Rende :: Presentazione del libro ‘Blocco 52’ di Lou Palanca al Dam dell’Unical.

RENDE :: 04/12/2012 :: Lou Palanca è lo pseudonimo di un collettivo di scrittura ispirato dalla lezione del New Italian Epic e del più famoso collettivo di scrittura Luther Blissett oggi Wu Ming. Nato tra la Salerno-Reggio Calabria e il far east del meridione d’Italia, all’incrocio del desiderio di chiudere una stagione di odi etnici fra le varie città della Calabria e la voglia di raccontare e fare memoria, Lou richiama il nome di Luigi – il protagonista del romanzo “Blocco 52”, mentre Palanca rinvia ad un’icona calcistica dell’intera Calabria, quando le vittorie sportive supportavano le speranze di un riscatto sociale e di uno sviluppo che sembrava a portata di mano.

Il libro “Blocco 52. Una storia scomparsa, una città perduta” (edizioni Rubbettino) sarà presentato all’Università della Calabria il prossimo 5 dicembre, per iniziativa dell’Associazione Culturale Entropia, in collaborazione con il circolo tematico “SudAlterno”. Alla discussione che si terrà al DAM (Ed. Polifunzionale) alle ore 17.30 prenderanno parte gli autori e i relatori Oscar Greco e Francesca Viscone. Sarà un’occasione per ricostruire una vicenda calabrese dimenticata e con essa la storia di una città e di un’intera regione.

La sera del primo aprile 1965, nel centro storico di Catanzaro viene ucciso Luigi Silipo, 49 anni, presidente regionale dell’Alleanza Contadini. Sono passati 30 anni dall’ultimo omicidio avvenuto nella città e si tratta, a suo modo, di una morte eccellente e misteriosa. Silipo era stato segretario della federazione provinciale del Pci e dal 1956 al 1962 aveva fatto parte del Comitato Centrale di Botteghe Oscure. Dei 6 colpi di pistola che lo raggiungono, 4 attingono la schiena, uno la fronte e l’altro la nuca. Sembrerebbe una vera esecuzione. La notizia raggiunge le prime pagine dei giornali nazionali, ma fin da subito risulta avvolta da una sorte di coltre misteriosa.

Le indagini che si sviluppano toccheranno varie piste: da una vera e propria esecuzione mafiosa legata alla attività sindacale di tutela dei braccianti, alla pista passionale, alcuni investigatori adombrando maliziosamente anche tendenze omosessuali; da possibili contrasti familiari alla soluzione di contrasti interni al partito. In effetti nel corso degli anni successivi all’interno del Pci emerge una certa reticenza a parlare dell’accaduto. Finanche il fascicolo processuale divenne introvabile negli archivi del Palazzo di Giustizia.

Come molti comunisti Silipo trascorreva le vacanze in Cecoslovacchia, ma resta certamente da capire perché l’anno successivo all’omicidio le indagini paiono improvvisamente ad una svolta, con una donna di Scilla, legata in qualche modo al Pc cecoslovacco, che vuole parlare con la Polizia del delitto e un alto dirigente dello stesso partito d’oltrecortina improvvisamente giunto a Catanzaro per incontrare i dirigenti locali del Pci. Ma dopo quasi mezzo secolo rimane solo oblio e domande senza risposte.