Rende :: Sequestrate bottiglie di grappa cinese.

RENDE :: 19/06/2013 :: In materia di tutela del “Made in Italy” il  Corpo Forestale dello Stato ha appena  concluso una operazione di controllo che ha portato al sequestro di 25 bottiglie di liquori a base di ginseng, di bambù e di rose, di fabbricazione e d’importazione cinese, che per avere un maggiore riscontro commerciale sono state proposte in vendita, e/o presentate sul menù, con la denominazione di “grappa” nella catena della ristorazione cinese di Cosenza e Rende.

Tale tipologia di frode nell’esercizio del commercio è stata scoperta dal Comando Stazione di Rende (Cs) e dal  NIPAF del Comando Provinciale di Cosenza che hanno operato il sequestro di 20 bottiglie in un ristorante cinese della cittadina rendese e 5  bottiglie in un altro ristorante cinese del capoluogo.

La frode in argomento si configura in violazione  del D.P.R. n° 297/97 che letteralmente recita: “La denominazione “grappa” è riservata esclusivamente all’acquavite di vinaccia ottenuta da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia distillati in impianti ubicati nel territorio nazionale…..”  e  del Reg. (CE) n° 110/08 il quale protegge da qualsiasi usurpazione imitazione o evocazione le indicazioni geografiche registrate nell’allegato III del Regolamento stesso. Nell’ambito di dette indicazioni, la grappa figura come “acquavite di vinaccia” di esclusiva origine italiana.

La condotta posta in essere nei ristoranti cinesi presso cui sono avvenute le operazione, oltre alle violazioni delle norme richiamate, potrebbe avere un risvolto anche di valenza penale atteso che nel nostro ordinamento è contemplato il reato di “frode nell’esercizio del commercio”  avvalorato, peraltro, da una recente sentenza della Cassazione, Sez. Penale, che integra l’ipotesi delittuosa  anche con “la mera esposizione sul banco vendita di prodotti con segni mendaci, indipendentemente  dal contatto con la clientela”  a prescindere da “una concreta contrattazione tra il cliente e l’esercente.”  

Per i sequestri preventivi adottati sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria competente i titolari dei rispettivi esercizi di ristorazione a tutela e salvaguardia della sicurezza alimentare, campo ove sempre più frequentemente si riscontrano violazioni alle norme vigenti.