renderci precari, altro non è che renderci definitivamente ricattabili ed assoggettabili ad un sistema di classe che non vuole cittadini, ma sudditi e forza lavoro a basso costo, eliminando quei pochi strumenti di emancipazione sociale presenti in questo Paese.

Ci hanno raccontato che non sarà una “crisi” passeggera, bensì una crisi profonda, strutturale. Ma la crisi attuale ha spinto i poteri forti a prendere la palla al balzo per mettere comunque la questione costo del lavoro sul tavolo, non perchè siano i salari il vero problema, ma perchè fossero ancora una volta i lavoratori e gli studenti a pagare e recuperare i capitali bruciati dalla cyber-finanza. Un sistema economico chiuso e antidemocratico a depressioni cicliche, al quale non è mai importato nulla dei lavoratori, ad un tratto inizia a promuovere referendum, perchè? Per l'ennesima volta il colpevole cerca di deresponsabilizzarsi, facendo passare sotto ricatto le proprie posizioni, nascondendosi dietro la classe lavoratrice ed i giovani del paese. I padronati, dopo essere stati i principali responsabili della crisi, tentano di propinarci anche la soluzione, ma come è noto il virus non produce anticorpi contro se stesso.

Questo la Fiom e gli studenti l'hanno capito bene e così come il 16 ottobre e il 14 dicembre passati, saranno di nuovo insieme il 28 gennaio nella stessa piazza a rivendicare i diritti di ieri e di oggi, ma soprattutto per continuare a costruire un percorso di rottura nei confronti di un sistema fallimentare e pretendere un rivoluzionario cambiamento nel modo di intendere ed affrontare i temi del lavoro e della formazione.

Da una parte inasprire ed incentivare le vertenze, tanto nelle fabbriche quanto nelle scuole e nelle università; dall'altra strutturare di più e meglio il movimento, dal basso e democraticamente, proponendo forme di partecipazione e di lotta reali che comprendano quanti più soggetti studenteschi calabresi possibili, creando un coordinamento che possa portare avanti le istanze regionali legate al diritto allo studio, e quindi alla mobilità, alla residenzialità e all’ accesso al sapere.

Perché, si badi bene, il grande messaggio che è uscito dalle piazze degli studenti e da Pomigliano e Mirafiori, non è solo l’esistenza di un’opposizione reale e dal basso a questo governo e a questo modo di intendere la politica. Ma è soprattutto il fatto che c’è una popolazione intera che non è disponibile a subire ricatti, che non è disponibile a restare a guardare, che non è disponibile per qualche euro in più a vendere la propria dignità!

Economicamente, l'unica prospettiva possibile è la formazione, perché se è vero che non possiamo competere sul costo del lavoro con le economie emergenti, lo è altrettanto che possiamo farlo su ricerca e tecnologia, così come possiamo competere sulla qualità del lavoro e non sulla quantità.

Culturalmente, investire in scuole ed università di massa e di qualità porrebbe le basi per una rinascita sociale, morale e politica dell'intero paese e della nostra regione, infestati da politicanti mafiosi e padronati che si propongono come soluzione a quella stessa crisi che loro hanno creato. Cultura è democrazia e per questo fa paura, la formazione di un pensiero critico ci rende più liberi e meno condizionabili e ci fornirebbe gli strumenti per pretendere ed ottenere la partecipazione ed i diritti che ci spettano e che la costituzione sancisce.

Uno studente ignorante è utile solo al politicante di turno così come un lavoratore precario è utile solo al padrone che lo sfrutta. Un lavoratore cosciente e garantito ed uno studente ben formato invece, sono utili all'intero paese. Lo sa questo governo, lo sa questa psuedo classe politica, la peggiore di sempre. Così come lo sanno gli stessi soggetti e partiti che da 15 anni a questa parte si autoproclamano a opposizione, finendo con l’essere collusi se non complici.

Così come lo sa la CGIL! Ed è per questo che anche oggi, per l’ennesima volta, ci chiediamo cosa si aspetti a chiamare un grande sciopero generale e generalizzato che possa bloccare il Paese e certificare la morte di questo governo! Lo chiediamo ancora oggi, sicuri però che quest’attesa non potrà essere infinita e che si è arrivati al punto di chiarire davvero, con i fatti, da quale parte si vuole stare!

Ma la classe per essere tale deve agire in maniera coordinata, deve esserci il reciproco riconoscimento in quanto elementi complementari in una lotta che, alla luce degli eventi degli ultimi sei mesi si preannuncia sempre più dura. Quindi è secondo noi necessario oggi rilanciare un movimento che non abbia semplicemente uno slogan come legante, ma che parta dalle esigenze reali, che parta dalla condivisione delle esperienze e giunga alla condivisione dei percorsi, fino al riconoscimento del reciproco apporto nell’organizzazione dei momenti di azione collettiva nelle piazze.

Come studenti sentiamo quindi la necessità di gettare le basi per un coordinamento regionale degli studenti, che possa porsi come strumento per riuscire ad essere dinamicamente partecipi alle varie fasi del movimento sulle prerogative della lotta di classe.

Per questo oggi siamo a fianco dei compagni della FIOM, convinti del fatto che quella presente oggi non è una lotta di categoria. E' una lotta di classe!

Collettivo UNIRC

Ateneo Controverso – Unical

Unione degli Studenti – Calabria